No name e' una installazione che Mammoli ha realizzato per la galleria. Utilizzando una serie di pannelli quadrati e lampade di wood l'artista tesse sapientemente un'ampia texture, a coinvolgere l'intero spazio, in cui immagini geometriche minimali, realizzate a stampa digitale, si susseguono come raffinate e macroscopiche tessere di un mosaico.
No name
Immagini Materie Segni
Martedì 13 gennaio 2004, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori
Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Giuliano
Mammoli. No name, curata da Loredana Rea.
La mostra, è il primo appuntamento del ciclo Immagini Materie Segni, in cui
i critici Ivana D'Agostino e Loredana Rea presentano nell'arco di tempo
compreso tra gennaio e giugno otto artisti - oltre a Mammoli, Fernando Rea,
Barbara Gurrieri, Angelo Brugnera, Diana Ferrara, Antonella Capponi, Minou
Amirsoleimani, Claudio Granato - differenti per formazione, scelte e,
soprattutto, modalità espressive.
Seguendo tre grandi direttrici della ricerca artistica, rappresentate
emblematicamente dalle continue sperimentazioni intorno all'immagine, alla
materia e al segno, l'intento critico è quello di riflettere sul presente,
per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni
tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire,
poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della
contemporaneità .
No name è una installazione che Mammoli ha realizzato per la galleria.
Utilizzando una serie di pannelli quadrati e lampade di wood l'artista tesse
sapientemente un'ampia texture, a coinvolgere l'intero spazio, in cui
immagini geometriche minimali, realizzate a stampa digitale, si susseguono
come raffinate e macroscopiche tessere di un mosaico.
Il punto di partenza di questo nuovo lavoro sono le serie degli Obbietivi
(sequenza reiterata di bersagli apparentemente tutti uguali a se stessi),
intorno cui l'artista marchigiano opera da alcuni anni, a partire dalla
guerra del Kosovo, quando la protesta della popolazione inerme si
materializzò nell'occupazione dei ponti con indosso magliette-bersagli.
Allora gli obiettivi di Mammoli erano quelli dei caccia che sparavano su
bersagli senza nome, a testimoniare il dolore per l'annientamento dell'uomo.
Adesso che le guerre continuano ad essere una realtà con cui nostro malgrado
conviviamo l'obbiettivo non è più necessariamente quello di un'arma rivolta
contro uomini senza nome, ma quello di una macchina fotografica, per
esempio, per focalizzare ciò che l'occhio da solo non riesce a cogliere.
Obbiettivi senza nome per scoprire le realtà di individui che hanno nome e
recuperare la speranza.
L'esposizione rimarrà aperta fino al 30 gennaio, secondo il seguente orario:
dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20.
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
via Ercole Bombelli 22, 00149 ROMA -- 06.5578101