Tedofra ArtGallery
Bologna
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Carlo Bascelli
dal 28/3/2014 al 9/4/2014
10-14 e 15-19

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Tedofra ArtGallery



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Carlo Bascelli



 
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28/3/2014

Carlo Bascelli

Tedofra ArtGallery, Bologna

Principi di guarigione. "In queste carte non si troveranno elementi speculativi, costrutti concettuali, garanzie estetiche, bensi' efflorescenze di datita'".


comunicato stampa

Carlo Bascelli è nato a Chieti nel 1974 e vive e lavora a Modena. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti Bologna, sez. Pittura ed ora è docente di Disegno e Storia dell’Arte

Dicono di Lui:
La pittura di Carlo Bascelli presenta i caratteri di un sondaggio nella consistenza della materia, inoltrato sino a esondarne i perimetri. Le sue carte, a pennarello o dipinte a olio con interventi in oro, registrano le risultanti di una osservazione che ha un sapore di scienza ma anche di orazione e di veggenza. La materia provocata rivela dapprima strutture geometriche, poi fiori, soli, pianeti e infine i paesaggi di un primordio inter-ulter-iore. La domanda che queste pitture pongono, in premessa a qualsiasi sbilanciamento critico sulla loro straniata suggestione, è: che cosa ha osservato l’autore-ricercatore? A cosa erano rivolti i suoi occhi nell’atto della visione?

È probabile che l’oggetto della visione di Bascelli sia osservabile prioritariamente (se non esclusivamente) a occhi chiusi. Oppure per una millimetrica sconnessione delle palpebre, quando l’occhio lampeggia in filamenti e fosfeni. In quella postura oculare, il mondo pittorico che fa la sua apparizione partecipa sottilmente della materia, della natura, dell’interiorità e di una sorta di ultra-visione che è la sommatoria innovativa di tutte queste componenti.

In queste carte non si troveranno elementi speculativi, costrutti concettuali, garanzie estetiche, bensì efflorescenze di datità, a un tempo intellettive e fisiche, flore raccolte lungo traiettorie siderali, a lato di rotazioni orbitali, mute deflagrazioni di sistemi che l’occhio ha visto nella stessa frazione in cui li ha fantasticati, varcando il punto di non ritorno oltre il prelievo quanto il limite dell’illazione. Dove ci troviamo allora?

Bascelli ha forse sviluppato una fanta-pittura in analogia alla fanta-scienza: ovvero, con gli stessi criteri di verisimiglianza e preveggenza della seconda, ha accettato la necessità artistica e la libertà estesa della prima, praticando fortunate sconnessioni dell’ottica e della logica ordinarie attraverso cui annotare un aldilà che non è meta bensì extra-fisico: futuro presentificato più che eterno, altra-natura e iper-mondo.

Nei suoi fogli, mappali, cartografie l’artista ci lascia consultare un’arte in forma di preghiera e auspicio, il cui esito iconico è una traiettoria isolatissima, quasi l’allucinazione di un varo verso una extraterritorialità totale: né veduta, né sogno, né mera fantasia, semmai prospettiva incerta di allunaggio sulla tempra sempre ulteriormente visualizzabile della (o delle) realtà, verso un territorio dove balugina il cautissimo sospetto, lo stremato vagheggiamento di una Presenza. La radiazione della luce che deflagra da nuclei e corolle trapela infatti nella gracile umiltà della carta usata come conduttore di una energia non priva di sofferenza, affettività, ostinazione, spaesamento, dispatrio, erranza.

E questa pittura ai confini della materia torna così a nutrirsi di un biografismo alieno, ribellatosi alle clausole del comune sentire a costo di abbracciare con sensibilità marziana il quieto terrore della ricerca impossibile: viaggio d’argonauta verso un privatissimo, indeterminabile Incontro.

Paolo Donini
Gli Universi descritti nelle opere di Carlo Bascelli sono piani di esistenza. Infiniti ‘mondi possibili’ non razionali, ma puramente intuitivi. Si tratta di luoghi non riconducibili a galassie fisicamente determinate, poiché sono deserti interiori in cui tutto il superfluo è cancellato, per dar voce solo a ciò che è essenziale: l’Energia.

Fin dall’antichità i più grandi pensatori, a Oriente come a Occidente, hanno intuito l’unitarietà del Tutto: nulla nell’Universo è separato, ogni cosa è correlata e interconnessa. La Materia si trasforma in Energia e l’Energia in Materia. L’elevato livello di sofisticazione e oggettivazione dell’Uomo Moderno, soprattutto nel mondo occidentale, ci ha allontanato da questi concetti favorendo lo sviluppo di una concezione dualistica della realtà che ha annullato la nostra capacità di percepire l’intimo legame con il Tutto.

Da queste riflessioni si sviluppa la ricerca di Bascelli che, nei suoi Universi, plasma stati emotivi con l’intento di evocare principi ancestrali. L’artista fa affidamento sulla capacità dell’individuo di poter intuire, esplorando il proprio mondo interiore, l’Energia che è parte di sé come di ogni cosa, e veicola questa intuizione attraverso la rappresentazione pittorica. La costruzione della composizione è caratterizzata dall’utilizzo di strutture archetipe elementari: l’insistente ritorno della forma circolare rimanda al Cerchio in quanto simbolo universale dell’Uno, dell’Assoluto; la comparsa di elementi grafici riferiti al mondo naturale, insieme alla predilezione per l’utilizzo di linee curve e sinuose, suggeriscono l’intimo legame che unisce l’Uomo alla Natura, in quanto parti inscindibili di un Tutto.

L’esito di questa elaborazione è un percorso attraverso spazi siderali che descrivono rotte astratte, mentali.
L’ osservatore è invitato a intraprendere un viaggio emotivo attraverso questi mondi. E questo potrebbe essere un viaggio “verso la completa guarigione”, che trova la sua chiave nell’accettazione di una visione olistica dell’uomo e della realtà.
Sara Montesello

Inaugurazione 29 marzo ore 18

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Ingresso libero

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