Il lavoro di Angela Pellicano' e Ninni Donato "e' assimilabile a una prospezione archeologica che ad ogni strato asportato riserva emozionanti scoperte" Jasper Wolf
“… Angela Pellicanò e Ninni Donato non sono storici, non lo pretendono, il loro linguaggio è visuale e creativo; il loro lavoro è piuttosto assimilabile a una prospezione archeologica che, indagando sempre più in profondità, ad ogni strato asportato riserva nuove emozionanti scoperte.
Così emergono le ragioni di una mostra che nelle due parole del titolo contiene l’essenza della loro attuale ricerca. Non vogliono illustrare l’orrore e la follia della guerra, temi ben sviscerati dall’arte oramai depurata dalla necessità di celebrazione del vincitore, che non distingue fra giusti e oppressori: penso alle incisioni di Goya, tanto forti e spietate, penso Jake & Dinos Chapman che vi s'ispirano in modo diretto o all’opera manifesto “Guernica” di Picasso o ancora Otto Dix, Käthe Kollwitz, Corrado Cagli , solo per citarne alcuni.
La loro indagine, che passa attraverso il recupero dei "segni" su riviste del periodo pre-bellico e bellico e su documenti fotografici militari sopratutto alleati, cercando l'affabulante ri-simbolizzazione della storia, conquista spazi di senso inediti e chiede una riflessione sulle strategie comunicative con cui i "regimi", senza distinzione di epoca, legittimano le proprie sacre scelte. .…”
Jasper Wolf
Immagine: Ninni Donato, “Trauerarbeit war theatre#20”, stampa giclee inglobata in resina - cm 60x80
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