Galleria Continua
San Gimignano (SI)
via del Castello, 11
0577 943134 FAX 0577 940484
WEB
Barraque D'Dull Odde (-Romantic-)
dal 31/1/2004 al 1/3/2004
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31/1/2004

Barraque D'Dull Odde (-Romantic-)

Galleria Continua, San Gimignano (SI)

Tra il 1961 e il 1967 nasce un grande oggetto/scaffale: Barraque Dull Odde, un lavoro alchemico: i ripiani sono pieni di cose raccolte da Joseph Beuys. E' da questo lavoro che nasce e si sviluppa il concetto della mostra collettiva a cura di Gigiotto Del Vecchio. Gli artisti invitati sono accomunabili per la capacita' di fondere in sintesi un'estrema raffinatezza estetica con la 'natura' piu' grezza. 'Opera video', nella sede di Arco dei Becci, e' una mostra che propone una visione selezionata ma esaustiva degli artisti italiani e stranieri con cui la galleria ha lavorato negli ultimi anni e che hanno scelto anche questo media espressivo.


comunicato stampa

---english below

a cura di GIGIOTTO DEL VECCHIO

NADER ARHIMAN
DIDIER COURBOT
KERSTIN KARTSCHER
ANSELM REYLE
LORENZO SCOTTO DI LUZIO
MARCELLO SIMEONE
DORON SOLOMONS
MONIKA SOSNOWSKA
KATIA STRUNZ

Inaugurazione domenica 1 febbraio 2004
Dalle ore 12.00 alle ore 16.00
Galleria Continua via del Castello 11, San Gimignano (SI)

Tra il 1961 e il 1967 nasce un grande oggetto/scaffale, Barraque Dull Odde, un lavoro, per così dire, alchemico. I ripiani sono pieni di cose raccolte da Joseph Beuys, l'autore dell'opera. Torce elettriche tascabili, batterie, recipienti di vetro per le conserve, pezze di feltro, bulloni, utensili, fili metallici, ogni sorta di vasi, bottiglie, pietre, vecchie mollette per la biancheria: un tipico arsenale di arte beuysiana. "Barraque" vuol dire scaffale, "Dull" assurdo e "Odde" significa solitudine.
E' da questo lavoro che nasce e si sviluppa il concetto della mostra. Non tanto dalla composizione fisica dell'opera in sé, anche se è interessante una simile "catalogazione", ma dall'atmosfera che evoca e dal significato che si può ricavare dalle tre parole messe assieme in maniera così "sciamanica e misteriosa".
Gli artisti di "Barraque Dull Odde (-Romantic-)", non formalmente vicini, sono accomunabili per la capacità di fondere in sintesi un'estrema raffinatezza estetica con il suo opposto, con la "natura" più grezza. Lo straniamento esorcizzante di ciò che ci è "noto", la riunione associativa di ciò che è distante fanno si che nascano dei lavori che recano in sé, invece della sola bella apparenza, l'affascinante aura di un pensiero ulteriore, di una nuova realtà. La mostra, che dovrebbe articolarsi dinamicamente all'interno dello spazio della galleria, passando da momenti più spettacolari a momenti più intimi e silenziosi, intende agire su tre punti concettuali precisi: l'architettura mentale quale laboratorio compositivo ed archivio intellettuale, l'occhio quale vettore assimilativo e relazionale, la struttura culturale quale fondamenta sulle quali reggere il progetto e l'azione. Con ciò si cerca di esaltare la tensione per il riappropiarsi di un'idea dell'arte che fa della relazione, del presupposto sociale -romanticamente impegnato- un possibile leit motiv dell'agire contemporaneo.
Con "Barraque Dull Odde (-Romantic-)" si vuole inoltre sviluppare un ragionamento profondo su alcune cose che sono particolarmente importanti: l'osservazione sociale, l'indagine e la scoperta "dei perché", la comprensione delle motivazioni raggiunte, gli elementi di traduzione della profondità dell'opera.

