Weng Fen affronta il tema del processo di modernizzazione e di urbanizzazione cominciato negli anni Ottanta in Cina. Irene Kung immortala monumenti in un'atmosfera indefinita e sospesa. Gergely Szatmari interpreta i temi della superficialita', dell'inerzia e dei suoi risultati.
WENG FEN
SITTING ON THE WALL: HAIKOU
Le foto di Sitting on the Wall: Haikou sono state scattate nell'area di Guomao della città di Haikou, dove l'autore vive. Nel 1985 un'area rurale, questa zona fu scelta come base speriamentale per la modernizzazione e l'urbanizzazione dopo che Hainan divenne la prima Zona Economica Speciale in Cina negli anni Ottanta. In pochi anni è stata trasformata in una nuova zona commerciale.
Un muro separa la città di recente costruzione dalla vecchia zona rurale e una giovane ragazza seduta su quel muro ci ricorda il vecchio scenario, mentre la sua ombra guida il visitatore a guardare alla città in lontananza. Essa sembra essere pervasa da una sensazione mista di curiosità e confusione, che è proprio la complessa psicologia della città moderna.
Ciò che le fotografie rivelano sono i cambiamenti tra oggetto (natura artificiale) e soggetto (individuale), vale a dire i cambiamenti psicologici e culturali causati nelle persone da cambiamenti geografici, e il rapporto tra lo sviluppo e il cambiamento e la distruzione causata dalla globalizzazione economica.
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IRENE KUNG
LA CITTÀ INVISIBILE
A cura di Enrico Stefanelli
"L'uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. In ogni città dell'impero ogni edificio è differente e disposto in diverso ordine: ma appena il forestiero arriva alla città sconosciuta e getta lo sguardo in mezzo a quella pigna di pagode e abbaini e fienili, seguendo il ghirigoro di canali orti immondezzai, subito distingue quali sono i palazzi dei principi, quali i templi dei grandi sacerdoti, la locanda, la prigione, la suburra. Così – dice qualcuno – si conferma l'ipotesi che ogni uomo porta nella memoria una città fatta soltanto di differenze, una città senza figure e senza forma, e le città particolari si riempiono."
"D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda".
Italo Calvino
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GERGELY SZATMÁRI
MEADOWLANDS
A cura di Enrico Stefanelli
In collaborazione con la Faur Zsófi Gallery.
Il nome Meadowlands fa riferimento ad una regione e ad un parco divertimenti e sportivo nel New jersey, a nord ovest di New York, vicino al fiume Hackensack.
Gli Stati Uniti d'America della nostra epoca sono molto diversi da quello che i mondi fittizi dei registi mostrano. Esiste una chiara analogia con le tendenze degli ultimi due decenni del XIX sec., l'allontanarsi dalla realtà e il rafforzamento del Simbolismo. Anche se le cause furono diverse, l'urgenza nacque dalla frustrazione: il desiderio di libertà, fraternità, uguaglianza non era stato realizzato.
Il lavoro fotografico Meadowlands intende affrontare i temi della superficialità, dell'inerzia e dei suoi risultati: frustrazione, depressione, rassegnazione, rinuncia e passività totale.
Immagine: Aya Sofia - Irene Kung
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Palazzo Guinigi € 6