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Un te con Lisetta Carmi
dal 8/3/2014 al 8/3/2014
ore 17

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Lisetta Carmi



 
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8/3/2014

Un te con Lisetta Carmi

Polifemo, Milano

Un incontro di domenica pomeriggio, quando il sole cala e luci della Fabbrica si accendono. Lisetta Carmi, un'anima inafferrabile, reincarnata cinque volte nell'arco di una sola incredibile esistenza, si racconta.


comunicato stampa

Un incontro di domenica pomeriggio, quando il sole cala e luci della Fabbrica si accendono. Lisetta Carmi, un’anima inafferrabile, reincarnata cinque volte nell’arco di una sola incredibile esistenza, si racconta. Una curiosità sfrontata, un moto inesausto fuori e dentro il mondo. Dalla musica all’Assenza, passando per l’India e la meditazione. E poi la fotografia, stringente alchimia tra il suo sguardo e la realtà. Il suo lavoro non trova facile collocazione nella storia della fotografia italiana, eppure ne è un tassello fondamentale. Le sue prime foto, avide e sincere ai “camalli” del porto di Genova, i viaggi in Israele e nell’Olanda dei provos, i suoi ritratti di Ezra Pound come racconto di un attimo, e infine il suo lavoro più controverso, “I travestiti”, pubblicato nell’Italia democristiana del 1972. Indagine che si trasforma presto in una condivisione intima e vitale, in grado di dischiudere, senza violarle, le porte di in una realtà sommersa e disconosciuta. La capacità di Lisetta Carmi di guardare il mondo e di attraversare la vita è come l’occhio del fotografo, che segue prospettive e angolazioni sempre diverse. Irrequieto e naturalmente incapace di seguire un’unica direttrice per descrivere la realtà intorno a se.

Lisetta Carmi è nata a Genova il 15 febbraio 1924 da una famiglia borghese di origine ebraica. Nel 1960 abbandona l’attività di pianista per la fotografia e dopo una prima esperienza al teatro Duse, firma fra gli anni ’60 e i ’70 reportage di documentazione e denuncia sociale come quello sulle difficili condizioni di lavoro dei portuali genovesi, ma anche luoghi foto-racconti che si impongono per la capacità di andare oltre alla visione corrente delle cose e di coglierne con singolare intensità e drammaticità l’intimo delle persone. Fra il 1958 e il 1967 visita ripetutamente Israele, per meglio comprendere il significato dell’appartenenza al popolo ebraico e poi nei primi anni 70 viaggia lungamente in Afghanistan e in India, paesi in cui scopre una visione della vita più affine al suo sentire.I suoi soggiorni in oriente culminano con l’incontro con il maestro induista Babaji e segnano una seconda svolta della sua vita. Fonda a Cisternino in Puglia un ashram dove si dedicherà alla diffusione dell’insegnamento del maestro e al recupero dei tossicodipendenti accolti dal centro.

Gli anni 1997-2004 la vedono collaborare a Milano con lo psicoterapeuta Paolo Ferrari.
Oggi vive a Cisternino.

Giovanna Calvenzi è consulente per l’immagine alla Periodici San Paolo. Insegna photo-editing presso il Centro di Formazione Professionale Riccardo Bauer di Milano. Ha collaborato alla realizzazione di mostre e libri fotografici e svolge un’intensa attività di ricerca sulla fotografia contemporanea.

Domenica 9 marzo 2014 - ore 17.00

Polifemo c/o Fabbrica del Vapore
via Procaccini, 4 (Fabbrica del Vapore) Milano
Ingresso libero

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