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19/11/2003

Defrag

Suite106, New York

Massimo Grimaldi, Deaborah ligorio, Davide Minuti

a cura di Laura Garbarino

Defrag: la realtà in un'ottica frammentata e decifrata attraverso i lavori di tre artisti italiani. Massimo Grimaldi, Deaborah ligorio, Davide Minuti.
L'applicazione di una griglia mentale, una matrice che ridisegna il pensiero seguendo una gerarchia di valori assunti dall'artista stesso.

Arte, architettura, design, attualità trovano corrispondenza nei lavori di Deborah Ligorio, tramite l'utilizzo di video, fotografia e progetti web.
Con una grafica quasi pop i suoi video ripropongono il quesito sulla normalità della nostra percezione e costruzione mentale della realtà. In Sizescape patterns quasi da videogioco, forme da garphic-design, ridefiniscono la propria visione del mondo in relazione a se stessa.
Il generale e il particolare, così come, graficamente, lo sfondo e il dettaglio vengono resi in un rapporto di prossimità immediato.
Il contrasto tra pubblico e privato è meno evidente nell'opera di Massimo Grimaldi, dove l'immagine non si rivela mai a prima vista. L' appropriazione delle immagini nei suoi lavori nasce da un atteggiamento che ricorda l'ecstatic consumer degli anni '80 che Nicolas Bourriaud definisce come 'the user of forms: an intelligent and subsersive consumer'. Il risultato è ambiguo e astratto, ma ancora associabile ad un mondo naturale. Double Hubble Deep Field è una struttura virtuale tridimensionale che riporta sulla sua superficie impeccabile la duplicazione dell'immagine più profonda dell'universo scattata dal telescopio The Hubble.
La fuga da ogni possibile fraintendimento porta Davide Minuti a rappresentare uno stato indefinito in attesa di uno sviluppo determinato. Titoli come Loading e Update sono appropriamenti di un linguaggio della Rete che implica tale dimensione. Update 2 è un'installazione flessibile che può appunto 'riaggiornare' la propria modularità. Costituita da 35 barre bianche metalliche dotate di una ruota e un freno ad una estremità, Update 2 ridefinisce i contorni dello spazio. Nella ripetitività di questi elementi si crea attrazione e tensione tra le stesse ed un senso di precarietà.

Defrag propone spazi narrativi singolari, un'estetica che non accetta il minimo margine di errore e imperfezione, ma vive di una completezza formale tale che potrebbe sussistere da sola. In realtà sotto l'aspetto formale così minimale, grafico o tecnologico, trapela un contenuto di grande profondità, un'emozionalità nascosta, contenuta.

Suite106, 112 Mercer Street, New York

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