Isabella Ducrot
Paola Grossi Gondi
Giacomo Balla
Giuseppe Capogrossi
Alik Cavaliere
Ferruccio Ferrazzi
Marino Mazzacurati
Domenico Morelli
Filippo Palizzi
Isabella Ducrot
Paola Grossi Gondi
Alberto Burri
Kenneth Noland
Antoni Tapies
Alberto Rafols Casamada
Piero Dorazio
Emil Schumacher
Carla Accardi
Oscar Reutersvard
Luigi Veronesi
Achille Perilli
Carlos Cruz Diez
Pietro Consagra
Bruno Munari
Massimo Mininni
Mariastella Margozzi
Marcella Cossu
Silvana Freddo
"Interni d'artista" propone una serie di importanti opere che evocano il clima degli spazi creativi, sia privati che destinati a un'azione corale. Isabella Ducrot mostra una selezione di lavori con il titolo "Bende sacre". "Ventisette artisti e una rivista" espone le copertine d'autore della pubblicazione Mass Media. Infine Paola Grossi Gondi presenta una scultura site specific.
Interni d’artista
Balla, Capogrossi, Cavaliere, Ferrazzi, Mazzacurati, Morelli, Palizzi
Lunedì 3 marzo 2014 alle ore 18,30 si inaugura la mostra Interni d’artista in cui vengono presentati
lavori di Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi, Alik Cavaliere, Ferruccio Ferrazzi, Marino
Mazzacurati, Domenico Morelli, Filippo Palizzi.
L’esposizione costituisce una nuova proposta nell’ambito del programma di mostre “Le storie
dell’arte: Grandi Nuclei d’Arte Moderna”, che la Galleria nazionale, periodicamente, dedica ad
artisti dei quali conserva una serie più ampia di lavori rispetto a quelli normalmente visibili nel
percorso permanente.
Per le mostre precedenti si era studiato un allestimento finalizzato a riproporre e suggerire
l’atmosfera di quei locali del museo, in cui sono conservati i lavori, ai quali il pubblico
generalmente non può accedere. La disposizione delle opere seguiva allora una visione di accumulo
e di ridondanza che faceva rivivere la situazione di assembramento che caratterizza in genere i
depositi del museo.
In Interni d’artista si è voluto sperimentare una nuova forma di presentazione, nel tentativo di
evocare il clima di spazi “creativi,” sia quelli appartenenti alla sfera privata e più intima, quali sono
gli studi d’artista, sia quelli più aperti e destinati a un’azione corale, come nel caso del palcoscenico
teatrale di Alik Cavaliere, donato da Adriana Cavaliere nel 2001 e installata per la prima volta in
quest’occasione, e della sala Palizzi, inaugurata nel 1892 nella prima sede della Gnam a Palazzo
dell’Esposizione a Roma. La sala idealmente riproponeva la “quadreria”, che lo stesso artista aveva
realizzato nel suo salotto privato.
Questa idea di progetto allestitivo è maturata dopo aver esaminato le acquisizioni o donazioni grazie
alle quali sono stati costituiti i nuclei di opere. La maggior parte di questi, come nel caso di quelli
qui esposti, sono infatti entrati a far parte dell’attuale consistenza delle collezioni della Gnam
direttamente dagli studi degli artisti, eludendo passaggi intermedi, e quindi condizioni di
esposizione e presentazione presso collezionisti o gallerie.
Molte fotografie d’epoca ne documentano la provenienza originaria e il percorso storico.
Partendo da queste foto si è tentato di “ricomporre”, senza nessuna pretesa filologica, quegli interni,
creando una sorta di allestimento “scenico artefatto”, nel quale inserire opere e oggetti nella
speranza di suggestionare il visitatore al punto tale da fargli immaginare un viaggio fantastico negli
ateliers. Si è cercato di evocarne l’atmosfera romantica, fornendo una riflessione sul tema
dell’ambiente di lavoro dell’artista come spazio di auto-rappresentazione e, nello stesso tempo,
luogo di incontro e di impegno fisico e di progettualità.
Nel percorso espositivo verrà presentata inoltre una selezione di quadri con soggetto di interni,
realizzati nel XIX e XX secolo. I lavori, alcuni inediti, appartengono tutti alle collezioni della
Gnam.
La mostra si inserisce tra le iniziative dedicate agli studi d’artista in collaborazione con la Direzione
generale PaBAAC, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Il progetto fornirà un’inedita mappatura degli ateliers romani - da Canova ai nostri giorni- esaminati
da un gruppo di lavoro composto da diverse professionalità.
In una sezione della mostra un ambiente multimediale, realizzato da Spazio Visivo, presenterà
un’anticipazione di questo lavoro. Il promo è curato da Marcella Cossu e Silvana Freddo, le
fotografie sono di Roberto Galasso.
Sarà possibile inoltre visitare alcuni studi di artisti che vivono e lavorano a Roma.
Un percorso nel cuore segreto degli ateliers che gli artisti e le accademie straniere hanno aperto al
pubblico per far conoscere e far vivere l’esperienza di uno spazio in cui viene quotidianamente
praticato un mestiere e spesa una vita per l’arte. Il calendario degli appuntamenti sarà pubblicato,
nel periodo della mostra, sul sito della Gnam.
