La mostra di Dadamaino si concentra su un suo fondamentale lavoro di ricerca: i Volumi. Realizzati negli anni 1958-1960, sono tele monocromatiche bianche o nere, perforate da buchi ellittici. In "Innocent" l'artista cinese Yan Pei-Ming presenta una nuova serie di lavori ispirati al ritratto di Papa Innocenzo X di Diego Velazquez.
Dadamaino
Volumi
"Ho sempre detestato la materia e ho sempre cercato l'immateriale"1
Con questa dichiarazione Dadamaino riassume la sua intera carriera artistica: con l’espressione “la materia”
l’artista intende la pittura tradizionale - durante la metà degli anni Cinquanta infatti Dadamaino studia in
un’accademia classica per diventare artista ma se ne distanzia completamente nel 1956. Dadamaino (nata
Edoarda Emilia Maino, 1930-2004) inizia un percorso di metamorfosi alla ricerca dell'immateriale.
Dadamaino afferma che l'impulso decisivo per la sua tabula rasa drastica è stato il lavoro di Lucio Fontana2:
la giovane artista vede per la prima volta un Concetto Spaziale di Fontana in un negozio di casalinghi e ne
subisce l’influenza per tutta la sua carriera.
La mostra alla galleria Massimo De Carlo a Londra si concentra su un fondamentale lavoro di ricerca di
Dadamaino: i Volumi. Realizzati negli anni 1958-1960, i Volumi sono tele monocromatiche bianche o nere,
perforate da buchi ellittici.
L'opera è soltanto una tela, un telaio e un taglio: con questo approccio radicale, Dadamaino va al di là della
pittura tradizionale, la tela non è più il supporto del contenuto e diventa essa stessa il contenuto.
Dadamaino spiega "Quando nel ’58 ho cominciato a ritagliare le tele sino a che rimanesse in vista il telaio.
[...] Era necessario eliminare la tela, il pennello e le spatolate di colore orgiasticamente celebrative dell’era
informale per far nascere il nuovo".3
La selezione delle opere in mostra comprende tutti e tre gli anni del suo lavoro sui volumi bianchi e neri,
ciascuno in una composizione di tagli ellittici unica. Nella mostra compare anche un Volume blu, l'unica
opera colorata nota della serie Volumi. Queste opere fondamentali, o "tabula rasa intuitiva"4, come
Dadamaino le chiamava, avevano l’obiettivo di far fare alla pittura un salto in avanti e dare inizio a una
nuova era. Con il passare degli anni i vuoti diventano più piccoli e più organizzati, finché Dadamaino
sviluppa un nuovo tipo di Volumi nel 1960: i Volumi a moduli sfasati.
Nonostante la sensazione di trasparenza e il gioco di volumi cinetici siano intrinsechi nei nuovi lavori,
possiamo riconoscere un ritorno all'interesse per la superficie con la sovrapposizione di nuovi materiali. La
tela è sostituita da strati di fogli di plastica, normalmente usati per le tende da doccia, forati da una griglia di
piccoli buchi e poi intelaiati. Attraverso la sovrapposizione dei fogli di plastica si crea una nuova dinamica
casuale. La nozione di casualità è ciò che interessa a Dadamaino: "Questo è il discorso che ho seguito per
tutta la mia vita - pensiamo di fare una cosa ma in realtà facciamo quello che davvero vogliamo, il caso entra
in gioco e influenza tutti i nostri obiettivi."5
Essendo una delle poche donne nell'ambiente artistico del tempo, Dadamaino è una voce importante nel
contesto della sollevazione sociale e culturale, in diretto dialogo con i circoli artistici dell'Europa del
dopoguerra come Zero a Duesseldorf e Azimut a Milano. Quest'ultimo dà vita alla rivista Azimuth e alla
galleria Azimut fondata da Piero Manzoni e Enrico Castellani nel 1959; questi amici presentarono più volte la
serie dei Volumi nel seminterrato della loro galleria. La serie dei Volumi è sinonimo dell'annientamento di
tutta la pesantezza della pittura.6 La permeabilità della tela tagliata permette la visione del muro retrostante e
crea un volume cinetico in constante cambiamento in base alla variazione della luce. Dalle parole di
Dadamaino: "Dietro i grandi buchi vedevo un muro pieno di luci e ombre che vibravano e si muovevano.
L’arte era stata sinora statica, bisogna farla ridiventare dinamica."7
1 Dadamaino, intervista con Jole de Sanna in: Damsch-Wiehager, Renate (Ed.): ZERO ITALIEN. Azimut/Azimuth 1959/60 in Mailand. Kat.
Ostfildern 1996. p. 96.
2 Ebd. p. 96.
3 Dadamaino in: Eleonora Fiorani, „Il Percorso del quotidiano: Dadamaino 1990-91“, in: Temporale Rivista d’Arte e di Cultura, Nr. 26, Edizioni
Dabbeni, Lugano 1991.
