Etna. Il fotografo trasforma le vallate del vulcano siciliano in uno scenario alieno, desolato, lunare, sul quale si stagliano indefinite figure e pallide ombre tra fumi e nebbie dal sapore dantesco.
a cura di Claudio Composti
Ha visitato l'Etna nel 2012. «Ho trascorso ore camminando intorno a questo incredibile deserto nero» dice Renato D’Agostin. «Diversamente da come sono abituato a muovermi in un contesto urbano, solitamente pronto a comprimere e gestire più livelli, sull'Etna, invece, ho lavorato sulla distanza e sull'estensione. La materia e la struttura hanno caratterizzato fortemente l'esperienza visiva poiché il fumo e le nuvole avvolgevano i turisti che passeggiavano e si spostavano qua e là, come esploratori di un pianeta remoto».
ETNA è il nuovo progetto fotografico di Renato D’Agostin (Venezia, 1983), che ormai da molti anni vive e lavora a NYC, dove è stato assistente di uno dei più grandi maestri della fotografia del XX secolo, Ralph Gibson.
Lo sguardo di D’Agostin, raffinato interprete di linee e forme ed esperto cacciatore di luci e ombre, trasforma le immense vallate del vulcano siciliano in uno scenario alieno, desolato, lunare, sul quale si stagliano indefinite figure e pallide ombre, evanescenti tra fumi e nebbie dal sapore dantesco. Presenze smarrite in un paesaggio impietoso che attraggono il nostro sguardo, sembrano muoversi lungo sentieri definiti come percorsi ineluttabili, nell’atto di compiere un trasognato cammino attraverso il mondo sospeso e incantato del vulcano, animato nel profondo della sua quiete irreale da infiniti richiami simbolici e sotto la cui coltre di nera lava cela mai sopita la sua indomita potenza. Un coro, inciso nel nero vinile del 45 giri che accompagna il libro, recita a 4, 6 e 8 voci i versi composti per l’occasione dal poeta padovano Luigi Cerantola, secondo una partitura che ricorda un canto antico e rituale, in cui riecheggiano il ribollire del magma e il brontolio viscerale pronto ad esplodere. Il potenziale di energia e forza si nasconde in quei neri profondi che squarciano bianchi del cielo o dei fumi, grazie alla maestria con cui D’Agostin stampa in camera oscura, rigorosamente da pellicola. Rende così l’atmosfera carica di una sottesa tensione: un’apnea che sembra dover esplodere da un momento all’altro. Un contrasto voluto e cercato, specchio dell’Anima che ha luci e ombre. Le stesse che trovarono sfogo nella danza Butoh. Un Yin e Yang che lo lega direttamente, in modo quasi ombelicale, al lavoro di uno dei suoi maestri ideali, Eikoh Hosoe.
Inaugurazione 18 febbraio 2014 alle 18.30
Sarà presente l'artista
Book signing: ETNA
MC2 Gallery
via Malaga 4, Milano
Da martedì a venerdì, ore 14 - 20 e sabato su appuntamento
Ingresso libero