Memorie di un sodalizio artistico. In mostra il patrimonio di documenti archivistici originali e spesso inediti che raccontano momenti della carriera teatrale di Zeffirelli attraverso il sodalizio con la storica Bottega fiorentina.
a cura di Monica Gallai
con la Collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi
Progetto di allestimento Stefano Maurri
Progetto grafi co Miriam Frescura
Istallazioni di Elena Bianchini
Figurini, fotografi e, lettere, programmi di sala, locandine e accessori. Sono il
patrimonio di documenti archivistici originali e spesso inediti che dal 28 marzo al
16 Aprile racconteranno, al Teatro della Pergola di Firenze, momenti della carriera
teatrale del Maestro Franco Zeffirelli attraverso il sodalizio con la storica
Bottega fiorentina di parrucche e trucco Filistrucchi (nata nel1720) nella mostra
“Zeffirelli Filistrucchi, memorie di un sodalizio artistico”.
Promossa e organizzata da Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte con la
collaborazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Fondazione Teatro
della Pergola, il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di
Firenze e Toscana verso Expo, la mostra porta alla luce oltre 100 reperti tratti
dall’archivio Filistrucchi recentemente ordinato e inventariato da Monica Gallai,
anche curatrice della rassegna. La presentazione, stamani alla stampa, alla presenza
degli organizzatori, dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze Sergio
Givone, del Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi
Ferrini, del maestro Giuseppe Lanzetta.
La mostra racconta una storia professionale e di amicizia che affonda le radici
nello scorso secolo, quando Pietro Filistrucchi lavorando nel vivo contesto teatrale
fiorentino degli anni Quaranta - dove accanto al festival del Maggio Musicale
fiorivano realtà come il Teatro della Fiaba e quello Universitario “L. Cherubini”-
realizzava parrucche e trucco per talenti della scena tra cui figurava il giovane
Zeffirelli, allievo di Luchino Visconti.
Un incontro raccontato nella seconda sezione della mostra anche grazie ad alcune
lettere del carteggio privato tra Pietro Filistrucchi e Franco Zeffirelli - dove un
formale ‘Lei’ cede presto il passo ad un confidenziale ‘tu’ - che riporta alla luce
aspetti inediti delle produzioni realizzate con passione e dedizione dalla bottega
fiorentina. Tanto da rifiutare una commissione se la qualità richiesta dall’esigente
committente non poteva essere garantita (nel 1956 la “Carmen” di Bizet che andò in
scena al teatro Stabile di Genova) o decidere di chiudere il laboratorio al pubblico
per 20 giorni pur di lavorare con la giusta concentrazione all’esecuzione di
un’importante commessa. Accadde così nel 1960 quando Zeffirelli incaricò Pietro
Filistrucchi di realizzare ben 93 parrucche per “Alcina” in scena alla Fenice di
Venezia.
Una fornitura eccezionale per cui Zeffirelli fu riconoscente a Pietro tanto
da scrivere: “il lavoro è superiore ad ogni commento. Una fornitura come quella mi
concilia con Firenze, con i fiorentini e con le nostre saltuarie ma superiori
qualità. Grazie, veramente di cuore”. Insieme alle missive sono figurini e fotografi
e a testimoniare come il Maestro si affidasse alla bottega fiorentina ed alle abili
mani di Pietro per la creazione di parrucche e trucco di scena. E’ proprio da quei
figurini - disegnati dallo stesso Zeffirelli ed anche da celebri costumisti amici e
collaboratori, da Anna Anni a Piero Tosi a Maria de Matteis - che poi prenderanno
forma quelle parrucche che hanno aiutato artisti come Maria Callas ad impersonare
celebri personaggi sulla scena.
Al famoso soprano greco la mostra dedica, non a caso, la sua terza sezione. Fu
grazie anche a Zeffirelli che la Callas apprezzò l’arte di Filistrucchi per portare
parrucche - come la moda del tempo dettava - anche nei momenti della vita privata.
