Adalberto Abbate
Paolo Angelosanto
Francesco Arena
Wladimiro Bendandi
Max Boldrin
Pierluigi Butto'
Mauro Ceolin
Coniglioviola
Gianluca Costantini
Sabine Delafon
Massimiliano Eddis
Igor Eskinja
Fantasmagramma
Alessandra Ghirardelli
Alice Guareschi
Dario Lazzaretto
Federico Maddalozzo
Delfina Marcello
Fabio Marullo
Nark Bkb
Caterina Notte
Maria Elisabetta Novello
Domenico Palma
Rafael Pareja Molina
Gruppo Passaporta
Adriano Persiani
Stefano Pini
Maria Grazia Pontorno
Christian Rainer
Anna Rossi
Matteo Rosso
Antonio Rovaldi
Luca Tanzini
Simone Tosca
Carlo Vedova
Sebastiano Zanetti
Davide Zucco
3 curatori, 37 artisti, 37 immagini originali. L'idea portante di Q13-Garage e' il confronto-incontro degli artisti 'visivi' con l'argomento 'musica'. Cio' che e' stato chiesto loro e', a conti fatti, di realizzare un progetto-immagine strettamente legato alla musica (con tutto cio' che essa rappresenta: sonorita', brani pop, rock, ballate popolari, musica elettronica, etc) e alle suggestioni che essi hanno nei suoi confronti.
COMUNE DI VENEZIA
ASSESSORATO alla CULTURA - CULTURA e SPETTACOLO
ASSESSORATO alle POLITICHE GIOVANILI - ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI
CONSIGLIO di QUARTIERE 10 - MESTRE CENTRO
CENTRO CULTURALE CANDIANI
VISUAL ART PROJECT
un'idea LABORATORIO / Interno3
3 curatori, 37 artisti, 37 immagini originali
a cura di PAOLA CAPATA, STEFANO COLETTO, ALBERTO ZANCHETTA
artisti invitati:
Adalberto Abbate, Paolo Angelosanto, Francesco Arena, Wladimiro Bendandi, Max
Boldrin, Pierluigi Buttò, Mauro Ceolin, Coniglioviola, Gianluca Costantini,
Sabine Delafon, Massimiliano Eddis, Igor Eskinja, Fantasmagramma, Alessandra
Ghirardelli, Alice Guareschi, Dario Lazzaretto, Federico Maddalozzo, Delfina
Marcello, Fabio Marullo, Nark Bkb, Caterina Notte, Maria Elisabetta Novello,
Domenico Palma, Rafael Pareja Molina, Gruppo Passaporta, Adriano Persiani,
Stefano Pini, Maria Grazia Pontorno, Christian Rainer, Anna Rossi, Matteo Rosso,
Antonio Rovaldi, Luca Tanzini, Simone Tosca, Carlo Vedova, Sebastiano Zanetti,
Davide Zucco.
Tre risposte sul progetto Q13-GARAGE
LAURA RIOLFATTO (LABORATORIO / Interno3): L'idea portante di Q13-GARAGE è il
confronto-incontro degli artisti "visivi" con l'argomento "musica". Ciò che è
stato chiesto loro è, a conti fatti, di realizzare un progetto-immagine
strettamente legato alla musica (con tutto ciò che essa rappresenta: sonorità ,
brani pop, rock, ballate popolari, musica elettronica, etc) e alle suggestioni
che essi hanno nei suoi confronti.
Un argomento che, se vogliamo, è estremamente semplice e complesso al tempo
stesso, e che potrebbe scadere -se mal interpretato- nella banalità .
Nel tuo caso, ad esempio, sarebbe interessante sapere come hai rivolto le tue
scelte, come hai effettuato la tua ricerca. Che tipo di artista pensi sia in
grado di dare un'interpretazione "mirata"? E quale pensi che sia
l'interpretazione giusta da dare?
ALBERTO ZANCHETTA: l mio "A Priori" [ovvero l'io Penso] si era prefisso di
rendere visivamente non tanto la musica ma il suono, indi pure il rumore;
coinvolgere altresì gli artisti in una formalizzazione del senso dell'udito,
come se ragionasse per "riverbero".
Ludwig Van Beethoven era sordo, le note anziché sentirle se le figurava, le
"pensava". In questo caso si tratta[va] di pensare il suono/rumore con un suo
corpo, a più dimensioni, e non più aereo-volatile, di (an)aerobio quale è in
realtà - ovviamente svicolando da un pentagramma, forma alquanto banale, come da
te ipotizzato -.
Nello specifico: Maddalozzo ha decostruito il rumore [nell'esempio di un
generatore] riducendolo a pixel cromatici; i Fantasmagramma hanno trasposto le
loro performatività sonore in un'immagine rifratta - da un oscilloscopio;
Marcello ha scandagliato il labirinto dell'orecchio ottenendo uno stillicidio
dell'udito; Pini ha lavorato in base a una associazione di pensiero (indotta da
una associazione visiva): quella dei manifesti di alcuni concerti rispetto alle
bottiglie vuote accumulatesi tutt'intorno (casse armoniche vuote, un processo di
consumo che collima con "la fine dello spettacolo" rispetto al "show must go
on"); Nark Bkb si è interessato ai chewinggum appiccicati alle sedie di un'aula
vuota, silente, quale epilogo di una masticazione scomposta, semi-rumorosa,
sicuramente fastidiosa.