La mostra, ideata e curata da Massimo Mininni con la collaborazione di Stefano Marson si avvale
delle ricerche archivistiche e documentarie di Flaminia Valentini; delle elaborazioni fotografiche di
Silvio Scafoletti; della grafica di Remigio Ippoliti; e della collaborazione all’allestimento di
Emanuele Carlensi.
I testi nelle sale sono di Laura Campanelli, Paolo Castelli, Maria Sole Cardulli, Valentina Filamingo
Alessandra Lanzoni, Keila Linguanti, Linda Sorrenti.
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Isabella Ducrot
Bende Sacre
a cura di Marcella Cossu e Silvana Freddo
“Il lavoro di Isabella Ducrot attesta una progettualità continua che non si realizza nel disegno, ma nella scelta e accumulo dei materiali, le stoffe; raccolta che accompagna il corso della sua vita rispondendo di qualità sensorie, di timbri cromatici e luminosi, di trame diverse. Il nostro tempo insieme ad altre epoche e culture, preziosità e povertà, il sentimento persino del “domani” sono contenuti nelle stoffe prescelte (F. Di Castro, 1985)
Il prossimo 3 marzo 2014 si inaugura presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma la mostra Bende sacre di Isabella Ducrot. L’artista napoletana così descrive l’argomento di questa particolarissima e rarefatta esposizione, diario di un “quasi” percorso spirituale che media tra l’antica pratica devozionale buddista e la religiosità interiore di un’artista contemporanea del nostro occidente: “.. ho raccolto nel passato, circa vent'anni fa nei luoghi di pellegrinaggio del Tibet e del Ladak, queste "garze estreme", bianche di seta, impastate e irrigidite dalla pasta di riso senza, allora, conoscerne la destinazione. Nelle immagini di alcuni libri d’arte le ho ritrovate sulle spalle delle statue sacre di Budda e si distinguono dalle "offering scarves" che vengono donate in segno di accoglienza e di buon auspicio dai monaci ai visitatori dei monasteri. All'improvviso qualche tempo fa, ritrovate in un cassetto, queste "bende" mi sono sembrate interessanti per varie ragioni ma sopratutto bellissime. Le ho improvvisamente riconosciute come possibile materia prima da cui partire per realizzare delle immagini di preghiere universali. In qualche modo me ne sono appropriata con l'intento di farne qualcosa di attuale senza distoglierle dalla ragione prima della loro esistenza e dalla loro familiarità con il sacro”. In realtà le Bende sacre di Isabella Ducrot rappresentano nell’estrema essenzialità di trame e orditi spesso evanescenti l’essenza stessa dello spirito irripetibile di una civiltà a rischio di scomparsa, come è quella tibetana. “Queste bende- avverte infatti l’artista- anche se prodotte negli anni cinquanta hanno un carattere “originario” fuori del tempo”. In mostra, oltre quaranta lavori realizzati dal 2010 ad oggi, provenienti da collezioni private o di proprietà dell’artista, di cui 18 opere su seta tibetana, 14 incisioni serie "Katha"( realizzate in collaborazione con Luciano Trina ), 14 matrici (le bende originali)”.
Nel catalogo edito da Gangemi sono presenti scritti di Maria Vittoria Marini Clarelli, John Eskenazi, Stefano Velotti, Massimiliano Alessandro Polichetti, Luciano Trina, Marcella Cossu. Mostra a cura di Marcella Cossu e Silvana Freddo con Nora Iosia; allestimento Alessandro Maria Liguori.
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Ventisette artisti e una rivista
a cura di Mariastella Margozzi
Lunedì 3 marzo alle ore 18.00 alla Galleria naziona
le d’arte moderna e contemporanea di Roma si
inaugura la mostra
Ventisette artisti e una rivista,
curata da Mariastella Margozzi. Sono esposte le
“copertine d’autore” che la rivista di studi sulla
comunicazione “Mass Media”, fondata a Roma nel
1982, pubblicò a partire da quando ricorse il suo d
ecennale. Quasi tutti gli artisti sono tra i più
importanti del secondo Novecento italiano e alcuni,
stranieri, di notorietà internazionale.
La rivista, che cessò l’attività con la pubblicazio
ne del fascicolo degli “Indici” nel 1998, volle
seguire la scia di periodici degli anni dell’avangu
ardia storica e di tempi successivi. Come per
esempio il parigino “XX siècle” di Gualtieri di San
Lazzaro (1938-1974) o come “Civiltà delle
macchine” di Leonardo Sinisgalli (1953-1958). Con l
a differenza che le copertine di “Mass Media”
non furono a “tema libero” bensì si riferirono alla
figura geometrica del quadrato, che per un
decennio è stato il
cover
-
symbol
della rivista.
Dunque costituirono una scelta del
tutto inedita, che
fu sì di arte aniconica, ma per un motivo estraneo
a ogni polemica circa la figurazione.
