Quindicesimo capitolo del progetto Wunderkammer: "Il garbo e' tutto" Segni e carte di Carol Rama. Protagonista di Vetrine e' Alessandro Quaranta con un'installazione in cui emerge un gioco di sguardi e relazioni. Il secondo appuntamento del 2014 di Surprise e' dedicato a una selezione di opere storiche dell'artista Plinio Martelli.
"Il garbo è tutto"
Segni e carte di Carol Rama
a cura di Maria Cristina Mundici
La GAM presenta a partire dal 16 aprile negli spazi della Wunderkammer, recentemente riallestiti, un’importante serie di carte di Carol Rama provenienti dalla collezione del museo.
A curare la mostra, quindicesimo capitolo del progetto Wunderkammer, è stata invitata Maria Cristina Mundici, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico dell’Archivio Carol Rama.
Carol Rama è oggi un’artista nota sullo scenario artistico italiano e internazionale, nonostante il suo lavoro abbia avuto nel corso del Novecento fortune alterne.
Nata a Torino nel 1918, riceve un riconoscimento universale nel 2003 alla Cinquantesima Biennale di Venezia col premio alla carriera. Andando a ritroso nel tempo, soltanto dal 1985 si succedono sue importanti mostre monografiche in spazi pubblici, in Italia e all’estero. Agli albori della sua carriera, tra gli anni Trenta e Quaranta, è apprezzata e sostenuta da Felice Casorati. In quel periodo realizza acquerelli straordinari, di cui vediamo in mostra esempi notevoli quali Nonna Carolina (1936, sua prima opera conosciuta) e Appassionata (1940).
La rudezza di certa iconografia, che Carol Rama ricava da elaborazioni del proprio vissuto, è felicemente bilanciata dall’eleganza formale del segno e della composizione, che richiamano opere di Klimt e Schiele.
In seguito si rivolge all’astrattismo, caratterizzato prima dall’adesione al Mac torinese negli anni Cinquanta, poi connotato negli anni Sessanta dall’uso di oggetti sovrapposti a macchie informali di colore, in quadri che Edoardo Sanguineti ha denominato “bricolage”. Lo stretto rapporto esistente tra Carol Rama e Sanguineti è ricordato in mostra da una cartella di incisioni, Idilli, completata da poesie del letterato.
L’astrazione prosegue negli anni Settanta con una serie di quadri ottenuti applicando su superfici solitamente monocrome frammenti di camere d’aria usate, stese come pelle pittorica o lasciate nella loro evidenza tridimensionale, come accade nello splendido quadro esposto in mostra Movimento e immobilità di Birnam (1978). Del ritorno alla figurazione, a partire dagli anni Ottanta, parlano infine sia Seduzioni (1985) sia una cartella del 1993-1998 composta da venticinque incisioni, in cui la pittrice riprende temi e iconografie che le sono proprie.
Il progetto Wunderkammer, che da quest’anno si è trasferito in uno spazio espositivo nuovo e più ampio, è curato da Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.
Wunderkammer News
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Alessandro Quaranta
Area di attesa
a cura di Anna Musini
Proseguono alla GAM gli appuntamenti di Vitrine, il progetto dedicato alla ricerca artistica contemporanea sviluppata in Piemonte. L’edizione di quest’anno, intitolata Gente in strada (passaggio pedonale) curata da Anna Musini, si propone di suggerire un racconto, una narrazione visiva sul nostro tempo e sulla contemporaneità storica e artistica.
Protagonista del terzo appuntamento è Alessandro Quaranta. Per Vitrine l’artista ha realizzato un’installazione in cui emerge un gioco di sguardi e relazioni che si ricollega idealmente all’opera di Renato Guttuso che ha dato il titolo all’edizione di quest’anno del progetto.
Alessandro Quaranta utilizza il video come strumento privilegiato per registrare momenti della quotidianità e testimonianze che divengono delle narrazioni attraverso la sua regia. Il dato reale è estrapolato in immagini particolari e inaspettate attraverso l’occhio poetico dell’artista che fornisce una visione sorprendente di situazioni comuni, spesso considerate marginali, della quotidianità.
Area di attesa presenta tre monitor connessi ad alcune webcam posizionate in incroci stradali della Bielorussia, ai confini con Russia e Ucraina: si tratta di telecamere pubbliche accessibili in rete che hanno la funzione ordinaria di controllo del traffico in determinati svincoli e semafori. Le immagini si muovono lentamente, come se la registrazione in tempo reale subisse il ritardo di qualche secondo dovuto al periodo di trasmissione dalla telecamera al computer. I confini dei paesi selezionati sono oggi protagonisti di tensioni politico-economiche al centro del dibattito internazionale, con grande risonanza da parte dei media d’informazione. Tuttavia le immagini trasmesse alla GAM mostrano delle situazioni che sembrano astratte da una precisa configurazione spazio-temporale: emerge un’atmosfera silenziosa di attesa e sospensione. Se da una parte la scelta di luoghi così rilevanti non è casuale, l’artista ricerca allo stesso tempo una realtà dai connotati anonimi che possa rappresentare un luogo universale d’incontro. Le immagini del traffico ripreso 24 ore su 24 perdono via via la funzione di strumento di controllo: macchine, persone a piedi, lavoratori, cani animano l’incrocio stradale, diverse situazioni si presentano creando curiosità e attese nello spettatore. Affiora la narrazione e le stesse inquadrature stimolano l’immaginazione di chi osserva: si stabilisce un’occasione di incontro tra chi guarda e chi è ripreso dalla telecamera, una possibilità di sintonizzazione tra le parti.
