Storie in discreto disordine. Architetture immaginarie e luoghi della memoria collettiva. Una mostra di fotomontaggi architettonici e opere. A cura di Caterina Rinaldo.
a cura di Caterina Rinaldo
Martedì 10 dicembre 2013 alle 19,30, presso la Galleria Spazio Giovani della città antica di Bari, si inaugurerà la personale di Antonio Labalestra dal titolo "Storie in discreto disordine. Architetture immaginarie e luoghi della memoria collettiva", una mostra di fotomontaggi e opere a cura di Caterina Rinaldo.
L’attitudine al fotomontaggio architettonico è oggetto di rinnovato interesse tra gli architetti contemporanei quale modalità di studio e ricerca delle relazioni esistenti tra l'oggetto e la città, tra il luogo e il suo significato storico, quale pratica di rimessa in discussione delle certezze consolidate e apertura verso nuove prospettive di indagine.
Tuttavia l'intento di questa mostra non è assimilabile al lavoro del progettista ma al lento indagare dello storico che non crea, piuttosto disseziona e poi riconnette le parti, indaga relazioni e costruisce nuove corrispondenze logiche facendo emergere correlazioni narrative, individuando l’implicito legame spazio-temporale tra luogo e avvenimento.
Labalestra non aggiunge nulla, non interferisce, non modifica, rilegge e mette in relazione le parti, le fa dialogare e interagire, le ricompone studiandole per riconoscere cosa abbiano in comune esattamente come avviene nel gioco del domino; dà vita come scrive Franco Purini in Comporre l’architettura, “a visioni architettoniche nelle quali si mette in scena l’inaspettato, lo sconosciuto, il sorprendente. Si tratta di immagini scaturite da un puro atto di fantasia le quali, nonostante tale origine, intermedia tra il sogno e il ricordo di qualcosa di perduto, riescono spesso a svelare il lati più nascosti e spesso più illuminanti della realtà”.
La mostra, che riflette approfonditamente sul rapporto esistente tra architettura e letteratura, rappresenta un gioco di parole, un complesso meccanismo mentale attraverso cui provare a leggere, nei collegamenti visivi individuati, nelle relazioni esistenti tra le parti, un percorso di analogie, di nessi storici spesso distanti e insospettabili. E’ la summa stessa della storia che va in scena con la sua complessa stratificazione temporale.
Sedici immagini di formato quadrato divengono sedici opere uniche, documenti in cui gli elementi sono messi in relazione a ricercare riferimenti che sommano più livelli autobiografici: da quello personale dell'architetto a quello di una generazione di teorici e progettisti accomunati da una stessa matrice di formazione culturale. “Sono luoghi”, sempre per citare Purini, “in cui l'errore come risultato dell’errare casuale e imprevisto nel linguaggio produce fulminee associazioni di idee, scambi di significato, ibridazioni, combinazioni inattese di segni, accostamenti apparentemente incongrui di elementi, rivelatori in realtà di un ordine nascosto delle cose”.
Così la Melencolia di Albrecht Dürer diventa l’anticipazione del precipitare dell'architettura contemporanea nella decadenza delle archistar, mentre la denuncia politica della fabbrica di carbone di Battersea, emblematicamente stigmatizzata dal maiale orwelliano pneumatico, simbolo di una politica dispotica e spietata, traduce l’immagine perfetta voluta dai Pink Floyd per la copertina di Animals, in una mera icona alla Jeff Koons attraverso l’inserimento della Tate Gallery di
Herzog & De Meuron che compare al posto dell’edificio industriale, ma di fatto è come se fosse
sempre stata lì. Ma è anche quando si riprogetta che la lezione della storia entra nel gioco delle relazioni tra le parti, così il progetto per l’ampliamento della Biblioteca Nazionale di Parigi di Etienne Boullée diventa pretesto per il ribaltamento di una cultura che potrebbe non poggiare più su solide basi.
E’, tuttavia, nell’enigma albertiano dell’occhio alato la chiave di volta per comprendere quanto ci sia ancora da studiare per intendere la relazione segreta esistente tra le cose. L’aspirazione ad una idealità che potrà provenire solo dal disvelamento dei significati contro l’apparenza della realtà mistificata.
Explicanda sunt misteria.
All’interno delle iniziative collaterali alla mostra Sabato 14 dicembre 2013 alle 18,30 l’autore terrà una lectio dal tema, "Architectura ficta. Dalla necessità monumentale all'autobiografia eclettica" dedicata alla lezione delle avanguardie come prodromo di una nuova architettura disegnata.
Caterina Rinaldo
Antonio Labalestra nasce a Torino. Si laurea in Architettura con una tesi in Storia dell’Architettura e teoria della Progettazione con il prof. Pippo Ciorra, il prof. Francesco Moschini e il prof. Franco Purini. Dal 2000 svolge attività didattica nei Corsi di Storia dell’Architettura e di Storia dell’Arte Contemporanea presso il Politecnico di Bari. Consegue istituzionalmente il Master Europeo di secondo livello in Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Roma Tre e il Perfezionamento in filosofie teoretiche ed estetiche del Novecento presso i dipartimenti di Lingue e Letterature Romanze e Mediterranee e di Italianistica dell’Università Degli Studi di Bari. Dal 2004 collabora con l’Archivio disegni del Fondo Francesco Moschini Archivio A. A. M. Architettura Arte Moderna per le Arti, le Scienze e l’Architettura avendo l’opportunità di guardare, da un osservatorio privilegiato, una serie di mostre dedicate all’architettura e alle arti ed autori del ‘900. Ha organizzato, coordinato e curato seminari, cicli di lezioni, rassegne cinematografiche, mostre ed eventi espositivi in Italia ed all’estero. All’attività didattica e divulgativa esercitata attraverso interventi ed incontri pubblici, giornate di studio e convegni, associa un’intensa attività editoriale attraverso la pubblicazione di libri, e con interventi su riviste e media specializzati. È autore di saggi, articoli e recensioni dedicati principalmente al rapporto tra arte e architettura e tra storia, teoria e progetto, con pubblicazioni autonome e su riviste italiane di settore, tra queste: “XY dimensioni del disegno”, “Segno”, “L’Industria delle Costruzioni”, “Paesaggio Urbano”, “Disegnare idee immagini” e “Progetti”.
Storie in discreto disordine. Architetture immaginarie e luoghi della memoria collettiva, di Antonio Labalestra con la collaborazione di Daniela Idda.
Inaugurazione 10 dicembre ore 19,30
Galleria Spazio Giovani
via Venezia, 41 - Bari
Orari 17,00/20,00. Lun e merc 17,00/21,30
Ingresso libero