Artandgallery
Milano
via Arese, 5
02 6071991 FAX 02 6072458
WEB
Blind
dal 17/11/2003 al 15/1/2004
02 6071991 FAX 02 6072458
WEB
Segnalato da

Silvia Palombi




 
calendario eventi  :: 




17/11/2003

Blind

Artandgallery, Milano

Dodici artisti ripensano l'arte contemporanea secondo il nuovo parametro della cecita'. Una riflessione sulla fruizione, sul 'vedere' l'arte accompagnata anche da incontri, dibattiti e proiezioni di film che ampliano la lettura del tema ''cecita' ''. A cura di Manuela Gandini


comunicato stampa

Quando le immagini hanno preso il dominio assoluto del mondo abbiamo smesso di vedere. Il simulacro umano, sino a un paio di secoli fa, era immobile, compassionevole o minaccioso e ci guardava dall'affresco in una chiesa. Oggi invece, lo stesso, partecipa a quiz televisivi e al grande fratello, inforca automobili sempre più potenti e si gigioneggia nel tubo catodico cercando di non annegare in mezzo alle molteplici anime agitate.

"Blind" è il titolo della mostra, curata da Manuela Gandini, si inaugura a Artandgallery (via Arese 5) il 18 novembre 2003 a partire dalle h. 19.00.
Blind parla della cecità celebrale del nostro tempo e della rassegnazione di massa.
L'ex teatro d'opera, Artandgallery, classe 1933, nel cuore dell'Isola (MM Zara), ospita 13 artisti che lavorano sulla negazione della visione o sulla sua esaltazione, sulla perdita di consapevolezza e sull'intorpidimento percettivo, sulle tragedie annunciate e non viste o non evitate.

In maniera diversa, gli artisti sono accomunati dall'obiettivo mobile di palesare la cecità: The lamp dog di Dennis Oppenheim è un cane per non vedenti, un corpo di cane gigante pieno di abat-jour di ogni genere e grandezza. Le light box di Marisa Albanese descrivono le geografie di luoghi dove i diritti umani sono poltiglia in pasto a famelici tiranni (Birmania, Argentina, Nicaragua). John Baldessari cancella i volti delle star - puri veicoli di immagine - e toglie loro ogni possibile espressione dell'esaltazione artificiale dello Star System. Al chiasso visivo, cromatico e lacero degli illeggibili e affascinanti manifesti di Mimmo Rotella, che si elidono gli uni con gli altri, si oppone il silenzio poetico dell'opera di Meri Gorni, La giusta distanza: un siparietto privato sulla collocazione intima dell'individuo nel mondo.

Il ricamo innocente, a colori e in bianco e nero, di una tranquilla casetta - fatto da Liliana Moro - irrompe nella nostra anima quando riconosciamo nella forma e nel titolo, Quella casa, la villetta di Cogne. Le foto dei tribunali di Olivo Barbieri sono altre trappole, altri profili della cecità collettiva. Cecità che precede il crimine celato sotto le spoglie della normalità (la casa), cecità che segue il crimine dopo il giudizio. Ciò che accende i riflettori è l'atto criminale (!) solo quello. Il percorso di immagini di guerra e guerriglia alternate al glamour, nel labirinto virtuale di Ennio Bertand e Gigi Rigamonti, ci addossa l'assurdità delle nostre percezioni ormai meccaniche e passive, partorite da una totale incapacità d'indignazione. L'inimmaginabile, scrive Nicole Janigro, diventa reale e il pensiero critico collettivo si vanifica dietro la glorificazione dell'immagine.

Danica Dakic si ritrae senz'occhi, racconta storie con una doppia bocca, una al posto giusto, l'altra sotto le bozze frontali, il suo volto è drammaticamente incomunicante, come una parete cieca, una strada senza uscita, una finestra murata. Mentre percepiamo la mostruosa assenza degli occhi nelle foto dell'artista di Sarajevo, le immagini spingono, si aggrovigliano, stritolano se stesse, sgomitando e urlando come in uno scontro tra tifosi allo stadio. Un muro, costruito con il legno tipico dell'edilizia greca, è eretto da Athanasia Kyriakakos che immette, nel circuito dell'arte, la speculazione selvaggia della città: muri, palazzi e ostacoli che tolgono, agli umani, visioni, sogni e memoria. Gli Stalker che lavorano sulla percezione urbana, visiva e fisica ai margini delle metropoli, hanno percorso il tetto dell'Unité d'Habitations di Le Corbusier a Marsiglia, bendansi gli occhi, hanno voluto vivere, più che vedere, il monumento del movimento moderno. Dalla negazione della vista hanno tratto suggestioni e stimoli che oltrepassano la superficiale ed esclusiva percezione dell'occhio .

Come un gioco tra l'arte e la scienza, tra il tuo sguardo e la tua inconsapevolezza, con il soffio leggero dei petali dei ciliegi giapponesi, Yasuhiro Suzuki fa volare occhi aperti e occhi chiusi da un albero tecnologico indicando un tempo per vegliare e uno per dormire.

INCONTRI:

Cinque incontri e la proiezione del film "Blu" di Derek Jarman, fatto nella fase di cecità del regista, accompagneranno la mostra "Blind".
Nello spirito dei programmi di Artandgallery alcuni autori e responsabili di istituzioni, incontreranno il pubblico per ripercorrere, nell'accogliente territorio dell'arte, realtà nascoste, estreme e ordinarie.

SULL'INVISIBILITA'

25 novembre h. 21.00
Luigi Pagano, direttore della Casa Circondariale di San Vittore, terrà una conferenza per parlare della cecità sociale e individuale che precede e che segue il crimine.

2 dicembre h. 21.00
Don Gino Rigoldi, attivo nelle carceri milanesi e fondatore di Comunità Nuova, parlerà dello "Sportello per minorenni extracomunitari", da lui recentemente fondato. Lo Sportello consiste nella presenza di duecento tutori che garantiscano l'incolumità e la cura ai ragazzi/e minorenni stranieri, che si trovano clandestinamente in Italia senza genitori.

4 dicembre h. 21.00
Nanni Balestrini
Lettura de: "Gli Invisibili" in "La grande rivolta (Bompiani) e dal poema "Blackout" (Derive/approdi)

14 dicembre h. 21.00
Proiezione del film "Blu" di Derek Jarman

16 dicembre h. 21.00
Donne in Nero in uno spettacolo di Salvino Raco: si tratta dell'esperienza diretta degli incontri e delle relazioni, costruite - con la mediazione della rete internazionale delle donne in nero - tra Palestinesi e Israeliane che, pur essendo fisicamente divise, ( le donne Israeliane e le donne Palestinesi dei territori) si incontrano e cercano do costruire insieme ponti di pace, esperienze e possibilità di convivenza.
Il fulcro è l'esperienza al check point di Khan Yunis dell'agosto del 2001 : mani alzate- soldati con fucile. Dossier Jenin

13 gennaio 2004, h. 21.00
Kanzaki vicedirettore europeo dell'Istituto Buddista Soka Gakkai, affronterà il l'argomento tratto dal testo "L'oscurità fondamentale", di Nichiren Daishonin. Il tema costituisce uno dei punti chiave dell'insegnamento buddista nel rapporto tra oscurità e illuminazione nell'individuo.

artandgallery
Via Arese 5
Milano
tel. 02.6071991

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