Urban Geographies - Collettiva. La mostra fotografica segna il senso di vacuita' che connette la rappresentazione del fotografo e la sparizione di lui stesso rispetto al soggetto.
"Le geografie urbane degli autori Michele Cera e Domingo Milella segnano la sospensione e l’assenza, ovvero quel vasto senso di
vacuità inteso come collante tra rappresentazione e autorappresentazione del fotografo e allo stesso tempo tra sparizione e
emersione dello stesso rispetto al soggetto indagine fotografato. Gli scenari pittorici di Milella dialogano insieme a quelli più
antropici di Cera.
Michele Cera propone l'epica di un viaggio non solo geografico ma anche murario, per ritrovare l'identità perduta e riscattare
quel lembo di terra ormai disconosciuto, dove il rapporto tra l’uomo e il territorio è deflorato dalla metallurgia contemporanea
e vive nella placida attesa di un cambiamento rinnovabile. Si tratta delle aree costiere del meridione d’Italia lungamente
vittime di speculazioni edilizie massive, illegali e abusive che divorano il litorale sud di Bari. Queste visioni dal disincantato
fascino dichiarano quella bellezza invisibile che satura l'anima, da noi interpretata come la notifica di albe torbide che si
confessano apertamente in quel genere di attitudine sgangherata che hanno assunto questi edifici e rovine ormai defunti ma
colonizzati da migranti e clandestini, o semplicemente dal linguaggio del tempo come esperienza cumulativa, in una prospettiva
o fattore di spensieratezza che sparisce all'istante.
L’opera di Milella è da una parte sopravvivenza, traccia di ciò che è stato, dall’altra offerta, nutrimento per chi ne fa
conoscenza. Una sorta di allungamento dell’energia che non è altro che una soglia a cui la fotografia dà luogo, dove la sua
origine e il suo senso non fanno che rinviarsi, poiché si tratta di imprecisati e disumanizzati luoghi dove stratificazione e storia,
costruzione e rovina registrano il bisogno di un immaginario contemporaneo più contemplativo. La sua pellicola imprime tutto
ciò che è paesaggio periferico e appartiene a tutti quegli spazi geofisici che sempre lo circondano, attraverso però una silenziosa
distanza.” (Valentina Isceri)
Michele Cera è nato a Bari nel 1973, vive e lavora a Bari. Il suo interesse fotografico si rivolge agli insediamenti umani e alla
rilevazione del paesaggio, sia come testimonianza dei luoghi della memoria che come ricerca capace di tracciare un ritratto
architettonico insolito e acuto del mezzogiorno italiano. Lo sguardo nudo dell'autore s'inscrive chiaramente nella tradizione della
fotografia documentaria italiana, tra i cui padrini si citano Guido Guidi, Luigi Ghirri, Massimo Vitali (www.michelecera.it).
Domingo Milella è nato a Bari nel 1981, vive e lavora a Bari e a New York. Ha studiato fotografia alla School of Visual Arts di New
York. Il suo progetto artistico si concentra da dieci anni sul tema del paesaggio.
La stratificazione, la rappresentazione della
storia, il linguaggio del tempo, come l’identità culturale e geografica, sono tematiche al centro delle suo lavoro. È
rappresentato a New York da Tracy Williams Ltd., a Londra, Roma, Firenze da Bracolini Grimaldi (www.brancolinigrimaldi.com).
Valentina Isceri è nata a Lecce nel 1983, vive e lavora a Lecce. Esperta in arti visive e fotografia, ha curato ed esposto in
importanti luoghi del contemporaneo. Collabora con la Galleria Gallerati di Roma per il Festival Internazionale di Fotografia e
con la Provincia di Lecce negli spazi della Sala Arte della Biblioteca Bernardini.
Inaugurazione sabato 12 ottobre dalle 19 alle 22
Galleria Gallerati
Via Apuania 55, Roma
Orario: lunedì- venerdì: ore 17-19 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
Ingresso libero