Tra le chicche scovate e proposte al visitatore in “Zeffirelli Filistrucchi. Memorie
di un sodalizio artistico” anche una parrucca originale indossata dalla Callas per
un’ “Armida” di Rossini e quella di Medea oltre ad alcune ciocche-campione dei suoi
capelli che il soprano inviò, con tanto di corrispondenza autografa, per
commissionare le sue parrucche da giorno. Non mancano infine fotografi e inedite del
soprano al Teatro Comunale di Firenze. Tra queste una del 1952 che la ritrae in
camerino dopo la rappresentazione “I Puritani” assieme a Gino Bartali e alla moglie
Adriana Bani, recentemente scomparsa. Un altro scatto sorprende infine la Callas per
i corridoi del Comunale, forse a fi ne spettacolo, con in mano un mazzo di fi ori e
il libro “Firenze fi ore del Mondo” scritto da Papini, Soffi ci, Bargellini e
Spadolini nel 1950.
Arricchita da una scenografi a di abiti originali della Fondazione Cerratelli e da
una bacheca che racconta momenti della bottega e delle persone che collaborarono con
Pietro, la mostra si conclude con la sezione ‘Grandi Opere’. Dal “Don Giovanni” a
“La Lupa” (con Anna Magnani) fi no alla magnifica “Traviata” del 1984 al Teatro
Comunale di Firenze.
La genialità di Zeffirelli unita a quella interpretativa di Pietro ha dato vita ad
una sinergia artistica che, passando attraverso stima ed amicizia, ha contribuito a
far conoscere in tutto il mondo i manufatti di questa storica Bottega fiorentina.
Associazione OmA con la bottega Filistrucchi e la Fondazione Teatro della Pergola
rendono omaggio al maestro Zeffirelli inaugurando la mostra durante la Giornata
Mondiale del Teatro. La mostra sarà inaugurata il 27 marzo 2014 alle ore 16.45
presso il Saloncino del Teatro della Pergola, esclusivamente su invito, e proseguirà
fi no al 16 aprile 2014. Per l’occasione l’Orchestra da Camera Fiorentina diretta
dal Maestro Giuseppe Lanzetta renderà omaggio a Franco Zeffirelli e alla sua Divina
Callas con un concerto.
Il Percorso Espositivo
Dall’Archivio Filistrucchi un’accurata selezione di documenti originali e inediti,
suddivisi cronologicamente in cinque sezioni, ripercorrono la nascita del rapporto
creativo e umano tra il regista Franco Zeffirelli e l’antica bottega di parrucche
attraverso le loro Opere e i protagonisti che con loro hanno collaborato. Prendendo
avvio dal contesto teatrale fiorentino degli anni Quaranta del ‘900, i figurini e le
locandine suggeriscono il percorso artistico dei giovani amanti dello spettacolo,
dai piccoli teatri cittadini, dove si poteva far pratica del “mestiere”,
all’eccezionale festival del Maggio Musicale Fiorentino, nel quale Luchino Visconti
nel 1949 mette in scena Troilo e Cressida, un imponente spettacolo, che vide la
partecipazione di nomi già noti, come quello della costumista Maria De Matteis,
insieme a giovani emergenti tra i quali Franco Zeffirelli, Piero Tosi, Vittorio
Gassmann, Marcello Mastroianni.
La seconda sezione illustra l’inizio della collaborazione del Maestro Zeffirelli con
Pietro Filistrucchi e nel carteggio le idee diventano segni, le acconciature
prendono forma, definendo i caratteri dei personaggi, mentre la fiducia e la
reciproca stima tra l’artista e l’artigiano si consolidano. Gli anni Cinquanta sono
anche gli anni della collaborazione con Maria Callas, alla quale è dedicata la terza
sezione, in un percorso documentario che si dipana tra lettere autografe, fotografie
e figurini disegnati per lei dal maestro Zeffirelli o in bottega, per opere da
rappresentare nel mondo, arricchito dalla parrucca e dall’abito originali indossati
dal celebre soprano nel ruolo di Medea.
La quarta sezione dedicata a cinque Grandi Opere, ripercorre alcuni momenti salienti
del rapporto lavorativo e umano tra il Maestro Zeffirelli e la Bottega Filistrucchi.
E’ qui che troviamo Franco Zeffirelli coadiuvato da grandi costumisti, nonché amici
di gioventù, come Anna Anni e Piero Tosi, ai quali il Maestro affida il compito di
elaborare acconciature fantasiose, proposte nei figurini di Alcina e di Euridice del
1960 e per la rappresentazione del Don Giovanni al Dallas Opera, nel quale l’intenso
momento creativo viene ben rappresentato dai figurini della Anni e dal carteggio. A
seguire La Lupa, interpretata da Anna Magnani, da Osvaldo Ruggieri e da Giancarlo
Giannini al Teatro della Pergola nel 1965, mentre ne La Traviata, del 1984, il
maestro Zeffirelli torna al duplice ruolo di regista e costumista accanto a
Gabriele, i cui ricordi e aneddoti evocano la magia del Teatro.
