Vedute. The new fragrance. Colori stesi col pennello che simulano strade da percorrere con lo sguardo insieme a frammenti di natura morta, frutta fresca dipinta sopra l'abbraccio sfocato di una Madonna con bambino...
“Veduta” è per l’artista un termine ambivalente, che rimanda ad un genere pittorico ma anche all’atto del “Vedere”. Il paesaggio è veduta e quindi imprescindibile dall’osservatore e dal modo in cui viene esperito e vissuto.
Come scrive la critica d’arte e curatrice Maura Pozzati nel testo che accompagna la mostra “La veduta si porta dietro, come il paesaggio, il ricordo di qualche cosa che è stato visto ma anche percepito, ascoltato ma anche odorato, un momento incantato in cui il soggetto si perde nell’oggetto, il dentro con il fuori”. D’altra parte lo stesso Cézanne affermava che “Il paesaggio si rispecchia, si umanizza, si pensa in me. Io lo oggettivizzo, lo traduco, lo fisso sulla mia tela”.
Non basta dunque una bella fotografia per catturare e restituire un paesaggio, bisognerebbe poterne distillarne il profumo per trasmettere le emozioni, la nostalgia, il sublime, il senso di totalità e di impotenza e la voglia di descriverlo o di dipingerlo. La percezione diretta della natura è di per se stessa ingannevole e si intreccia inscindibilmente con la storia di chi la traduce sulla tela. Barbieri intende aprire la Veduta ad un’interpretazione plurisensoriale:
the new fragrance, quasi fosse una nuova essenza glam oltre a identificarsi con l’odore forte della pittura fresca, si fonde sorprendentemente con la fascinazione per la pittura paesaggistica del 1700 e la suggestione evocata dagli anonimi lombardi seicenteschi. La pittura di Mattia Barbieri è fatta di stratificazioni e cancellazioni: colori stesi sapientemente col pennello che simulano strade da percorrere con lo sguardo insieme a frammenti di natura morta, frutta fresca e colorata dipinta sopra l’abbraccio sfocato di una madonna con bambino, squarci di cielo interrotti da fredde scritte digitali.
Nelle opere di Mattia Barbieri sono visibili contemporaneamente le intuizioni, le prove, gli errori, le solidificazioni, le tensioni, i rimandi continui tra i frammenti e la totalità: tutto questo è la new fragrance che l’artista ha distillato nel suo studio e portato nei nuovi spazi della (galleria +) oltredimore.
Mattia Barbieri (Brescia, 1985), dopo la laurea all’Accademia di Brera di Milano, è stato protagonista di numerose mostre personali tra cui Pitture domestiche (2013), esposizione in due atti alla galleria Federico Luger di Milano e allo Studio Tommaseo di Trieste, e Aperò l’Barbieri (2007) alla Galleria 42 di Modena a cura di Maura Pozzati. Ha partecipato anche a importanti mostre collettive quali: La Pintura es una cosa de vida o muerte (2013), L.E.M. di Sassari, a cura di Alberto Zanchetta; la seconda Biennale Internazionale di Mosca per Giovani Artisti 2010 “Qui Vive?”: Attention! Border crossing, White Hall, Winzavod Contemporary Art Center, a cura di G.L.O.W. Platform; Drawings (2009), Pablo’s birthday, New York, a cura di Jimi Bingsley. Ha vinto il Premio Lissone nel 2013 e ha partecipato alla X edizione del Premio Cairo nel 2009. È membro attivo della rivista d’Artista E IL TOPO.
Inaugurazione: 17 gennaio dalle ore 18.00
(galleria +) oltredimore
Via del Porto 48 a/b, Bologna
Orario: martedì e mercoledì 14.30-19.30; giovedì e venerdì 12.00-20.00; sabato 11.00-19.00 e su appuntamento
Ingresso libero