Gigiotto del Vecchio è critico d'arte e curatore free lance. Ha collaborato dal 1998 al 2001 con Flash Art e con Tema Celeste dal 2001 al 2003. Attualmente è contributing editor di Boiler Magazine. Ha curato e partcipato con interventi monografici, numerose mostre in Italia e all'estero. Hallucinating Love Faundation da Maze a Torino e da Asprey Jacques a Londra. Momentum, Biennale dei Paesi Scandinavi in Norvegia. Annika Larsson al Museo d'Arte Contemporanea di Salamanca ed allo Studio Massimo De Carlo di Milano, Supersonic & Alien da sales a Roma, Dara Friedman al Kunstmuseum di Thun in Svizzera, Gabriele Di Matteo "Naked Humanity" all'Australian Center for Contemporary Art di Melbourne, Play all'Openspace di Milano. Ha curato, con Lorenzo Benedetti e Cecilia Casorati, il palinsesto di Radio Arte Mobile in occasione dell'ultima edizione della Biennale di Venezia nella sezione Utopia Station, curata da Hans Hulrich Obrist, Molly Nesbit e Rirkrit Tiravanija. Attualmente fa parte della commissione per l'Italian Studio Program al PS1/Moma di New York. E' parte, con Marcello Simeone e Mariangela Levita, dell'Associazione culturale "Supportico Lopez" di Napoli. Vive e lavora a Napoli.

Nader Arhiman, vive e lavora a Berlino. Per quanto riguarda la critica internazionale, del suo lavoro si sono occupati, tra gli altri, critici come Daniel Birnbaum e Joerg Heiser. Birnbaum ha detto di lui:"Nader Ahriman dipinge la filosofia". La tradizione metafisica, la ricerca futuristica, l,ideale romantico ed al contempo razionale, l,analisi della struttura filosofica, fanno di Nader un pittore affascinante ed allo stesso tempo ricco di complessità. Ha esposto, tra l,altro, al Walker Art Center di Minneapolis, alla Kunstvrein di Friburgo, alla Kunsthalle di S. Gallen. Nel 1994 ha rappresentato la Germania risiedendo, in quanto vincitore dello studio program, al PS1.

Didier Courbot, francese, di Parigi, lavora con la fotografia e l,installazione. Il suo è un lavoro romantico, attento, in cui piccoli gesti poetici rappresentano la possibilità di impegnarsi per uno scatto sociale, in avanti, teso al rispetto ed alla tolleranza. Vive e lavora a Parigi.

Kerstin Kartscher lavora con il disegno. Realizza anche delle installazioni. La dimensione lisergica della Kartscher ci trasporta immediatamente in un mondo in cui il sogno, la visione, divengono gli strumenti per raccontare il proprio e l,altrui mondo. E, apparentemente nascosta ma invece forte la riflessione sociale ed il tentativo di proporre livelli ulteriori attraverso la scomposizione e la dilatazione della realtà. Come ha scritto Dominic Heichler in un recente saggio sull,artista pubblicato su Frieze (n° 72, Gen Feb 2003) "Kerstin Kartscher è affascinata dall,idea di trasportare lo spettatore in affascinanti mondi paralleli d immaginari".

Anselm Reyle, lavora sfruttando molteplici possibilità tecniche, dalla scultura (ready mades), alla pittura, all,installazione, al wall painting. Forte è la componente Beuysiana nl modo di concepire l,installazione. La catalogazione di oggetti, il lavorare su strutture preesistenti modificandole attraverso piccoli interventi carichi di intensità simbolica. Per Anselm Reyle è inoltre fondamentale il rapporto con le avanguardie storiche del novecento.

Lorenzo Scotto di Luzio, napoletano, si esprime indistintamente con ogni mezzo, dalla scultura all,installazione, al video alla pittura. L,artista è quasi sempre il protagonista delle sue opere. Si traveste, si ritrae in pose strane o recita la parte di qualcun altro. Il tutto è realizzato sfruttando ed esaltando atmosfere apparentemente divertenti, ma in sostanza dense di malinconica poesia. Lorenzo Scotto ricorda uno dei clown tristi e surreali che tante volte abbiamo visto nei film di Federico Fellini. Vive e lavora a Napoli.

Marcello Simeone è nato a Napoli nel 1973. Lavora utilizzando con estrema naturalezza differenti tecniche e mezzi, dall'installazione, alla pittura, al video, alla fotografia. "Se non fossi nato a Napoli probabilmente la mia percezione e la mia vita sarebbero state profondamente differenti". Il collegamento inseparabile tra arte e vita, tra poesia e tensione quotidiana, rappresentano il filo rosso che attraversa tutto il lavoro dell'artista napoletano. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta ha fatto parte, con Roberto Biccari e Danilo Vigorito, dei Three imaginary boys, un gruppo techno fondamentale per avere contribuito a delineare l'ormai importante scena della musica elettronica e della club life partenopea. E la base di tutto il suo lavoro è raccontare la propria esperienza, partendo da uno sguardo diverso, notturno, insonne, che illumina il dettaglio e ci riflette circondato dal silenzio. Il lavoro di Marcello Simeone lo si potrebbe inserire al centro tra l'attenzione ossessiva per il particolare di Won Kar Wai ed il sentimentalismo coinvolgente ed impegnato di Bas Jan Ader. Ha esposto in gallerie private ed istituzioni di tutto il mondo.

