Archivio fotografie. 15 immagini scattate nel 2008 durante una ricerca sui documenti dell'Archivio Storico della Real Casa Santa dell'Annunziata di Napoli.
La Galleria Doozo presenta, come primo appuntamento espositivo del 2014, la mostra fotografica di Aniello Barone: Archivio.
È una serie di 15 fotografie in bianco e nero, esposte per la prima volta lo scorso dicembre nella mostra antologica di Barone al Teatro Due di Parma (a cura di Paolo Barbaro, catalogo Skira) e realizzate nel 2008 durante una ricerca sui documenti dell'Archivio Storico della Real Casa Santa dell'Annunziata di Napoli. Si tratta di uno dei più grandi brefotrofi d'Europa, fondato nella prima metà del XIV secolo e attivo fino alla metà del secolo scorso. L'Istituto accoglieva gli esposti cioè i bambini, spesso illegittimi, abbandonati, dando loro un nome, un'identità e garantendo la loro educazione fino all'adozione o alla maggiore età.
Nelle foto in mostra osserviamo, accanto ai dettagli delle carte dei registri d'archivio, alcuni oggetti denominati cartule, appartenuti ai neonati immessi nella Ruota degli Esposti. Sono medagliette spezzate a metà, grani di rosario, brandelli di vestiti e pezzi di stoffa cuciti ai fogli dai funzionari che registravano i neonati. Questi oggetti sono doppiamente simboli: anelito di ricongiungimento per i genitori che, costretti dalle misere condizioni economiche, abbandonavano i figli nella speranza di riconoscerli e ritrovarli in un secondo momento, e simboli per chi, come Barone, li osserva in modo attento, frammenti che lasciano emergere storie dimenticate e vite lontane, che vengono riportate alla luce, documentate come memento di rispetto per l'uomo.
Il medium fotografico in questo caso crea, tra le mani sapienti di Aniello Barone, una potente rete di rimandi. Come un fotografo ritrattista della seconda metà dell'800 che nell'immaginario collettivo fissava "i fantasmi" delle persone sulle lastre, Barone incarna lo sciamano che anima gli oggetti portatori di storie.
Di raffinata bellezza, le sue fotografie trasfigurano i miseri oggetti, scoloriti dal tempo, in gioielli densi di significato, attraverso l'uso ravvicinato dell'obiettivo e di una larga scala di grigi con cui "legge" il bianco e nero delle macchie di inchiostro, i segni calligrafici, le arricciature delle stoffe e delle carte, mette in forma le piegature di fogli che diventano campiture geometriche di diversa intensità luminosa.
Aniello Barone è nato a Napoli nel 1965. Dopo la laurea in Sociologia, si è dedicato allo studio della fotografia, in particolare allo studio del paesaggio urbano delle periferie e al tema dell'immigrazione ad esso connesso.
La sua ricerca parte sempre da un forte interesse sui temi storici e antropologici, per assumere poi una connotazione personale ed emotiva di attenzione verso l'uomo. I suoi scatti raccontano storie, che non sono mai mera cronaca o documentario, ma trasformano gli oggetti, i luoghi, le persone con uno sguardo lirico, attento alla valenza simbolica dei temi rappresentati. Frutto di questi anni di ricerca sono i libri Sahrawi. la terra sospesa, Electa Napoli (2001); La comunità accanto, Federico Morra, Napoli (2001), fotografie in cui viene presa in esame la condizione degli immigrati asiatici, africani, sudamericani e dell'est europeo in Campania; Detta Innominata, Peliti Associati, Roma (2006), un viaggio nella periferia postindustriale napoletana; Igboland, Five Continents (2011), un lavoro di 12 anni di ricerche sui riti animisti degli Igbo in Italia; ( )casa, Punctum, (2012), una serie di fotografie scattate dopo la cacciata della comunità Rom dalle loro case. Il lavoro è stato realizzato a Ponticelli, un quartiere ad Est di Napoli; Aniello Barone, fotografie 1995/2013, Skira (2013).
Da alcuni anni Barone insegna Fotografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Tra le mostre personali e collettive più importanti si segnalano: la sua prima personale, Extra, Fondazione Morra, Napoli, 1997; Detta Innominata. PAN, Napoli, 2006, l'anno seguente esposta al Festival internazionale della fotografia a Roma; Il magnifico orrore, Galerie Pièce Unique, Parigi, 2008; Naples Untitled, Istituto Italiano di Cultura, Chicago, 2010; Facce da straniero, trenta anni di fotografia e giornalismo sull’immigrazione in Italia, Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino, 2010; La camera dello sguardo, Palazzo S. Elia, Palermo, 2010; Squares of Rome, MOCA, Shanghai, 2010; Liternum, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 2012; Igboland, Galleria San Fedele, Milano, 2013; Aniello Barone, Fotografie 1995 /2013, TeatroDue, Parma, 2013.
Inaugurazione 20 febbraio ore 18
DOOZO – Art Book & Sushi
via Palermo 51/53, Roma
orari galleria: dal martedì al sabato 11-22
Ingresso libero