Ufficio Stampa | Collezione Maramotti
Cose in corso. Oggetti trovati, ri-costruiti o meglio reinventati si affiancano a manufatti creati dall'artista in composizioni che, caleidoscopicamente, continuano a presentarsi in sempre nuove costellazioni organiche creando ulteriori interazioni tra la vita e gli oggetti, come pagine di un diario di un personalissimo percorso artistico.
Mark Manders apre la sua pubblicazione Reference Book del 2012
con questa nota per il lettore: “... I will continue to work on this
self-portrait, because that’s what it really is, and you are invited to
trace it as long as you are alive”.
Oggetti trovati, ri-costruiti o meglio reinventati si affiancano a
manufatti creati dall’artista in composizioni che,
caleidoscopicamente, continuano a presentarsi in sempre nuove
costellazioni organiche creando ulteriori interazioni tra la vita e gli
oggetti, come pagine di un diario di un personalissimo percorso
artistico.
Sculture e oggetti sedimentano per lunghi periodi, talvolta anni,
nel suo studio e sono assoggettati a incessanti modifiche e
cambiamenti nell’arco del tempo in un lungo processo di
gestazione che si conclude nel momento in cui vengono inscritti
nello spazio destinato alla loro installazione.
Si può allora parlare di opere aperte sia in senso temporale sia
semiologico.
In coerenza con il concetto di percorso in fieri è la scelta elettiva di
un materiale come l’argilla che Manders impiega nei suoi
manufatti sia come calco per sviluppi successivi con altri materiali
(le resine epossidiche, le fusioni) sia come materia prima con cui
realizza figure umane e animali, fratturate o di sfilacciata
incompletezza.
L’argilla è materiale duttile, plasmabile e mobile per eccellenza.Per Manders l’arte ci consente di esperire la nuda forma di questi
oggetti che fungono da catalizzatori di sogni e ricordi e sono capaci
di generare una comprensione del mondo non solo per l’artista, ma
per lo stesso spettatore.
Da qui la sua definizione di “autoritratto come architettura” che si
inscrive in un progetto concettuale senza soluzione di continuità. Il
suo primo lavoro del 1986, Self-Portrait as a Building, ha già in sé
tutti gli aspetti centrali della sua ricerca: la trasformazione
dell’esistenza dell’opera e il suo sviluppo biografico in spazi della
memoria.
Cose in corso è il titolo che l’artista ha dato al progetto realizzato
per la Collezione Maramotti, sottolineando in questo modo la
continuità con le premesse del suo lavoro creativo.
La mise-en-scène di questa grande installazione impiega oggetti
già presenti in altri lavori (la vasca da bagno, le sedie, il corpo
incompiuto che si distende sull’asse lignea poggiata alla sedia), ma
che sono qui contestualizzati in modo nuovo. L’installazione è
collocata su un pavimento costituito da mattonelle in ferro che crea
un ambiente virtuale inscritto nello spazio espositivo. Il risultato è
la creazione di una rappresentazione teatrale che, come viene
indicato dallo stesso Manders, contiene una “conceptual potential
narrative in a total frozen theatre”. Un elemento nuovo è inoltre
l’uso del colore puro che definisce alcuni oggetti presenti
nell’opera a sottolineare la possibilità di un gesto fortemente
pittorico in una dimensione sculturale.
Il progetto Cose in corso si accompagna a un libro d’artista
totalmente ideato e realizzato dallo stesso Manders ed edito da
Roma Publications, casa editrice indipendente fondata
dall’artista.
Ufficio Stampa | Collezione Maramotti
tel. +39 349 2529989
ufficiostampa@collezionemaramotti.org
Private view ad invito: 8 marzo 2014 ore 18.00, alla presenza dell’artista.
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia
Orari di apertura
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 25 aprile, 1° maggio, dall’1 al 25 agosto