Doron Solomons lavora principalmente con il video. Il suo è un lavoro che indaga la struttura sociale e la condizione di chi vive in un territorio difficile come quello israelopalestinese. Ma il suo non è un linguaggio diretto ed esplicito, anzi, è ricco di metafore e carico di sottile ed amara ironia. Ha partecipato all,ultima edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Clandestini, curata da Francesco Bonami. Vive e lavora a Tel Aviv. La Biennale di Venezia è stata la sua unica esposizione in Italia.

Per Katia Strunz momenti topici della cultura del novecento sono quelli legati alle avanguardie storiche, alla prima astrazione oggettuale, al primo modernismo. Tale bagaglio culturale viene riportato all,interno dei suoi lavori fondendosi con una capacità poetica carica di riferimenti. Una sensibilità femminile, estremamente delicata, perde di dolcezza attraverso l,utilizzo di materiali duri quali il legno ed il ferro, a forme spigolose, veloci, nere. Romantica nel suo essere razionale. Realizza anche fotografie, collage, piccole sculture. Ha esposto in più e differenti spazi pubblici in tutto il mondo.

Immagine: Didier Courbot, needs (Osaka), 2000, fotografia

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OPERA VIDEO

Via Arco dei Becci e Cugnanesi, 1 – San Gimignano
Inaugurazione domenica 1 febbraio 2004
Dalle ore 12.00 alle ore 16.00

LORIS CECCHINI A.E.R.O.S.O.L.
MARINA FULGERI London, East end
ANISH KAPOOR Wounds and absent objects
SABRINA MEZZAQUI Case gialle
MARGHERITA MORGANTIN Attenzione, prodotto solubile in html
RED SNIPER (KENDELL GEERS and PATRICK CODENYS) Empire
PASCALE MARTHINE TAYOU Le 14 fevrier (Ironville)
FATIMAH TUGGAR Conveyance
MARCELLA VANZO Clear and present
ITALO ZUFFI Shaking Giles

''La parola 'video' è ormai internazionale e in tutto il mondo viene usata per indicare sia un sistema tecnologico con cui si possono registrare e visionare immagini, sia le stesse immagini così prodotte. Mentre nel latino, da cui trae origine, il termine significa 'io vedo', inteso come azione di un soggetto, oggi 'video' indica il nome di un dispositivo elettronico che permette la cattura e la visualizzazione immediata di immagini in movimento tratte dal reale. Un termine che nel mondo latino era riferito alla sovranità d'azione di un essere vivente ora designa le potenzialità tecnologiche di una macchina visiva. In trasparenza, lo slittamento semantico subito dalla parola 'video' rende perfettamente il senso dei grandi cambiamenti che hanno investito la visione”. (Definizione Zero, S. Fadda, 1999).

Il video, nato come fruizione privata, negli anni Sessanta entra a far parte del linguaggio artistico: trasforma i concetti di tempo e spazio, crea un nuovo rapporto con lo spettatore, invita a riflettere sul concetto di visione della realtà. Oggi la videoarte occupa un posto importante nel panorama artistico internazionale. Galleria Continua propone con questa mostra una visione selezionata ma esaustiva degli artisti italiani e stranieri con cui ha lavorato negli ultimi anni e che hanno scelto anche questo media espressivo per dialogare con il pubblico.

Per alcuni artisti è un'esperienza fino a questo momento unica come nel caso di Loris Cecchini nell'atmosfera rarefatta di A.E.R.O.S.O.L. o di Anish Kapoor che per la prima volta sviluppa la poetica del colore e della non-forma attraverso il linguaggio digitale (Wounds and Absent Objects). Per altri è una modalità espressiva più consueta come per Sabrina Mezzaqui, Marcella Vanzo ed Italo Zuffi che, ricordiamo, ha preso parte a numerose rassegne video sia italiane che europee. Tra le presenze straniere da sottolineare Red Sniper con Impire l'opera video realizzata da Kendell Geers in collaborazione con il musicista Patrick Codenys, presentata al Pompidour lo scorso aprile; Pascale Marthine Tayou che racconta in Le 14 fevrier la semplice quotidianità di una coppia di innamorati ad Ironville, una cittadina del suo paese natale ed ancora l'artista afroamericana Fatimah Tuggar che nel ritmato video Conveyance offre uno spaccato della cultura occidentale attraverso l'immagine accattivante dell'industria dell'automobile.

