La sua pittura intende recuperare uno spirito di ritrovata consonanza con cio' che nell'Arte e' una costante, dall'antichita' piu' remota.
a cura di Tiziana Todi e Tiziano M. Todi
L’opera
Come reazione all’angoscia della precarietà, che induce l’uomo moderno a
banalizzare o a negarsi l’approccio al mondo dell’Arte, la pittura di Massimo
Fiocco intende recuperare uno spirito di ritrovata consonanza con ciò che
nell’Arte è una costante, dall’antichità più remota: la seduzione del simbolo,
che si fa interprete attivo di una profonda, vitale realtà collettiva.
Segni e colore appartengono da sempre al mistero dell’esistenza e
all’inesauribile repertorio di forme, che il mistero sollecita e ispira,
assecondo nella mente umana il paesaggio dal visibile all’invisibile. Lo
sperimentalismo dell’informale è, riguardo a ciò, un percorso che attiene
all’ermetismo e all’incolumità.
Di qui una scelta di fondo che ha motivato il pittore a una pittura, che inventa
una convenzione d’immagine “parallela” alla realtà percepibile e viva. Il
ricorso a mezzi espressivi tradizionali è contestuale a tale convenzione, come
l’uso delle parole è contestuale alla comunicazione verbale.
Si tratta di riaffermare la validità del contemplare come itinerario
insostituibile nella ricerca del piacere estetico.
L’artista
Massimo Fiocco nasca a Roma nel 1936 – è pittore ed incisore. Negli anni ‘60/70
pratica drammaturgia anche radiofonica ma dal decennio successivo si dedica
completamente all’arte. Il suo profilo biografico è presente nei Cataloghi Mondadori. Hanno scritto di lui: Vito Apuleo, Carlo Fabrizio Carli, Maurizio Fontana, Ruggero Orlando Clotilde Paternostro, Giuseppe Selvaggi.
Inaugurazione: Giovedì 03 Ottobre 2013 alle ore 18.00
Galleria Vittoria
Via Margutta, 103 – Roma
orario galleria: lunedì /venerdì 15,00-19,00 - fuori orario su appuntamento
Ingresso libero