4 Dadamaino, intervista con Jole de Sanna in: Damsch-Wiehager, Renate (Ed.), 1996. p. 96.
5 Ebd. P. 97.
6 Dadamaino thinks of traditional painting as ‚heavy’ material: comp. Dadamaino, intervista con Jole de Sanna in: Damsch- Wiehager, Renate (Hrsg.):
ZERO ITALIEN. Azimut/ Azimuth 1959/60 in Mailand.. Ostfildern 1996. p. 96.
7 Dadamaino in: Eleonora Fiorani, „Il Percorso del quotidiano: Dadamaino 1990-91“, in: Temporale Rivista d’Arte e di Cultura, Nr. 26, Edizioni
Dabbeni, Lugano 1991.
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Yan Pei-Ming
Innocent
La galleria Massimo De Carlo è lieta di presentare Innocent, una nuova mostra dell'artista cinese Yan Pei-Ming. La seconda personale dell'artista nella galleria di Londra introduce una nuova serie di lavori ispirati a uno dei più importanti dipinti della storia dell'arte, il ritratto di Papa Innocenzo X di Diego Velázquez.
Yan Pei-Ming è cresciuto in Cina durante la rivoluzione culturale e nel 1980 ha lasciato Shanghai per la
Francia, dove ha studiato all'École des Beaux-Arts di Digione. Negli ultimi trent'anni Yan Pei-Ming si è
affermato come uno dei più importanti artisti cinesi, divenuto celebre per i suoi ritratti di dimensioni epiche
degli emblemi del potere dall'Oriente all'Occidente, come Mao Zedong, l'Ultimo Imperatore, il Principe
Carlo, Vladimir Putin, Barack Obama, Papa Giovanni Paolo II e altre figure ugualmente importanti per la
nostra cultura come Bruce Lee, Alexander McQueen, Marilyn Monroe, Pablo Picasso, Michael Jackson e
molti altri.
Attraverso questa variegata costellazione di icone, dipinte a olio su grandi tele, Yan Pei-Ming indaga il potere
e la storia attraverso gli occhi e le espressioni umane, come commenta lui stesso: "L'arte parla degli uomini e
parla agli uomini. Il ritratto è come uno specchio, riflette chi siamo e ciò che siamo. Il mio lavoro è sempre
orientato verso l'essere umano, l’uomo è al centro di ogni cosa, l'elemento fondamentale del mio lavoro. Se
mi chiedessero di creare un dipinto astratto, non credo che riuscirei: io sono interessato agli esseri umani."
La mostra Innocent è incentrata sul dipinto del 1650 Il ritratto di Papa Innocenzo X del pittore spagnolo
Diego Velazquez, attualmente in mostra alla Galleria Doria Pamphilj a Roma, fonte d'ispirazione anche di
un'opera fondamentale di Francis Bacon. Innocenzo X fu un Papa estremamente importante e uno dei più
significativi sostenitori dell'arte e dell'architettura Barocca a Roma. L'immagine di Innocenzo X ritratta da
Velázquez trasmette potere e autorità e al tempo stesso riesce costruire un rapporto diretto con lo spettatore:
Innocenzo X mostra la sua umanità con il suo viso ricco di dettagli, mentre lo sfondo è reso solo attraverso
uno spesso tessuto vellutato che amplifica questo effetto rivoluzionario. Per Yan Pei-Ming l'immagine di
Innocenzo X ritratto da Velázquez diventa il simbolo della personificazione del potere, una dichiarazione
sulla debolezza dell'umanità e, allo stesso tempo, un commento sull’azione stessa di dipingere. Infatti,
attraverso una moltitudine di variazioni di dimensione, colore, forma e superficie e con una meticolosa
attenzione per i dettagli, come ad esempio le mani del Papa, Yan Pei-Ming è in grado di costruire un
riflessione sulla storia dell'arte e sulla società contemporanea.
Questa mostra alla galleria Massimo De Carlo a Londra include 15 nuovi dipinti, tra questi Innocent presenta
una serie spettacolare di lavori unici che si sviluppano in diverse dimensioni dal piccolo al molto grande.
Yan Pei-Ming è nato a Shanghai nel 1960. Vive e lavora a Dijon (Francia). Ha presentato il suo lavoro in
mostre personali all'Ullens Center for Contemporary Art, Beijing; The San Francisco Art Institute e il Musée
du Louvre - The Funeral of Mona Lisa di Ming è stato esposto nella sala accanto alla Mona Lisa originale. Tra
le mostre collettive, Yan Pei-Ming ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1995 e del 2003; la Biennale di
Siviglia del 2006, la Biennale di Istanbul del 2007. Yan Pei-Ming è presente nelle collezioni di molte
prestigiose istituzioni tra le quali il Centre Georges Pompidou; l'Honolulu Museum of Art, la National
Gallery of Australia; il National Museum of Modern Art, Tokyo; il Museum Ludwig a Koln, e lo Shanghai
Art Museum.
Immagine: Yan Pei-Ming
Per informazioni e materiale:
Ufficio Stampa, Massimo De Carlo T. +39 02 70003987 - F. +39 02 7492135 press@massimodecarlo.com
Opening lunedì 10 febbraio 2014, dalle ore 18
Massimo De Carlo, London
55 South Audley Street – London W1K 2QH
dal martedì al sabato ore 10:00 – 18:00