L’artista promuove un’intesa utopica tra individui che si incontrano ad un passaggio pedonale virtuale, pur senza che si possa percepire la presenza materiale dell’altro. Diventa così possibile lo sviluppo di una relazione e l’instaurarsi di un’intesa.
Si ringraziano per la collaborazione al progetto: Adriano Rovere, Marina Loshchakova, Carlo Fossati.
Alessandro Quaranta
Nato nel 1975 vive e lavora a Torino
La ricerca di Alessandro Quaranta indaga i concetti di viaggio, di rito, i modi di vivere, le relazioni sia con gli altri sia con il paesaggio naturale e urbano che circonda una comunità di persone. Si avvale di mezzi espressivi eterogenei che variano dalla performance al video, dalla fotografia alla scultura. La fase processuale di concezione e sviluppo dell’opera riveste un momento fondamentale della sua creatività e prevede una collaborazione diretta con i soggetti appartenenti a una determinata collettività. Fondamentale è il rapporto del vissuto con i luoghi che fanno da scenario: le architetture, le costruzioni stradali, urbanistiche, industriali recano le tracce, sono specchio e contenitore della società contemporanea, veicoli di trasmissione e teatro delle interazioni a livelli diversi: civile, culturale, economico, geografico, politico, scientifico. La pratica artistica di Quaranta è tesa a cogliere la relazione di scambi di sguardi e di visioni che contraddistingue ogni singolo momento della vita. In particolare l’artista coglie uno “sguardo laterale” come lui stesso definisce l’attenzione verso situazioni marginali, fuori dalla scena principale.
Tra le sue principali mostre personali vi sono: Traccia 01, con Driant Zeneli, Galleria Martano, Torino 2010; la soglia dello sconosciuto, spazio Boccioni, Liceo Artistico Statale U. Boccioni, Milano 2007; www.gagio.org/stare sul confine, CareOf, Milano 2005; Da Gadjò, project room, Luigi Franco Arte Contemporanea, Turin 2003;. Ha preso parte in mostre collettive come: Press Play, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2012, Living, Louisiana Museum of Modern Art, Danimarca 2011, Private Garden, PAV Parco Arte Vivente, Torino 2010; Fare Museo, CeSAC, Filatoio Rosso, Caraglio 2010; Premio d'arte, Città di Treviglio, Museo Civico, Treviglio 2010;
Route tournante en sous bois, Upload project, Trento 2010; X Biennale de Lyon - T.A.M.A. side effects Musée d’art contemporain de Lyon 2009; Hydromemorias Museo de Arte Contemporaneo, Caracas, Venezuela, 2009; Public Improvisation, DOCVA-CareOf, Milano 2008.
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Surprise. Edizione 2014
Plinio Martelli
"Opere prime"
a cura di Maria Cristina Mundici
Il secondo appuntamento del 2014 di Surprise è dedicato a una selezione di opere storiche dell’artista Plinio Martelli.
Nato nel 1945 a Torino, dove attualmente vive e lavora, Plinio Martelli ha iniziato presto la sua attività artistica. Nell’aprile del 1967 partecipò alla manifestazione Fluxus Les mots et les choses, mentre l’anno successivo avviava la produzione di film sperimentali aperti al confronto con il New American Cinema. Nel 1969 la galleria Christian Stein accolse una sua mostra personale, imperniata su una serie di oggetti in metallo e plexiglas illuminati da luci al neon, che contraddicevano con ironia l’austerità e il rigore minimalisti.
A partire dagli anni Settanta l’artista ha concentrato la sua ricerca sul recupero di oggetti, sculture, indumenti, arredi di gusto aulico e storicista, decontestualizzati e caricati di riferimenti simbolici, e utilizzati per esplorare i territori a quel tempo poco frequentati della decorazione e della citazione.
La mostra alla GAM si focalizza su una circoscritta serie di opere presentate tra fine anni Sessanta e inizio Settanta alle gallerie Christian Stein e LP220 di Torino, poste in dialogo con una selezione dei film sperimentali girati dall’artista negli stessi anni.
Surprise è un ciclo annuale di appuntamenti dedicati ad aspetti specifici della ricerca artistica torinese tra anni Sessanta e Settanta. Questa serie di mostre è curata da Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia Albertina di Torino.
Informazioni:
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E-mail:
Ufficio Stampa
Daniela Matteu - Tanja Gentilini
Tel: +39 011 4429523
daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
Inaugurazione: mercoledì 16 aprile, ore 18.30
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta 31 - Torino
Orario: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 - ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni