Equilibri sospesi. Nelle sue tele il centro spesso e' assente, bensi' appare una struttura pittorica in lievitazione, leggera e giroscopica.
Prima esposizione personale alla Galleria Cart di Federico Lissoni (Sesto S. Giovanni, 1980) che indaga con nuove modalità di esecuzione l'astrazione geometrica.
Sovente le generazioni più giovani ritornano su percorsi già esplorati dalle avanguardie del secolo scorso alla ricerca di una solida piattaforma da cui prendere slancio per nuove sperimentazioni, spesso avvalendosi e agevolati dalle nuove tecnologie.Nella fase preliminare della "costruzione" dei suoi dipinti, Federico Lissoni assistito dal computer, si è avvalso del "segno grafico" per creare ed elaborare le proprie forme e immagini, per poi ricomporle a seconda delle necessità o dell'intento che intendeva perseguire.
Affrancandosi successivamente dal mezzo tecnico,la tela non è più nient'altro che una superficie piana e ciò che in essa si mostra è soltanto il gioco reciproco di alcuni tratti, colori e forme che determinate e particolari condizioni di luce mettono in evidenza. Il fondo medesimo, anche quando è uniforme e monocromo,non è mai la campitura inerte su cui si incastonano le abbreviazioni geometriche delle linee, ma il polo dialettico con il quale queste stesse linee della superficie dialogano. La pittura astratta non fa altro che concentrare la nostra attenzione su ciò che è fondamentale nell'opera pittorica: la composizione di forme e colori su un piano.
Grazie alla stesura piatta dei colori, la tela risulta estremamente compatta e su una tonalità solitamente omogenea del fondo si inseriscono le forme strutturali del dipinto. Il centro sovente è assente, e appare una struttura pittorica in lievitazione,leggera e giroscopica: le forme fluttuano come sospese, sostenute da una loro forza interna e reciproca.
Quando un'opera ha la proprietà di generare intorno a sè uno spazio di silenzio, promuove uno sguardo diverso sulla realtà, uno sguardo crudo, astratto, grazie al quale il mondo si offre sotto il segno della contemplazione. Attraverso questo silenzio non si ottiene di fuggire dal reale o di soppiantarlo, ma piuttosto di coglierne le dimensioni occulte e nascoste. E' un silenzio che non pretende di annullare il linguaggio, bensì di trascenderlo : in una certa misura, è un silenzio che viene dopo la parola.
Inaugurazione 7 dicembre ore 17
Galleria Cart
via Giuseppe Sirtori, 7 - Monza (MB)
mart-sab 15,30-19,30
Ingresso libero