Sculture 1979 - 2006. Un'ampia selezione di sculture dell'artista americano che spaziano da Tear Drop Room del 1979 - stanza che contiene una gigantesca lacrima - sino a Volcano del 2006, che modifica lo spazio con fumi che sembrano salire dal pavimento. A cura di Alberto Fiz ed Amy Oppenheim.
Dennis Oppenheim
Sculture 1979 - 2006
a cura di Alberto Fiz ed Amy Oppenheim
In collaborazione con la Galleria Fumagalli ed il Museo Pecci Milano
Con questa mostra dedicata al produzione plastica dell’artista
americano Dennis Oppenheim, scomparso nel 2011, che si inaugurerà negli
spazi del Museo Pecci Milano il prossimo 3 ottobre (h.18) e che
proseguirà fino al 23 novembre 2013, continua la collaborazione tra lo
Spazioborgogno e la Galleria Fumagalli.
La rassegna, a cura di Alberto Fiz e Amy Oppenheim, moglie
dell’artista, presenta un’ampia selezione di sculture che coprono un
arco temporale di quasi un trentennio e spaziano da Tear Drop Room del
1979, una metaforica stanza che contiene una gigantesca lacrima, sino a
Volcano del 2006 dove un vulcano, con i fumi che sembrano salire dal
pavimento, modifica l’ambiente dello spazio espositivo.
Tra i più importanti artisti del dopoguerra, Oppenheim si è distinto
per essere stato artefice di alcune esperienze basilari come la Land
Art, la Body Art, L’Arte Ambientale e la Public Art. L’ipotesi
rigenerativa e la continua metamorfosi all’interno di un universo
precario e instabile sono alla base di tutta l’indagine dell’artista
americano. Le sue sono opere destabilizzanti che sfidano costantemente
i limiti e sviluppano una nuova percezione dello spazio fisico e
psicologico dando vita ad un’imprevedibile ibridazione in grado di
anticipare persino le nuove frontiere della scienza e della medicina
dove la sostituzione degli organi con le protesi appare sempre più
frequente.
Oppenheim sviluppa un universo molecolare dove si crea un
dialogo rinnovato tra le forme artificiali e quelle naturali. Tutto,
insomma, appare geneticamente modificato: “La sua vicenda artistica”,
non è caratterizzata dalla semplice presenza dell’oggetto, bensì dalla
sua trasformazione. Un processo entropico che amplia la sfera della
conoscenza sviluppando una rinnovata percezione del contesto
spazio-temporale. E’ l’esistenza della cosa in sé a subire un radicale
cambiamento innestando un meccanismo di alterazione e di devianza. Ciò
che appariva stabile, entra definitivamente in crisi sviluppando una
precarietà consustanziale al suo stato in base ad un principio che
tende ad una progressiva implicazione dell’essere e del paesaggio.”
Opening, giovedì 3 ottobre 2013 ore 18
Museo Pecci Milano c/o Spazioborgogno
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso gratuito