Una doppia mostra di opere di Pierluca e Zoltan Kemeny, indiscussi protagonisti della scultura europea del secondo dopoguerra (fiorentino il primo, nato a Banica, in Transilvania il secondo), entrambi operanti a Parigi pur appartenendo a due generazioni diverse.
Dopo le mostre dedicate ad Alberto Viani e Michele Festa della scorsa stagione, continua presso lorenzelli arte l'appuntamento con la grande scultura.
Giovedì 4 dicembre 2003, a partire dalle ore 18,30, Lorenzelli Arte inaugurerà una doppia mostra di opere di Pierluca e Zoltan Kemeny, indiscussi protagonisti della scultura europea del secondo dopoguerra (fiorentino il primo, nato a Banica, in Transilvania il secondo), entrambi operanti a Parigi pur appartenendo a due generazioni diverse.
Migrazioni d'elementi (sala A e C) raccoglie 12 sculture a rilievo in ferro, rame e ottone (1957-1960) e circa 20 disegni a matita e carboncino di Zoltan Kemeny, realizzati tra il 1953 e il 1963.
Proprio i 'rilievi', che lo resero celebre come vincitore del gran Premio della Scultura straniera alla Biennale di Venezia nel 1964, si presentano come sculture complesse, concepite 'utilizzando ritagli, piccoli tubi, chiodi, lastre di rame, saldati insieme a formare agglomerati fitti fitti di piccoli elementi metallici, disposti in modo da creare ampie superfici di strutture seriali, di ritmi frenetici, con un effetto di antiche oreficerie gotiche' (M. Valsecchi, I rilievi di Kemeny, in 'Il Giorno', Milano, 11 aprile 1972). Assemblaggi di elementi differenti quindi, architetture che restituiscono immagini complesse e vibrazioni plastiche; opere dove 'i diversi colori dei metalli adoperati aiutavano questo effetto di preziosismo con una particolare concatenazione cromatica'. Vibrations Excentriques 1959, Silence Optique 1960, Image Amié 1960, il rocambolesco composto di Cuboxcyronucleaire 1960, sono alcune delle strutturatissime sculture presenti in questa mostra.
Lacerazioni e Aggressioni, è invece il titolo della mostra dedicata a Pierluca (sala B e C): circa trenta opere in ferro, acciaio, alluminio, rame di grandi dimensioni: 'blocchi solidi di metallo spaccati da una forza gigantesca, fogli saldati in grossi spessori e perforati come carcasse bombardate o violenti strappi nella massa metallica' (ancora M. Valsecchi, Pierluca laceratore di metalli, in 'Il Giorno', Milano 27 novembre 1969). Opere, quelle di Pierluca, artista straordinario e sfortunato - morì ancora giovane a Malaga, vittima di una sciagura nel 1968 - che non conoscono la retorica dell'affascino, la propensione ad un facile 'gusto letteario', ma 'accettano i tagli, gli squarci e le lacerazioni di un gesto consapevole' (C. Giacomozzi, Fogli lacerati, in 'Vita', Roma, 7 dicembre 1961). Lacerazione 38 A, 38 B, 38 C, la Grande Lacerazione 16 B, sono opere di grande forza, di grande impatto fisico e di austera eleganza: drammatiche, segno formale di un destino, tutte intrise della loro personale fisicità . Ed è Pierluca stesso a spiegare con le sue parole: '... ho piegato / materie dure come fossero creta / ho domato pietra bronzo acciaio / plasmato pensieri, volumi e spazi / per conquistare l'idea'. Ove, importante è sottolineare, aldilà di ogni sospetto nichilismo: '... la verità sta nel coraggio / di compiere un gesto / perché in fondo / l'intento è / distruggere tutto per ricominciare' (Pierluca, in G. Marchiori, Pierluca, Alfieri Edizioni d'Arte, Venezia 1967).
La mostra proseguirà fino al 4 febbraio 2004.
Disponibile in galleria i cataloghi it./ingl, ca 40 ill. b/n cad., con testi di AA.VV., lorenzelli arte nn°105 e 106.
Per ulteriori informazioni telefonare in galleria: Sara Zolla - lorenzelli arte.
Lorenzelli Arte
c.so Buenos Aires, 2
Milano