Infine una sezione riservata alle immagini fotografiche di Pietro Filistrucchi, dei
suoi familiari e dei preziosi collaboratori rappresentati in particolari momenti
lavorativi, arricchiscono il percorso visivo della storica Bottega.
Monica Gallai
Con questa mostra abbiamo voluto iniziare a raccontare, tramite una piccola parte
del nostro vasto archivio, carico di tante memorie accumulate nel corso di quasi
trecento anni di attività, uno spicchio di storia della nostra “bottega”, di come in
essa si concretizzavano le idee fissate in un figurino e il rapporto epistolare che
l'accompagnava. Questo progetto, pensato oltre cinque anni fa, ha potuto
concretizzarsi grazie all'interesse di Maria Pilar Lebole che, insieme a noi e a
tutto lo Staff OmA, ha per prima creduto in quanto queste pagine di storia vogliono
raccontare. Tutto ciò è stato possibile grazie alla meticolosa selezione dei
documenti che Monica Gallai, da buona archivista, ha saputo scovare nel nostro
archivio, cogliendo la vera essenza del teatro e facendo riscoprire non solo una
parte della Bottega ma anche una parte della nostra famiglia e delle persone che vi
hanno lavorato.
Sono stati estrapolati alcuni significativi documenti, compresi tra i primi
novecento e la metà degli anni ottanta, che narrano attraverso lettere e figurini,
un pezzo di storia del teatro per lo più sconosciuta. Il teatro di quel periodo vide
la messa in scena di grandi Opere a cura di celeberrimi artisti con i quali si
instaurarono rapporti che andavano ben oltre la semplice committenza, e talvolta
sfociavano in sentimenti più nobili quali l'amicizia e la stima. Non a caso abbiamo
voluto, umilmente, rendere omaggio al Maestro Franco Zeffirelli al quale ci lega,
appunto, un antico rapporto di stima, amicizia e collaborazione.
In questi documenti auspichiamo si possa respirare non solo lo studio e la
realizzazione dell'iconografia del personaggio data dal figurino di celeberrimi
artisti quali il Maestro Franco Zeffirelli, Piero Tosi, Maria De Matteis, Anna Anni,
ma anche l'amorevole cura con la quale vengono concretizzate le idee fino a far
nascere e crescere lo spettacolo, come se fosse un figlio.
Speriamo, anzi ne siamo certi, possa trasparire tramite questa mostra, la grandezza
di Pietro, artista e Maestro artigiano, che con la sua maestria e sensibilità è
riuscito a dar corpo ai desideri iconografici raccontati in questi bellissimi
figurini qui oggi esposti. Maestria e passione trasmessa a Donella sempre presente
in modo più che attivo nella vita della bottega rimanendo comunque umilmente sempre
“dietro le quinte”. Forse Donella, se fosse presente, sorriderebbe un po', in
disparte come era solita fare e, sarebbe contenta ed entusiasta nel vedere
raccontato suo padre e il nostro lavoro. Come a lei infatti sono stati trasmessi i
segreti dell'antico mestiere lavorando con passione in bottega, anch'essa ha saputo
a sua volta trasmettere istintivamente l'amore per la bottega e per il teatro.
Questa mostra è dedicata a Pietro e Donella Filistrucchi.
Gabriele e Gherardo
La Bottega Filistrucchi
La nascita della ditta Filistrucchi risale al lontano 1720, al tempo in cui a
Firenze era reggente l'ultimo Granduca di Toscana appartenente alla dinastia
medicea, Giangastone (1671 – 1737). In quel momento storico il “coiffeur” era anche
barbiere, parruccaio, speziale, flebotomo, profumiere, acconciatore e truccatore sia
per donna che per uomo.
Era questa l'epoca nella quale la parrucca, lascito del '600 ed accessorio in
crescente evoluzione, veniva usata da nobili, dame, cavalieri e servitori.
L'esigenza di "trasformarsi" per le rappresentazioni sceniche sempre più in uso,
dette alla Bottega un'impronta teatrale.
