Giulia Cenci, Lek M. Gjeloshi e Giuseppe Locatelli espongono 3 progetti che riflettono su problematiche di natura diversa, pensati appositamente per dialogare con lo spazio.
A cura di Lelio Aiello
L'approdo a F_AIR, scuola d’arte, residenza d’artista e luogo espositivo di Florence University of the Arts, di Giulia Cenci, Lek M. Gjeloshi, Giuseppe Locatelli, è in qualche modo, un momento di verifica del loro stato attuale. Tra i più interessanti giovani artisti emersi ultimamente dalle Accademie di Belle Arti Italiane e dalla NABA, hanno già significative esperienze espositive, di residenze artistiche all'estero, di workshop con artisti internazionali che vanno ben al di là del regolare percorso di studi.
Presentano in questa mostra tre progetti che riflettono su problematiche di natura diversa, pensati appositamente per dialogare con lo spazio, inteso come spazio espositivo, di residenza e di formazione artistica.
Un evento caldamente supportato da Florence University of the Arts per mettere a confronto le proposte emergenti del nostro paese con quelle dei suoi allievi d’oltreoceano, nella certezza che esso consolidi le ragioni degli studenti d’arte a perseguire la strada intrapresa.
Giulia Cenci è nata a Cortona nel 1988 ed ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive attualmente in Olanda. Presenta una installazione che nasce dal concetto di mimesi legato a una riflessione sulle tecniche tradizionali dell'arte, prevalentemente utilizzate nella didattica che si svolge a F_AIR (luogo fisico della School of Fine Arts di FUA), e da una frase tratta da “La terra desolata” di T.S. Elliot: Quelle perle che erano i suoi occhi. Guarda. L'artista coglie nella frase un invito all'osservazione avveduta della superficie della realtà che ci circonda, modalità percettiva con la quale si è già confrontata in una precedente installazione, “Halfground”, realizzata nella project room, prima della sua ristrutturazione, dello Spazio A Gallery di Pistoia. Un’illuminazione radente restituiva la grana e l'irregolarità strutturale delle pareti del luogo, fino a farne emergere tutto il fascino latente. Quest'ultimo lavoro diventa meno spettacolare, si veste di ironia e la richiesta di attenzione all'osservazione aumenta, poiché la visibilità del lavoro è ridotta al minimo. Compie un gesto di dissimulazione su un'intera parete dello spazio con il colore delle perle, un quasi bianco su bianco, una sorta di pelle cangiante che impreziosisce tutto ciò che incontra nella sua stesura.
Lek M. Gjeloschi, è nato nel 1987 a Scutari (Albania). Dopo un’iniziale formazione artistica in Albania, si trasferisce a Firenze, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Propone una installazione dal titolo Behind Blue Blue Eyes. Utilizza un suo recente video, Ich Will, in cui usa il simbolo della svastica e i tre colori primari, ai quali
delega, attraverso l'azione del dripping, il compito di deformarne tutti gli spettri semantici del passato. Privo di montaggio - pensiero pasoliniano che lo fa equivalere alla morte - il video scorre in un flusso continuo, dove il tentativo di controllo dell'azione (versamento dei colori nella struttura di vetro) crea inevitabilmente incertezza. Il luogo è un teatro vuoto e questi sono gli accadimenti visibili del video. Nell'uso dell'audio risiede invece il gesto estremo con cui Gjeloshi rilegge Ich will, audio che dilata in tutto il perimetro dello spazio espositivo e lo svincola dalle sue consuete funzioni chiarificatorie rispetto al movimento dell'immagine. Provoca quindi una dislessia tra il linguaggio del video e quello dell'audio, che non sono più riconducibili alla stessa fonte e allo stesso istante.
Giuseppe Locatelli è nato ad Alzano Lombardo (Bg) nel 1987. Ha studiato Pittura e Arti Visive alla Naba di Milano nel corso di Marcello Maloberti. In questo lavoro si confronta con la reinterpretazione e la messa in discussione dello spazio fisico. Presenta un’installazione realizzata con elementi familiari alla nostra quotidianità: un mobile bianco, delle piante d'appartamento e una foto. Oggetti apparentemente docili che rassicurano normalmente l'intimità degli spazi che abitiamo, riproposti da Locatelli in una forma che ne muta il senso. La disposizione degli oggetti nello spazio (che da intimo diventa pubblico) ci consente l'osservazione di più punti di vista. Il mobiletto bianco, svuotato al suo interno, diventa un eremo, un luogo di intimità che accoglie un intervento dell'artista realizzato con elementi naturali; le piante d'appartamento vengono reinterpretate attraverso un gesto minimo con cui ricompone in modo ordinato e in crescendo gli elementi, il ritmo innaturale ne mette in discussione il senso; la fotografia ha un approccio performativo e narrativo e fa riferimento ad un'azione realmente compiuta dall'artista.
BIOGRAFIE
Giulia Cenci è nata a Cortona nel 1988, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e attualmente prosegue i suoi studi in Olanda. Tra le mostre collettive e personali a cui ha partecipato recentemente: Default, a cura di Antonio Grulli, Gaff, Farnè Spazio, Milano; Halfground, Next Spazio A, Spazio A Gallery, Pistoia; Ni Dieu Ni Maitre, a cura di Andrea Bruciati, Galleria Massimo de Luca, Mestre; Differenti Attitudini, cura di Roberto Daolio, Museo Vero Stoppioni, Santa Sofia, Forlì; Corso Aperto, XVIII mostra di fine Corso Superiore di Arti Visive, Visiting Professor Liliana Moro, a cura di Andrea Lissoni, Fondazione Antonio Ratti, Como; Casabianca, a cura di Anteo Radovan, Bologna; cartabianca_bologna, a cura di Silvia Cini, Massimo Marchetti, Anna Santomauro, Roberto Daolio, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova. Nel 2012 ha preso parte alla residenza allo HIAP di Helsinki. È tra i fondatori di INTERNO 4, progetto che promuove giovani artisti italiani e internazionali. Vive e lavora a Cortona.
Lek M. Gjeloschi è nato nel 1987 a Scutari (Albania). Dopo un’iniziale formazione artistica a Scutari (Albania), si trasferisce a Firenze, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti. Ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui di recente Fuori posto, a cura di Pier Luigi Tazzi, Casa Masaccio, S. Giovanni V.no 2013; Lontano da dove, a cura di Pier Luigi Tazzi, Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, 2012; Italianitudine, a cura di Paolo Toffolutti, Spac, Udine; Souk, a cura di Pier Luigi Tazzi, EX3 Centro Arte Contemporanea, Firenze, 2011; Private flat #7: Beyond the line, a cura di A. Accocella, A. Gallicchio, E. Magini, Firenze; Timecutter, a cura di Pantani-Surace, Galleria Die Mauer, Prato; M. Mulliqi Prize, GAK – Galleria Nazionale di Prishtina, Kosovo; Double bind, a cura di Valerio Dehò e Andi Tepelena, Casa Masaccio, S. Giovanni V.no, 2010; Back to the present, a cura di Elisa Del Prete, Mac’n, Pistoia, 2009; Ardhje ‘09: Satellite Event of Tirana Biennal, Zeta Gallery, Tirana, Albania; Tools for revolution or just for sale, a cura
di Giacomo Bazzani, Villa Romana, Firenze, 2008; Spazio comune, a cura di Pietro Gaglianò, Palazzo Vecchio, Firenze, 2007; In-dependence, a cura di Elsa Martini, GKA – Galleria Nazionale di Tirana, Albania, 2007; Integration & Conflict, a cura di Giacomo Bazzani, Cantieri Goldonetta, Firenze, 2007
Giuseppe Locatelli ha studiato alla Naba di Milano nel corso di Arti Visive tenuto da Marcello Malobertie ha partecipato a diverse mostre collettive: (2009) Time Machine, collettiva, a cura di Marco Scotini, Nabasite, Milano; Mi Abitano che io Abito, collettiva, Spazio Sottobosco, Milano. (2010) Non Ancora Trovato, collettiva a cura di Luca Vitone, Naba, Milano; Not Feeling at Home, collettiva, a cura di Stefano Boccalini, Artra, Milano; Mirror man, collettiva, a cura di Marcello Maloberti, Neon/Campobase, Bologna. (2011)Adventures in a Miniature Landscapes, collettiva, Log Gallery, Bergamo. (2012) Stracrepaccio Paradise, collettiva a cura di Marcello Maloberti, ristorante il Crepaccio, Milano; Macerie, collettiva a cura di Andrea Mineo, Atelier dei Principi, Palermo. Nel 2010 a tenuto il workshop La Legna in Città, all' interno del progetto Ama Foreste, curato da Alessandro Guerriero e Italo Rota, Naba, Milano.
F_AIR Florence Artist In Residence è il primo programma di residenza nel centro storico di Firenze e ha il suo punto di forza nell’essere parte integrante della struttura accademica della School of Fine Arts di Florence University of the Arts. La tripla articolazione di F_AIR come residenza d’artista, galleria e dipartimento d’arte ne determina la mission. Fondata e promossa da Florence University of the Arts, F_AIR offre ad artisti e studenti di tutto il mondo l’opportunità di poter crescere, sperimentare e produrre cambiamenti di vita grazie al contatto diretto con le realtà contemporanee in città e con ambienti stimolanti della struttura accademica della scuola. Con una fitta programmazione di mostre, artist talk, attività laboratoriali, e tre residenze l’anno per artisti tra i 25 e i 38 anni, F_AIR svolge un ruolo attivo nella vita artistica e culturale di Firenze.
Inaugurazione 1 ottobre 2013, ore 18.30
F_AIR Florence Artist in Residence
via San Gallo, 45r - Firenze
Orario: lun-giov ore 15-20 e ven 12-17
Ingresso libero