Saranno presentate inoltre opere inedite di due giovani artiste italiane: Marina Fulgeri e Margherita Morgantin.

Per ulteriori informazioni e materiale fotografico: Ufficio stampa Silvia Pichini, tel. 347 4536136 press@galleriacontinua.com

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Barraque D’Dull Odde (-Romantic-)

Curated by Gigiotto Del Vecchio

NADER AHRIMAN
DIDIER COURBOT
KERSTIN KARTSCHER
ANSELM REYLE
LORENZO SCOTTO DI LUZIO
MARCELLO SIMEONE
DORON SOLOMONS
MONIKA SOSNOWSKA
KATJA STRUNZ

A great object/shelf, Barraque D’Dull Odde, was created between 1961 and 1967, we might call it an alchemical work.The shelves are full of things collected by Joseph Beuys, the author of the work. Electric poket torches, batteries, glass jars for preserves, pieces of felt, bolts, tools, metal wires, all sort of vases, bottles, stones, old clothes pegs: a typical arsenal of beuysian art. ‘‘Barraque” means shelf, ‘‘Dull” means absurd and ‘‘Odde” means solitude.
The exhibition concept was created and develops from this work. Not so much from the physical composition of the work in itself, even if a certain type of ‘‘cataloguing” is interesting, but from the atmosphere which it evokes and from the meaning that can be obtained from the three words put together in such a ‘‘shamanic and mysterious” way.
The artists of ''Barraque D’Dull Odde (-Romantic-)'', without any formal link, can be likened for their ability of basically blending an extreme aesthetic refinement with its opposite, the most unrefined ‘‘nature”. The exorcising estrangement of what we ‘‘know”, the association of seemingly distant items means that the work created contains the fascinating mystique of a further thought, of a new reality instead of beautiful appearance alone.
The exhibition, which should be dynamically organised within the gallery areas, ranging from more spectacular to more intimate and quiet moments, aims at concentrating on three precise conceptual points: mental architecture as a compositional laboratory and as intellectual records, the eye as an assimilative and relational vehicle, the cultural structure as the foundation on which the project and action can be based. With this an attempt is made to highlight the tension and then re-appropriate an idea of art which makes the relation, the romantically committed social assumption, a possible leit motiv of contemporary behaviour. With ‘‘Barraque D’Dull Odde (-Romantic-)” we also intend to develop profound reasoning on some things which are particulary important: social observation, investigation and discovering ‘‘the reasons why”, understanding the motivations obtained, the elements translating the depth of the work.

Gigiotto Del Vecchio, art critic and freelance curator. He collaborated with Flash Art from 1998 to 2001 and with Tema Celeste from 2001 to 2003. He is currently contributing editor of Boiler Magazine. He has organized and partecipated with monographic interventions in several exhibitions in Italy and aboard.
Hallucinating Love Foundation at Maze in Turin and at Asprey Jacques in London, Momentum, Biennal of Scandinavian Countries in Norway, Annika Larsson at the Contemporary Art Museum of Salamanca and at Studio Massimo De Carlo in Milan, Supersonic & Alien at Sales in Rome, Dura Friedman at the Kunstmuseum in Thun Switzerland, Gabriele Di Matteo ‘’Naked Humanity’’, at the Australian Center for Contemporary Art in Melbourne, Play at the Openspace in Milan. He was responsible for the programme schedule of Radio Arte Mobile along with Lorenzo Benedetti and Cecilia Casorati during the last edition of the Venice Biennale in the Utopia Station section , curated by Hans Hulrich Obrist, Molly Nesbit and Rirkrit Tiravanija. He is currently a member of the Commission for the Italian Studio Program at PS1/Moma in New York. Along with Marcello Simeone and Mariangela Levita he is Founding member of the cultural association ‘‘Supportico Lopez” in Naples. He lives and works in Naples.

Nader Ahriman, he lives and works in Berlin. International critics who have dealt with his work include critics like Daniel Birnbaum and Joerg Heiser. Birnbaum said of him: ''Nader Ahriman paints philosophy''. The metaphysical tradition, futuristic research, the romantic and at the same time rational ideal, the analysis of the philosophical structure make Nader a fascinating and at the same time highly complex artist. He has exhibited at the Walker Art Center in Minneapolis, at the Kunstvrein in Friburg, at the Kunsthalle in S. Gallen amongst other places. In 1994, as winner of the studio program, he represented Germany, where he is resident, at the PS1.

