Tessarollo fa convivere linguaggi diversi ma complementari, muovendosi parallelamente tra disegni divisionisti, acquarelli dai colori sovraccarichi, sculture che usano macchinari di elevata perfezione, stampe digitali dagli effetti pittorici, simulazioni animate del movimento. ''Geografia Umana'' diventa il luogo degli squilibri, della gravita' precaria, dell'inadeguatezza tra qualcosa di troppo grande o troppo piccolo
Geografia Umana
A cura di Gianluca Marziani
Reduce dal successo di ''Melting Pop'' (Palazzo delle Papesse a Siena,
Castello di Masnago a Varese) con una scultorea famiglia Simpsons in
gondola, Silvano Tessarollo torna a Verona per la sua seconda personale alla
galleria La Giarina. La sorpresa sarà grande davanti alle nuove storie di
''Geografia Umana''. Si rivedranno gli indimenticabili toponi con quel muso
allungato e le orecchie alte, gambe e braccia sottili, piedoni imponenti e
una pelle rosa che richiama l'infanzia del nudo esibito. Lo spiazzamento
visivo, lo stesso già apprezzato nel volume monografico del 2002 (Cooper &
Castelvecchi), si rinnova in questa anomala sfida al gigantismo plastico dei
volumi, ai perfezionismi tecnici con cui esaltare ogni dettaglio, colore,
profilo. L'umanità di Tessarollo, benchè utilizzi la grammatica dei cartoon,
in realtà persegue una narrazione dai termini teatrali, ricca di epiloghi
catartici che condensano memorie di grecità classica, senza nulla di
fumettistico nelle azioni dei protagonisti. Lo stesso modellato tecnologico
ne incattivisce la pelle e le articolazioni, le posture si interfacciano
alla memoria del novecento, finchè si crea uno spiazzamento plastico dalle
parti di Claes Oldenburg e Dennis Oppenheim. Le forme finali, ingigantite
rispetto all'archetipo, alimentano la simulazione tra vero e falso. Sono
strane entità che rappresentano il soggetto privilegiato della fantasia
creativa; ma anche lo strumento che enfatizza i comportamenti della specie
umana: sentimenti primari, emozioni contrastanti, puro istinto di
sopravvivenza. I simpatici toponi a busto eretto si tramutano nello specchio
stilizzato del nostro essere. E la loro apparenza leggera, come molte cose
del vivere civile, resta una maschera per celare il dramma interiore. Un
trucco emotivo, una simulazione estetica che ci trasporta nella prosa
quotidiana con forme carezzevoli, accattivanti, caramellose.
Adesso immaginate una gigantesca scultura verticale composta da sei
personaggi a piramide. Qui i toponi hanno un pannolone bianco e, come in
opere precedenti, la bocca chiusa da una garza. Quasi degli infanti precoci,
senza divise sociali mentre traballano in uno sforzo di equilibrismi
circensi. Formano un triangolo vivente che ribalta la stabilitÃ
installativa, mettendo lo spettatore in condizioni di continua titubanza
fisica.
Altre due figure si piazzano nelle sale: la prima interagisce con un
classico hula-hoop, troppo grosso per farlo girare senza sforzi spasmodici;
un'altra tenta la guida di un monopattino che appare piccolo rispetto alla
stazza fisica. Vediamo il primo topone che si adagia sul cerchio, come se
riprendesse fiato dopo tentativi vani. Il secondo sta in ginocchio sul
pianale del monopattino, anche lui in una depressione muscolare che richiama
una nuova, plausibile partenza. Ognuno ha la sua personalità , assume pose
che lo identificano, esprime il carattere nei gesti decisi. Guardateli bene
e percepirete la sensazione che vi capita davanti ad un oceano di cinesi. A
prima vista tutti molto simili, in realtà delineano la propria fisionomia
non appena lo sguardo si allena al ''diverso''.
Lo stesso topone da hula-hoop vive dentro una videoanimazione
tridimensionale dove lo sforzo si enfatizza, i suoni giungono dal corpo
umano, la tensione cresce vertiginosamente durante lo sketch. L'immaginario
plastico di Tessarollo arriva così al punto di ideale completamento,
chiudendo un cerchio individuale che si apre col disegno, passa ad una
pittura acida ma primordiale, quindi al rielaborare le scene al computer,
poi alla scultura (progettazioni al computer con esecuzione in poliuretano
su macchina CNC, poliestere, vetroresina, colori industriali e vernice
gommata) finchè i personaggi diventano fotografie digitali e tornano ad
un'essenza sintetica come, appunto, l'animazione elettronica.
Tessarollo fa convivere linguaggi diversi ma complementari, muovendosi
parallelamente tra disegni divisionisti, acquarelli dai colori
sovraccarichi, sculture che usano macchinari di elevata perfezione, stampe
digitali dagli effetti pittorici, simulazioni animate del movimento. Una
volontà evidente di far respirare i protagonisti, dargli dinamismo spaziale,
quasi a replicare la vita con un radicale potere plastico della materia. In
fondo, la lotta dei toponi è la stessa che l'autore intraprende con la
creazione: come gli animaloidi si dichiarano vivi, così le opere ambiscono
ad un superrealismo che renda credibile l'inanimato.
''Geografia Umana'' diventa il luogo degli squilibri, della gravità precaria,
dell'inadeguatezza tra qualcosa di troppo grande o troppo piccolo. I
personaggi di Tessarollo continuano a provare sfide impossibili, ad eccedere
nella fiducia in se stessi, ad ostinarsi come frenetici atleti del
quotidiano. Da anni li conosciamo nelle loro storie di ferimenti, lotte
fisiche, incidenti, morti e minacce armate. Oggi si dedicano al gioco
(piramide, hula-hoop, monopattino) ma il loro dramma non scema. A riprova
che la vita, vera o scultorea cha sia, rimane una piccola e inalienabile
battaglia quotidiana.
Vernissage: sabato 6 dicembre-ore 18.30
La Giarina Arte Contemporanea Via Interrato dell'Acqua Morta 82, 37129 Verona
orario: dal martedì al sabato 15.30-19.30, mattino, lunedì e festivi su appuntamento