Michele Gabriele
Matteo Rubbi
Derek Maria Francesco di Fabio
Jonathan Vivacqua
Simone Berti
Carlo Spiga
Giovanni Giaretta
Marta Fontana
Diego Perrone
Alessandro Di Giampietro
Marco Colombaioni
Andrea Rossi
Santo Tolone
Yassine Balbzioui
Isa Griese
Emiliana Sabiu
5 anni di Cherimus. La storia dell'associazione attraverso manifesti di convegni, scenografie, materiali prodotti nei workshop, costumi, depliant di concerti, dischi, pubblicazioni, acquerelli, insegne luminose, bandiere, locandine di film...
Il MACC, Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, ospita Sulcis Oddity, una mostra retrospettiva dedicata ai primi 5 anni di vita di Cherimus.
A cura di Emiliana Sabiu
con Michele Gabriele, Matteo Rubbi, Derek Maria Francesco di Fabio, Jonathan Vivacqua, Simone Berti, Carlo Spiga, Giovanni Giaretta, Marta Fontana, Diego Perrone, Alessandro Di Giampietro, Marco Colombaioni, Andrea Rossi, Santo Tolone, Yassine Balbzioui, Isa Griese.
Cherimus mette in connessione l’idea di sviluppo territoriale con l’arte contemporanea. Un esperimento capace di attirare nel Sulcis personalità da tutto il mondo e farle lavorare in continuo dialogo con le persone del posto e le loro storie.
Ne risulta un insieme dinamico di idee, progetti, seminari, opere che hanno coinvolto bambini, adolescenti, adulti del territorio, istituzioni, critici, filmaker, fotografi e musicisti da tutti i continenti.
Una storia che in soli cinque anni ha avuto una grande evoluzione e che si può vedere con un colpo d’occhio unico nella prima grande sala entrando. La visuale migliore si ha salendo le scale e guardando dalla balaustra. Un percorso cronologico, da sinistra verso destra, porta lo sguardo a scorrere la storia di Cherimus attraverso manifesti di convegni e seminari, scenografie, materiali prodotti nei workshop con bambini di tutte le età, tessuti per costumi, dèpliant di concerti, dischi, pubblicazioni, acquerelli, insegne luminose, bandiere, locandine di film, stendardi… Ognuno di questi oggetti racconta di un progetto, di un incontro, di una scintilla che ha fatto scaturire altri progetti, come in una catena infinita di azione-reazione, spesso inattesa e incontrollabile.
Sempre dalla balaustra del primo piano si può vedere, nella sala attigua, la grande piazza realizzata a matita da Michele Gabriele, Matteo Rubbi, Derek Maria Francesco di Fabio, Jonathan Vivacqua, Carlo Spiga, Giovanni Giaretta, Marta Fontana. Il disegno è il ritratto di una piazza che non esiste, realizzato sulla base dei progetti originali di Matteo Rubbi, Diego Perrone, Christian Frosi, Derek di Fabio e Michele Gabriele, pensati per la piazza centrale di Perdaxius, ma mai costruita. Anno 2010-2011. Scendendo le scale, la visuale della piazza cambia completamente, mettendo in evidenza soprattutto la pavimentazione, che riprende il disegno della superficie di un meteorite (Michele Gabriele), l’aiuola centrale, pensata come una sorta di orto botanico, contenente piante endemiche in via di estinzione e piante da frutto tipiche della macchia mediterranea (Derek Di Fabio). Sempre nell’aiuola spicca la fontana a forma di cucchiaio che, sfruttando l’inclinazione naturale della piazza, crea una pozza di acqua apparentemente “storta” rispetto alla linea della vasca (Diego Perrone). Sulla pavimentazione sono adagiate le stelle delle costellazioni presenti nel cielo estivo del Sulcis (Matteo Rubbi).
Sempre nella stessa sala, il video di “Let’s Circus” e la pubblicazione relativa raccontano un progetto curato da Marco Colombaioni nel 2011, in cui artisti internazionali sono stati invitati a lavorare con la Piccola Scuola di Circo di Milano, dando vita ad uno spettacolo inedito, ripreso qui in forma integrale (circa 60′). Nel filmato è presente anche un video di Simone Berti, appositamente realizzato per Let’s Circus. Il PDF di Let’s Circus si può scaricare qui: lets circus 2011
Nella sala successiva, si entra in un mondo popolato da piante e animali. I 34 vasi (gentilmente concessi dall’Ente Foreste della Sardegna) creano un ambiente naturale per gli animali del Presepio del 2009-2010, realizzati con i bambini delle scuole elementari di Perdaxius. Tutti gli animali del Presepe avevano le orecchie dolci, che a Calasetta sono invece fatte di pane (Diego Perrone). Entrando nel bosco, le musiche e le voci dal Senegal, registrate per il progetto di cooperazione internazionale “Chadal”, contribuiscono a creare un’atmosfera onirica.
Proseguendo oltre la finestra che affaccia sul mare di fronte all’isola di Carloforte, si incontrano “Butterfly etude” (stampa di 3×4,60 m), lavoro di Alessandro Di Giampietro che ha invitato un gruppo di persone in una miniera abbandonata perchè facessero volare degli aquiloni, ridando vita per un breve istante ad un luogo perso, e La Macchina del tempo, realizzata da Marco Colombaioni su un progetto di Diego Manai, di 8 anni, che hanno preso forma durante Caro Giacomo 2010 – LunaPark Party.
Rientrando nella sala principale, si può quindi ripercorrere il cammino di Cherimus in senso cronologico e ritrovare, osservandoli da vicino, molti elementi dei lavori esposti nel resto della mostra. Qui ci sono i segni, le tracce, i risultati e i piccoli oggetti che hanno creato di volta in volta la magia di una scenografia, l’incanto di un costume, e tanti materiali che hanno liberato la fantasia e l’energia dei bambini e degli artisti (c’è differenza?) in molte situazioni estemporanee e improvvisate.
Ad accompagnare questa promenade lunga cinque anni, la colonna sonora dell’ultimo progetto di Cherimus, “La Biblioteca Fantastica”, che ha prodotto 4 film corti realizzati con bambini delle scuole medie del Sulcis.
Uscendo dal museo (o entrando per i più attenti), spicca “Hawaii”, la fotografia di una serie di tre, datate 2004, dedicate alla figura di un nobile “caduto” in luoghi inusuali, opera di Andrea Rossi. Sul retro del museo la seconda della serie, mentre la terza si trova alla vicina Galleria Mangiabarche, luogo di grande suggestione e collegato al MACC, nel quale Cherimus proporrà altri lavori nei prossimi giorni.Sempre sul retro del museo campeggia la grande scritta luminosa Perdaxius, creata in occasione di Caro Giacomo 2008 da Matteo Rubbi.
Infine, negli spazi di affissione pubblica della città di Calasetta, si possono incontrare tre stampe (70×100 cm) che costituiscono “Taro”, un lavoro di Santo Tolone (2009), in cui un cane randagio di Perdaxius si aggira per le strade, originariamente esposto in paese per Caro Giacomo del 2009.
Inaugurazione Venerdì 2 Agosto 2013 16:55
MACC
via Savoia 2 Calasetta (CI)