Le opere in mostra documentano gli interessi socio-politici dell'artista durante gli anni della contestazione giovanile, tra queste sono presenti le opere della serie "Compagni compagni" (1968) e la grande tela "Bisogna farsi un'ottica" (1965).
La Fondazione Marconi è lieta di ospitare, contestualmente alla presentazione del testo
cinematografico di Mario Schifano, una selezione di opere dell’artista realizzate in quegli stessi
anni.
Dopo aver conosciuto i primi lavori di Schifano a Roma, all’inizio degli anni Sessanta, Giorgio
Marconi incontra l’artista di persona e diventa suo gallerista, promuovendone il lavoro allo Studio
Marconi. Inizia così un’intensa e proficua collaborazione che dura fino al 1970.
Gli anni della contestazione giovanile influenzano il modo di vedere di Schifano e le opere in
mostra, che di quel periodo fanno parte, ben documentano i suoi interessi socio-politici.
Tra queste citiamo la grande tela su sfondo rosso Bisogna farsi un’ottica (Franco Angeli, Tano
Festa) del 1965, un omaggio, non privo di ironia, agli amici e coetanei più “ideologizzati”, Franco
Angeli e Tano Festa; le opere della serie Compagni compagni, del 1968, in cui l’artista raffigura
degli uomini che avanzano con le bandiere rosse, falce e martello, e che probabilmente sentiva
vicino a sé, condividendone apprensioni e speranze.
Più curiosa è la storia degli smalti realizzati su carta fotografica nel 1968. Alla vigilia
dell’inaugurazione della mostra sulla serie Compagni compagni, Schifano invia allo Studio Marconi
alcune tele e chiede a Marconi di non farle scaricare in galleria ma di portarle in un parco di Milano
perché la mattina seguente vuole fotografarle mentre vengono scaricate nel verde.
Da quelle fotografie nascono, insieme ad altre, Storia nel paesaggio e Particolare del paesaggio.
Queste opere, più che rappresentare la fine di un’epoca per Mario Schifano, possono intendersi
come l’inizio di una sua nuova stagione artistica.
Note biografiche
Nato a Homs, in Libia, nel 1934, Mario Schifano si trasferisce a Roma nell’immediato dopoguerra.
Abbandonati gli studi, lavora come assistente del padre, che è archeologo restauratore al Museo Etrusco di
Villa Giulia.
Inizia a dipingere tele di matrice informale, che espone nella sua prima personale alla Galleria Appia Antica
di Roma. Poi con Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini tiene la collettiva 5 pittori - Roma ’60, curata da Restany,
e la critica inizia a interessarsi alla sua pittura. Abbandonati i modi informali, realizza opere monocrome con
smalti industriali, dove la carta da imballaggio è incollata sulla tela e ricoperta da un solo colore.
Nel 1961 vince il Premio Lissone per la giovane pittura contemporanea e tiene una nuova personale alla
Galleria La Salita di Roma. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove ha partecipato alla mostra The New
Realism alla Sidney Janis Gallery di New York, inizia a introdurre nelle sue tele frammenti dell’iconografia
urbana.
Lavora per cicli tematici: dai Paesaggi anemici alle serie dedicate alla storia dell’arte (Futurismo rivisitato,
1966). Invitato alla Biennale di Venezia nel 1964, partecipa l’anno seguente alla mostra inaugurale dello
Studio Marconi, di cui diventa uno degli artisti più rappresentativi. Insieme alle nuove serie Ossigeno
Ossigeno, Oasi e Compagni compagni, realizza pellicole d’avanguardia come Anna Carini vista in agosto
dalle farfalle, che presenta nel 1967 allo Studio Marconi.
Dal 1970, dopo l’impegno politico e civile negli anni della contestazione, sperimenta il riporto di immagini
televisive sulla tela emulsionata, cui aggiunge interventi cromatici con smalti industriali.
Tiene numerose personali e nel 1972 espone alla X Quadriennale romana. L’anno seguente partecipa alla
rassegna “Contemporanea”, curata da Achille Bonito Oliva nel parcheggio di Villa Borghese.
Nel 1974 ha luogo all’Università di Parma una vasta antologica che con un centinaio di opere ripercorre la
sua carriera artistica.
In questi anni torna a rivisitare la storia dell’arte con opere ispirate ai capolavori delle avanguardie storiche e
realizza nuovi cicli, tra cui Quadri equestri, Architettura, Naturale sconosciuto, Reperti.
Oltre a organizzare numerose personali in Italia e all’estero partecipa a diverse edizioni della Biennale di
Venezia ed è inserito nelle principali rassegne dedicate all’arte contemporanea italiana, tra cui: Identité
italienne, 1981, Centre Pompidou, Parigi; Italian Art of the XX century, 1989 Royal Academy, Londra; The
Italian Metamorphosis 1943-1968, 1994, Solomon R. Guggenheim Museum, New York (poi trasferita alla
Triennale di Milano e al Kunstmuseum di Wolfsburg).
L’artista muore a Roma nel 1998.
Inaugurazione 6 novembre ore 18
Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 - 20124 Milano
Orario: martedì - sabato 10-13, 15-19
Ingresso gratuito