Tra le 42 opere sono in mostra lavori di Alberto Bu
rri, Kenneth Noland, Antoni Tàpies, Alberto
Ràfols Casamada, Piero Dorazio, Emil Schumacher, Ca
rla Accardi, Oscar Reutersvard, Luigi
Veronesi, Achille Perilli, Carlos Cruz Diez, Pietro
Consagra e Bruno Munari, che disegnò anche il
progetto di restyling della rivista, pubblicato in
catalogo. Alcuni degli artisti, che scrissero nell
a
rivista o furono particolarmente vicini alla sua st
oria, proposero più di un lavoro, perciò la mostra
si
offre come ampia e variegata interpretazione di un’
affascinante figura geometrica; in qualche caso
ironicamente rifiutata.
Il catalogo, pubblicato da De Luca Editori, contien
e le presentazioni di Maria Vittoria Marini
Clarelli, Mariastella Margozzi, Gino Agnese (che fo
ndò e diresse la rivista), e i testi di Renato
Barilli, Carlo F. Carli, Enrico Crispolti, Guido Gi
li, Alessandro Masi, Teresa Mulone, Riccardo
Notte, Gabriele Simongini, Franco Speroni e Laura T
urco Liveri.
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Paola Grossi Gondi
Filo Rosso
Lunedì 3 marzo alle ore 18.00 si inaugura l’install
azione
FILO
ROSSO
di Paola Grossi
Gondi. E’ una scultura tubolare sinuosa in acciaio
rivestito di guaina in fibra dipinta a mano,
creata appositamente per la Galleria nazionale d’ar
te moderna di Roma. FILO ROSSO è
un’opera concepita senza inizio né fine, che prende
forma nell’atrio del museo. Qui la parte
in vista è lunga più di 50 metri e pesa 450 chilogr
ammi, mentre quella nascosta è soltanto
immaginabile.
“Qui il FILO ROSSO spunta da una parete esterna, ri
entra nella muratura, esce, scompare nel
pavimento, riappare più distante per scomparire nel
la parete opposta; rispunta repentino e si
dirige in alto, attirato dalla luce del lucernaio;
orientato al futuro...
FILO ROSSO è un archetipo della mente, una metafora
, un simbolo. Unisce nello scorrere
dei secoli: viene dal passato, è presente e si diri
ge al futuro.
Come l’ispirazione che origina e guida al compiment
o dell’opera d’arte.
Mosso da gesto creativo, va dove vuole; segue, libe
ro di farlo, solo vie d'armonia.
È Rosso come la passione, che può essere dolore che
prostra, come amore che infuoca ed
eleva. È la vita, la storia, l'arte, il dolore, l'a
more...” (P. Grossi Gondi).
L’opera è realizzata su
ideazione e progettazione di
Paola Grossi Gondi, con il contributo
dell’ingegnere Matteo Ranghetti per lo
s
viluppo esecutivo e la modellazione geometrica e
dell’ingegnere Francesco Iorio
per le
v
erifiche statiche. Il coordinamento dei lavori è af
fidato
all’arch. Alessandro Tonassi.
Paola Grossi Gondi
Artista italiana multiforme, partendo dalla contemp
lazione degli aspetti più semplici e comuni della
realtà, dà vita ad un linguaggio originale - fatto
di scorci prospettici, ingrandimenti, tagli e
inquadrature inconsuete, giochi di luce ed equilibr
i di forme - che esprime la ricerca di poesia,
semplicità, armonia e bellezza.
In più di 20 anni di attività creativa ha esposto i
n prestigiose sedi italiane: Complesso Monumentale
del Vittoriano, Accademia Nazionale di San Luca, Pa
lazzo Barberini, Complesso Monumentale di
San Michele; all’estero, in Germania alla Galerie
Forum Lindenthal di Köln e in Spagna al Museo
della Ciudad di Madrid e di Valencia.
Ha realizzato le vetrate della Chiesa di San Giovan
ni Battista al Collatino a Roma: un'opera
monumentale di più di 300 mq di vetri artistici.
Ha presentato i suoi disegni sui palchi del Teatro
San Carlo di Napoli, dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia e dell’Accademia Chigiana di Siena, c
ome commento dei quadri musicali della Via
Crucis di Franz Liszt diretta ed interpretata dal M
aestro Michele Campanella.
Ha realizzato i primi 250 metri di un’opera concepi
ta per svilupparsi per tutta la lunghezza dei
corridoi del Policlinico Universitario Campus BioMe
dico di Roma.
Ufficio stampa GNAM
Laura Campanelli tel. +39 06 32298328 s-gnam.uffstampa@beniculturali.it
Ufficio stampa Electa
Gabriella Gatto tel. +39 06 47497462 press.electamusei@mondadori.it
Conferenza stampa lunedì 3 marzo ore 12.00
Inaugurazione ore 18.00.
Galleria nazionale d'arte moderna
viale delle Belle Arti, 131 (Disabili via Gramsci, 71) Roma
Orari di apertura martedì - domenica dalle 10.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45)
Chiusura il lunedì
Biglietto integrato mostra – museo: 12 € intero – ridotto 9,50 €