L'ultima produzione di Giorgio Moiso in una ricca personale. Una ricostruzione della sua eterogenea e complessa arte.
Moiso vuole tante cose dai suoi quadri. Vuole che siano geometrici e concettuali, astratti e figurativi, di spazio e di superficie, da guardare e da toccare (non a caso, avvicinandosi fino a sfiorare la tela, affiora infatti una pertinenza diversa, una pregnanza appunto tattile, in cui pure si perdono i confini e le forme delle immagini ma non importa). Vi condensa, ogni volta, moltissime cose che hanno contraddistinto il suo percorso e le sue scelte, una somma di avvenimenti, di trascorsi, di pensieri, di necessità e di desideri (anche perché senza desiderio non si va lontanox{2026}); è profondo senza essere pretenzioso, complesso ma non cervellotico.
Brano tratto dal testo in catalogo di Martina Corgnati
Scoglio di Quarto
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Milano
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