Veronica Tuzii, Bevilacqua La Masa
La Fondazione Bevilacqua La Masa, nella sede di San Barnaba, in concomitanza con la 57ª Biennale del Cinema di Venezia, dedica un omaggio al celebre regista iraniano Abbas Kiarostami presentando una selezione delle sue straordinarie fotografie. L'artista, accanto al cinema che lo ha consacrato a livello internazionale, ha infatti da sempre coltivato un personale interesse per il linguaggio visuale dedicandosi anche a pittura e fotografia
La Fondazione Bevilacqua La Masa, nella sede di San Barnaba, in concomitanza con la 57ª Biennale del Cinema di Venezia, dedica un omaggio al celebre regista iraniano Abbas Kiarostami presentando una selezione delle sue straordinarie fotografie. L'artista, accanto al cinema che lo ha consacrato a livello internazionale, ha infatti da sempre coltivato un personale interesse per il linguaggio visuale dedicandosi anche a pittura e fotografia: un aspetto inedito al pubblico italiano, che in questa occasione l'Istituzione veneziana intende proporre attraverso un percorso che si snoda nelle suggestive sale di Palazzetto Tito, la sede istituzionale della Fondazione.
Kiarostami, che ha saputo affrontare nei suoi film temi importanti quali la grande solitudine dell'uomo contemporaneo, la desolazione sociale ma anche l'amore per una natura consolatrice e per l'uomo, affida all'obiettivo fotografico il compito di indagare con occhio discreto ed al tempo stesso curioso un mondo popolato solo da presenze naturali in cui il grande assente è l'uomo. Alberi, montagne e strade vengono trasfigurati diventando elementi di colore e di luce, quasi in una impossibile sfida con il mondo della pittura, le presenze naturali diventano segni e tratti di una realtà , apparentemente nota ma di fatto ancora da decifrare.
La mostra, che si inaugura il 1° settembre, propone 30 fotografie, immagini che sintetizzano tutta l'arte e la filosofia di Kiarostami: "viaggiare con la mente". Secondo il pluripremiato regista iraniano "sognare è forse più necessario ed importante che vedere...". Presentare per la prima volta in Italia alla Bevilacqua La Masa l'opera fotografica di Kiarostami proprio in concomitanza con la Biennale del Cinema consente di creare un momento di grande visibilità e di interesse non solo per la città ma anche per quel linguaggio fotografico al quale lo stesso cinema è debitore.
Abbas Kiarostami, autore singolare di un cinema profondamente umanista, complesso e raffinato, abituato a lavorare con il minimo dei mezzi disponibili, in un paese pieno di problemi come l'Iran, dietro un'apparenza di semplicità assoluta è straordinario nel cogliere i gesti più elementari: così come nelle sue pellicole anche nelle sue fotografie. E' lo stesso Kiarostami a mettere in evidenza le analogie tra cinematografia ed arte fotografica: "Le regie semplici e statiche sono in realtà come la fotografia. Quando si tratta di regie più complesse, con una cinepresa che si muove, è ancora fotografia, ma in movimento. L'obbiettivo funziona come un semplice apparecchio fotografico. Cercare l'inquadratura è un esercizio continuo che alla fine può dare un contributo alla regia..mi sarebbe piaciuto nascere con le pupille circondate da barre rettangolari per abituarmi a guardare tutto attraverso questa inquadratura sacra..".
Le opere fotografiche esposte dalla Fondazione Bevilacqua La Masa propongono in particolare il mondo del paesaggio e della natura interpretato dall'occhio di Kiarostami attraverso il suo obbiettivo: "Sentivo il bisogno di essere tutt'uno con la natura, era lei che mi guidava. E nello stesso tempo avevo il desiderio di condividere con gli altri questi bei momenti di cui ero testimone." E ancora: "Le mie fotografie non sono il risultato del mio amore per la fotografia, ma del mio amore per la natura (..) si può fotografare moltissime volte lo stesso paesaggio. Le foto possono essere tutte belle ma non saranno mai uguali."
Inaugurazione 1 settembre, ore 17
Apertura mostra: 2 - 30 settembre 2000
Fondazione Bevilacqua La Masa
San Barnaba, Dorsoduro 2826 - Venezia
Orario: 15 - 19, chiuso il martedì
Informazioni: Fondazione Bevilacqua La Masa: tel. 041/5207797; fax 041/5208955
Uff. stampa: Venezia Fondazione, Veronica Tuzii
Note biografiche:
Abbas Kiarostami, nato a Teheran nel 1940, ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti, lavorando come grafico, pubblicitario, fotografo e girando più di centocinquanta spot pubblicitari. Nel 1969, insieme ad un suo amico, fonda il Dipartimento di Cinema dell'Istituto per lo sviluppo intellettuale dei bambini e dei ragazzi, e nel '70 realizza il primo cortometraggio di fiction intitolato "Il pane della strada".
Il primo lungometraggio, "Il viaggiatore", del 1974, è tutto girato in presa diretta, con mezzi e materiali di fortuna e con attori non professionisti. Dopo tre anni gira il documentario "Gli alunni della prima classe": per soggetto la vita di una classe scolastica di bambini, trasformata per l'occasione in uno scarno set. Dal 1987 inizia ad ottenere grandi consensi ai festival più importanti d'Europa e con il film "Dov'è la casa del mio amico", viene premiato nell'89 a Locarno.
Con "Close-up", dove storia realtà e menzogna si intrecciano continuamente, il regista è capace di momenti lirici fantastici (a detta dello stesso: "Credo che sia il mio miglior film"). "E la vita continua...", premio Rossellini a Cannes nel 1990, è la consacrazione definitiva. Nella storia: dopo il terremoto (nel 1990 un sisma devastante, in Iran, ha prodotto cinquantamila morti), i protagonisti viaggiano attraverso uno straordinario paesaggio alla ricerca dei bambini protagonisti del precedente film "Dov'è la casa del mio amico".
E' del 1994 l'affascinante "Sotto gli ulivi", pellicola che racconta di un regista sul set di "E la vita continua..." in un luogo dell'Iran da poco terremotato. Solo quindici pagine di sceneggiatura e tanta improvvisazione, in un incredibile saggio di cinema sul cinema, diretto, sceneggiato, montato e prodotto da Abbas Kiarostami. Alcuni critici hanno dichiarato che "Sotto gli Ulivi" è il più bel film dell'ultimo decennio.
Nel 1997 è Palma d'Oro al festival di Cannes per "Il sapore della ciliegia" e l'Unesco gli conferisce la "Medaglia Fellini".
Filmografia:
"Il viaggiatore", inedito in Italia, 1974;
"Il rapporto", inedito in Italia, 1977;
"Gli alunni della prima classe", inedito in Italia,1984;
"Dov'è la casa del mio amico?", 1987 ("Pardo d'oro" al festival di Locarno nel 1987);
"Compiti a casa", inedito in Italia,1989;
"Close-up", 1990;
"E la vita continua...", 1992 ("premio Rossellini" al festival di Cannes nel 1992);
"Sotto gli ulivi", 1994;
"Il sapore della ciliegia", 1997 ("Palma d'oro" al festival di Cannes nel 1997).
"E il vento si porterà via", 1999.
Inoltre è autore di dieci cortometraggi e tre mediometraggi.