Con una ricostruzione del reale attraverso un percorso cifrato, l'artista analizza la realta' servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l'alfabeto ebraico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale.
Opere alfanumeriche ghematriche numeriche di Tobia Rava'
La mostra dell'artista veneziano nsi riallaccia alla grande esposizione personale di settembre organizzata a Verona presso la Fondazione Miniscalchi-Erizzo.
Il titolo della mostra è un'ossimoro che sta ad indicare la speranza di poter tramandare anche quello che deve ancora avvenire, esprimendo l'idea che il patrimonio culturale dell'umanità possa essere trasmesso al futuro in forma di opera sintetica. Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica riferiti ad un linguaggio cosmologico universale, poichè attraverso i concetti base della kabbalah, si può arrivare ad un percorso etico-filosofico moderno e antichissimo al contempo.
La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà , è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costutuire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie di canali, ponti, portici, palazzi, boschi. Saranno esposte opere inedite, soprattutto tridimensionali, in cui sono rappresentati soggetti decontestualizzati da una fitta texturecromatico-segnica.
Negli ultimi lavori prevalgono le lettere e le parole sui numeri, che sono comunque presenti e realizzati ora in maniera meno entropica.
Con una ricostruzione del reale attraverso un percorso cifrato, l'artista analizza la realtà servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l'alfabeto ebraico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale. Saranno presenti in mostra alcune opere sul tema della pace, realizzate a quattro mani con l'artista algerino Abdallah Khaled.
Galleria L'Occhio
Dorsoduro 185, Venezia