Ufficio Stampa Associazione Culturale Antiqua
Fucinus Lacus. Con questa mostra inaugurano i padiglioni restaurati del museo. La volonta' di narrare la storia antica e moderna del luogo e' stata fonte d'ispirazione per la pittrice marsicana.
La mostra Fucinus Lacus nasce da un progetto che arriva da
lontano, idealmente e geograficamente.
L’autrice delle opere, Ester Grossi, tra le più acclamate artiste
della sua generazione, promossa dalla Galleria bolognese
Spazio Testoni, nasce a Luco dei Marsi e inizia la sua carriera
artistica nel capoluogo emiliano.
Qui la distanza diventa per lei meditazione e si trasforma in
voglia di conoscere la storia della sua terra d’origine: un pa-
trimonio studiato a fondo da suo padre, Giuseppe Grossi.
Come ha spiegato la pittrice, queste opere nascono dalla con-
sapevolezza di provenire da una zona dell’Italia unica dal
punto di vista archeologico e naturale, testimone di una tra-
sformazione industriale, suscitata dalla grandiosa opera di
prosciugamento del lago Fucino, alla quale ha saputo coniu-
gare il ricordo delle suggestioni infantili, in cui la Marsica
diventava una terra incantata, portatrice di un fascino ance-
strale, scaturito da una natura brulla e selvaggia, la stessa che
ha emozionato i viaggiatori tra Settecento e Ottocento.
La volontà di restituire la storia antica e moderna di questo
luogo è stata preziosa fonte d’ispirazione, generando un per-
corso per immagini, che ricostruisce le tappe di una delle più
grandi, e per certi versi devastanti, trasformazioni sociali e
paesaggistiche della storia d’Italia.
Il Polo museale civico L’Aia dei Musei “Giovanni Bozzi” na-
sce dagli stessi presupposti, per volere dell’Amministrazione
Comunale di Avezzano. Il progetto scientifico, curato
dall’Associazione Culturale Antiqua, in collaborazione con
alte personalità della cultura nazionale e internazionale, trae
spunto dal desiderio di diffondere la conoscenza del ricco
patrimonio storico-archeologico marsicano, con particolare
attenzione al recupero della memoria collettiva e dell’identità
territoriale, legata al prosciugamento del lago Fucino.
Dalla coincidenza di questi ideali nasce l’interessante colla-
borazione tra l’Associazione Antiqua e la Galleria Spazio Te-
stoni, che ha permesso a Ester Grossi di allestire l’ultima tap-
pa di questa esposizione in uno dei nuovi padiglioni de
L’Aia dei Musei “G. Bozzi”, restaurati dalla Direzione Regio-
nale dei Beni Culturali, in collaborazione con il Ministero per
i Beni e le Attività Culturali. Una collocazione ideale, in quel-
lo che ad oggi è l’unico spazio dedicato alla memoria di una
delle più grandi opere idrauliche ottocentesche: il prosciuga-
mento del lago Fucino.
Il nucleo del progetto è stato presentato nell’ottobre 2012 per
il Premio Cairo, presso il Museo della Permanente di Milano,
prestigioso riconoscimento per l’arte contemporanea, in cui
la pittrice è arrivata finalista.
L’esposizione, ampliata e presentata a Bologna alla Galleria
Spazio Testoni e curata da Alberto Mattia Martini, giunge
oggi nella Marsica, terra d’origine dell’artista e luogo
d’ispirazione per le opere.
L’impresa di Alessandro Torlonia, incarnazione degli ideali
positivisti, in cui la violenza della natura è soggiogata
dall’uomo e dalla scienza, non è solo un evento che ha inciso
fortemente sul clima e, per conseguenza, sulla sopravvivenza
di una straorinaria biodiversità, cancellata dalla scomparsa
delle acque. Non è solo un imponente mutamento
paesaggistico, che ha trasformato il più esteso lago carsico
d’Italia in una vasta pianura agricola. È soprattutto un
radicale cambiamento sociale, che ha trasformato pescatori in
contadini, modificando, usi, costumi e perfino abitudini
alimentari dei paesi disposti intorno all’alveo del lago, con
importanti ripercussioni sull’intero territorio marsicano.
Negli anni Sessanta, questa terra biologicamente sconvolta,
devastata dai terremoti, trova anche una vocazione
industriale, sulla scia del boom economico nazionale.
Fucinus Lacus racconta questa storia, sintetizzandola, con
l’efficacia comunicativa di Ester Grossi in tre momenti: il
prosciugamento, il passaggio a pianura agricola e la nascita
Centro spaziale “Pietro Fanti”, rispettivamente collegati sul
piano simbolico a tre elementi naturali, acqua, terra e aria.