Didier Courbot, French, from Paris, works with photography and installation. His work is romantic, careful, in which small poetical gestures represent the possibility of committing himself to a forward-looking social portrayal aimed at respect and tolerance. He lives and works in Paris.

Kerstin Kartscher works with drawing. She also makes installations. The lysergic dimension of Kartscher immediately transports us to a world in which dreams and vision become the instruments to talk about his world and that of the others. It is apparently hidden but the social reflection and the attempt to propose further levels by dividing and expanding reality is strong. As Dominic Heichler wrote in a recent text on the artist published on Frieze (n. 72, Jan Feb 2003) ''Kerstin Kartscher is fascinated by the idea of transporting the spectator to fascinating parallel worlds of the imaginary''.

Anselm Reyle, works by exploiting many technical possibilities, from sculpture (ready mades), to painting, to installation, to wall painting. There is a strong Beuysian component in the manner of conceiving the installation. Cataloguing objects, working on previously existing structures, modifying them by means of small work full of symbolic intensity. For Anselm Reyle the relationship with the historical avant-garde of the twentieth century is also essential.

Lorenzo Scotto di Luzio, Neapolitan, expresses himself with any means he can, from sculpture to installation, to video to painting. The artist is almost always the protagonist of his work. He disguises himself, he portrays himself in strange poses or plays the part of someone else. Everything is carried out by exploiting and highlighting apparently enjoyable atmospheres, but basically crammed with melancholic poetry. Lorenzo Scotto reminds us of one of the sad and surreal clowns which we have seen so many times in the films of Federico Fellini. He lives and works in Naples.

Marcello Simeone was born in Naples in 1973. He employs different techniques and means in his work in a natural manner, from installation to painting, to video, to photography. ''If I had not been born in Naples, my perception and my life would have been totally different '. The inseparable connection between art and life, between poetry and daily tension, represent the red line which goes through all the work of this Neapolitan artist. Between the end of the 1980’s and the beginning of the 1990’s he belonged to the Three imaginary boys with Roberto Biccari and Danilo Vigorito, a fundamental techno group for having contributed to creating the now important electronic music scene and club life in Naples. And the base of all his work is recounting his own experience, starting from a different, nocturnal, sleepless look, which illuminates the details and reflects us surrounded by silence. The work of Marcello Simeone could be inserted between Won Kar Wai’s obsessive attention for detail and Bas Jan Ader’s involving and committed sentimentalism. He has exhibited in private galleries and institutions all over the world.

Doron Solomons mainly works with video. His work investigates the social structure and the condition of those who live in a difficult land like that of the Israelopalestine one. However, his language is not direct and explicit, indeed, it is full of metaphors and full of subtle and bitter irony. He participated in the last edition of the Biennial of Venice in the section Clandestine people, curated by Francesco Bonami. He lives and works in Tel Aviv. The Biennial of Venice was his only Italian exhibition.

Monika Sosnowska makes installations in which the perspective and perception are altered to the extreme. Her aim is that of creating a sense of bewilderment by using environments with familiar shapes and structures. Corridors, obsessive sequences of doors, expanded perspectives. She has exhibited at the Biennial of Gwanju, at Manifesta. She participated at the Biennal of Istanbul. She is also preparing an exhibition at the Kunsthalle of Hamburg. She lives and works in Warsaw. In Italy she has exhibited at the Biennial of Venice.

For Katja Strunz topical moments of twentieth century culture are connected to the historical avant-gardes, to the first objective abstraction, to the first modernism. This cultural background is visible inside her works blended with a poetic charge full of references. An extremely delicate feminine sensitivity loses its sugariness by the use of hard materials like wood and iron, with angular shapes, rapidity and darkness. She is romantic in her rational being. She also makes photos, collages, small sculptures. She has exhibited in several and various public spaces all over the world.

Address: Galleria Continua, Via del Castello 11, San Gimignano (Siena)
Opening hours: 14.00-19.00 Closed on Mondays

Info: ph. + 39 0577 943134 fax +39 0577 940484
continu@tin.it
http://www.galleriacontinua.com

For photographic material and further information:
Press office Silvia Pichini, ph. + 347 4536136
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Marcelo Cidade
dal 30/10/2015 al 8/1/2016

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