Altri hanno privilegiato il packagin discografico o il booklet del cd, attuando
una "cover" (che nel nostro gergo corrisponderebbe al d'après) della "cover"
(del disco). È il caso di Tosca, che ha rivisitato/omaggiato/infirmato una
copertina dei Talking Heads. Rossi ha riletto Piazzolla, lo ha siglato,
cancellato, fino a negarne la struttura composita. Persiani ha invece preferito
inventarsi, ex-novo, un proprio demo; diversamente da Costantini, che sembra
aver rivisitato con stile grafico e decorativo i fasti di Hambleton, o da
Bendandi, che si è affidato alle "comunicazioni di servizio".
Il tema di Q13-GARAGE non può quindi avere una forma restrittiva, al contrario:
è un invito all'imago più sfrenato... non solo emotivo o affettivo come
accennavi poc'anzi... Stefano?
STEFANO COLETTO: Il progetto Garage mi è parso subito interessante e per due
ragioni.
Prima di tutto perché riprende la non risolta questione del rapporto tra arte
visiva e musica, che ha prodotto innumerevoli testi, ma anche opere d'arte
linguisticamente ibride; e poi perché questa problematica viene inserita nella
prospettiva della convergenza dei media nel digitale.
A questo punto mi sono chiesto come coinvolgere un artista su questo progetto e
quali sarebbero potute essere le caratteristiche delle immagini realizzate.
Grazie al digitale le due dimensioni vedere - ascoltare si intersecano con una
facilità senza precedenti, divenendo percetti strutturalmente simili ma
fenomenologicamente diversi. L'opera digitale sembra avere due volti, due facce
differenti, non solo adiacenti ma innestate una nell'altra e prodotte da una
medesima natura. Lavorando al progetto Garage ho pensato quindi all'immagine che
gli artisti avrebbero realizzato come ad una particolare forma di icona di
collegamento. Il link si associa ad un testo ma anche ad un'icona stilizzata che
svolge la funzione di semplice richiamo, di interfaccia. Il link
cliccato/attivato produce qualcosa, apre uno spazio, avvia una funzione. Queste
immagini elettroniche però non avrebbero potuto suonare.
L'intervento artistico per ragioni tecniche ed estetiche non poteva infatti
ridursi a creare un semplice collegamento per aprire un file musicale come
un'icona per computer; serviva un'immagine complessa, stratificata, pregnante,
dotata di forza autonoma rispetto alla musica ma che con questa fosse comunque
in relazione. In altre parole un'immagine prodotta per analogia, connessa al
mondo della musica, non solamente visiva ed espressiva, bensì anche capace di
attivare negli occhi dell'osservatore una tensione che metaforicamente
conducesse all'immaginario musicale sempre sfuggente, fluido. Un elaborato
visivo - digitale esposto come link silenzioso e complesso, aperto,
pluridirezionale e senza precisi referenti.
Non credo quindi ci sia una forma o un modo corretto per realizzare tutto
questo, bensì una disposizione particolare nei confronti del problema che apra
ad un luogo, quasi un campo simbolico di forze nel quale porsi, da attraversare
ed a cui rinviare con un'immagine.
PAOLA CAPATA: Nessuna forma e nessun modo corretto di "mettere in opera" il
progetto, sono d'accordo. Ciò che invece a mio parere è risultato determinante
nella fase di invito degli artisti e realizzazione delle opere è la
"predisposizione" al tema in oggetto. Contrariamente alle apparenze, come dicevo
prima, non si ha a che fare con un tema semplice. E' anzi, un argomento
terribilmente complesso, perché può essere affrontato con mille sfumature e
diversità , correndo il rischio, nostro malgrado, di creare delle pericolose
tautologie. Ognuno di noi, nella scelta operata, in veste di critico e/o
curatore ha fornito un'interpretazione personale che -seppure a grandi linee-ha
indirizzato gli artisti, permettendogli di lavorare in una direzione. La mia
scelta è ricaduta su artisti che hanno una grande affinità con l'oggetto
"musica", intesa come oggetto proprio perché pensata a tutto tondo, e che fanno
della sonorità una parte fondamentale della propria ricerca. Personalmente, sin
dall'inizio, ho pensato che per loro avrebbe significato confrontarsi con un
soggetto, con un elemento che è parte costante della vita di ogni giorno e sul
quale a volte si possono dare molte cose per scontato.
Q13-GARAGE per gli artisti potrebbe significare un tirar fuori qualcosa dal
cassetto, rigirarselo tra le mani e, perché no, scoprirvi una progettualitÃ
anche al di là degli scopi di questa mostra. E chissà che molti di loro, magari
proprio grazie a Garage, non stiano già pensando a qualche nuovo lavoro, che
prendendo spunto da quest'esperienza, possa poi ampliarsi e trasformarsi in
qualcos'altro. Sarebbe raggiunto lo scopo che mi ha spinto, sin da subito, a
partecipare a questo progetto. Credo di non sbagliare dicendo che poi, in
realtà , è proprio questa ricerca di sinergie nuove e stimolanti il motivo che ha
spinto tutti noi a lavorare insieme, nonostante le distanze
(geografiche-concettuali-di prassi lavorativa) e la diversità degli approcci.
Speriamo in un buon confronto. E rimaniamo in attesa-fiduciosi- di vedere queste
sinergie.
Immagine: Alice Guareschi, Stereovoyage
catalogo disponibile
inaugurazione sabato 15 ottobre 2003 - ore 18.00
a seguire ore 18.30 Ubi Dread - Dubadelica Showcase - live set
Roots/Fondazione Arezzo Wave Italia/Soliti Sospetti srl
Centro Culturale Candiani - Venezia Mestre
Sala Espositiva piano terra Centro Culturale Candiani, interno/esterno