Tematica principale dell’esposizione è la percezione del
paesaggio. Lo spazio uniforme e comune della massa
d’acqua, che diventa, in seguito alla divisione della terra in
appezzamenti, una superficie idealmente frammentata dalle
regole della proprietà privata, è oggi sede della Telespazio, i
cui satelliti proiettano la nostra percezione nell’aria,
nell’universo, restituendo un’immagine del Fucino dall’alto
che ci appare come un tessuto, quadrettato dalla varietà delle
culture.
La prima serie di tele mostra il paesaggio lacustre, elaborato
mediando incisioni di Piranesi e Lear, foto d’epoca,
topografie di Fabretti e Brisse, con riferimenti storici e
suggestioni cinematografiche.
Se il tributo a Lear è evidente in Chiare fresche e dolci acque,
nella tela Fucinus Lacus la dea Angizia, incantatrice di
serpenti, che abitava il bosco di Lucus Angitiae, l’antica Luco
dei Marsi, diventa in questa chiave la Signora Ceppo della
nota serie televisiva Twin Peaks, mentre sul lato opposto
troviamo Antonio Maria Radmilli, l’archeologo fautore del
ritrovamento del cranio del’Uomo di Ortucchio.
La divisione delle terre emerse operata dal principe
Alessandro Torlonia, viene riletta, nella seconda sezione
della mostra, attraverso un’istallazione che riproduce lo
spazio frammentato del Fucino: un patchwork di tele
monocromatiche di varie dimensioni e tessiture, che rinviano
alle colture della pianura, accompagnata da una proiezione,
in cui le tessere del Tetris compongono di volta in volta la
superficie blu del lago e l’odierna visione a pixel delle foto
satellitari di Google Earth.
La percezione quadrettata della conca fucense conduce
all’ultima serie di quadri, riferita alla nascita del Centro
spaziale “Pietro Fanti”.
Un excursus storico, che mostra il sopralluogo del presidente
del Consiglio Aldo Moro, ne In visita, tornando ciclicamente
al tema delle prime tele, con l’opera In posa tra cielo e terra,
nella quale i personaggi ottocenteschi di In posa, diventano i
membri dello staff Telespazio.
Il racconto per immagini proposto nell’esposizione è narrato
attraverso l’inconfondibile cifra stilistica di Ester Grossi.
Debitore alla Pop Art americana, accostato dalla critica ad
Alex Katz, arista ebreo russo nato a Brooklyn nel 1927, consi-
derato uno dei più importanti pittori contemporanei, lo stile
di Ester Grossi convince per la potenza comunicativa delle
immagini, nelle quali si fondono ironia e sensibilità.
Se i paesaggi di Katz condotti con superfici di colore piatto,
sono in grado di riportare il concetto di “Land-scape” al pro-
prio significato originario di “Land-shape”, forma del paese,
la pittura di Grossi fa di più, introducendo riferimenti storici,
artistici e cinematografici, che fanno da volano per la com-
prensione dell’opera. Slegata dalla sola percezione visiva, la
tela diventa veicolo di significato.
L’estrema precisione delle vivide campiture, il tratto nitido e
pulito, che è stato avvicinato al rigore della computer grafica,
resta il suo segno distintivo. Una sapienza da illustratore,
altra attività dell’artista, che non rinuncia alla manualità del
gesto.
Da un punto di vista strettamente territoriale, non possiamo
non riconoscere come queste opere si annoverino nella tradi-
zione della grande pittura abruzzese, che da Michetti a Pati-
ni, fino ad Alberto Di Fabio, ha scritto importanti pagine del-
la storia dell’arte, non solo italiana.
Ester Grossi
Nata ad Avezzano (AQ) nel 1981. Diplomata in Moda, Design e Arredamento presso l’istituto d’arte “Vincenzo Bellisario”,
nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso il DAMS di Bologna.
Si dedica da anni alla pittura ed ha all’attivo diverse mostre in Italia e all’estero. Vincitrice del Premio Italian Factory 2010 e
finalista del Premio Cairo 2012, nel 2011 è stata invitata alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Abruzzo). Come illustratrice
ha realizzato manifesti per festival di cinema e musica (Imaginaria Film Festival, MIAMI-Musica Importante a Milano,
Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto) e cover per album di band musicali (A Classic Education). Collabora frequentemente
con musicisti per la realizzazione di mostre e installazioni pittorico-sonore.
Ufficio Stampa Associazione Culturale Antiqua Tel. 349 4542826 E-mail: sofia.leocata@associazioneantiqua.it
Inaugurazione 27 Novembre ore 16
L'Aia dei Musei "Giovanni Bozzi"
via Nova (ex Mattatoio), Avezzano (AQ)
Orario: Mar-Ven 15,00 - 18,00; Sab e Dom 11.00 - 13.00 / 15,00 - 18,00
Ingresso libero