Filistrucchi lavorava con i teatri più importanti della città, dal Teatro della
Pergola al Teatro del Cocomero divenuto nel 1859, Teatro Niccolini, ma anche nei
teatri minori come il Teatro della Fiaba voluto e diretto dalla contessa Flavia
Farina Cini e il Teatrino di via Laura demolito nel 1959, sede fino ad allora del
Centro Universitario Teatrale che vide muovere i primi passi dei giovani Alfredo
Bianchini, Franco Zeffirelli, Paolo Poli, Giorgio Albertazzi e tanti altri attori di
pregio. Da allora fino ai giorni nostri la bottega Filistrucchi ha collaborato con
importanti teatri italiani come La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Massimo
di Palermo e il San Carlo di Napoli, poi all'estero Il Metropolitan di New York, il
Civic Opera di Dallas, l'Opera di Boston.
Fin dal primo Maggio Musicale Fiorentino, inaugurato il 23 aprile 1933 con Nabucco,
Filistrucchi collaborò con i più famosi registi come Luchino Visconti, Giorgio
Strehler, e Luca Ronconi e costumisti del calibro di Alberto Savinio, Mino Maccari,
Gino Carlo Sensani, Maria De Matteis, Anna Anni, per l' allestimento di sontuosi
spettacoli; basti citare Sogno di una notte di mezza estate allestito nella
magnifica cornice del giardino di Boboli sempre nel '33, I Giganti della Montagna
sempre in Boboli nel Maggio Musicale del '37, e ancora Armida (M.M.F. 1952) con
Maria Callas con scene e costumi di Alberto Savinio, la sontuosa Aidadel 1969 con
figurini del Principe Enrico D'Assia, Medea del '52 con Maria Callas, e Troilo e
Cressida nel 1949 per la regia di Luchino Visconti e scene di Franco Zeffirelli.
Proprio con Franco Zeffirelli che si sviluppò nel corso degli anni un'intensa
collaborazione. Dapprima Don Giovanni del 1958 a Napoli ed ancora a Dallas insieme
con la La Traviata interpretata da Maria Callas, quindi La Lupa con Anna Magnani nel
1960,anno dell'Alcina rappresentata alla Fenice di Venezia e poi al Civic Opera di
Dallas, quindi Euridice nello stesso anno al giardino di Boboli, e Romeo e Giulietta
del 1965. Non ultima la sua indimenticabile Traviata del 1984 al Teatro Comunale di
Firenze.
Molte le grandi personalità del teatro di prosa, musicale e di danza, insieme a meno
conosciute "Filodrammatiche" e giovani promesse che in tanti anni hanno frequentato
la bottega. Ne menzioniamo alcune per il Teatro di prosa: Ermete Zacconi, Eduardo de
Filippo, Giorgio Albertazzi, Anna Magnani. Anna Proclemer, Annamaria Guarnieri,
Rossella Falk, Romolo Valli, Giancarlo Giannini, Alberto Lionello; per la danza:
Kyra Nijinsky, Carla Fracci, Aurelio Milloss, Maurice Béjart; per il Teatro
musicale: Maria Callas, Renata Tebaldi, Fedora Barbieri, Tito Gobbi, Alfredo Kraus,
Mario Del Monaco, Piero Cappuccilli, Luciano Pavarotti, con molti dei i quali si
instaurò anche un rapporto di autentica amicizia: Ettore Bastianini, Renato Bruson,
Gino Bechi, Rolando Panerai,e più avanti Aldo Reggioli, Paolo Washington che anche
fuori dalla scena solevano frequentare la Bottega quale luogo di ritrovo per
continuare a parlare di spettacolo e non solo di quello.
E' stato attraverso queste esperienze che la tradizione si è tramandata di padre in
figlio, in un percorso che inizia dall'idea e dal figurino e, transitando attraverso
l'opera del parruccaio e truccatore di trasformare la “persona” in “personaggio”, si
concretizza fino a giungere alla più perfetta “metamorfosi” scenica del personaggio
da rappresentare. La tradizione ha potuto perpetuarsi per quasi trecento anni solo
coniugando la passione per il proprio lavoro di artigiani al grande Amore per il
Teatro.
Catalogo
Zeffirelli Filistrucchi. Memorie di un sodalizio artistico
a cura di Monica Gallai con la collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi
ed. Polistampa - € 10.00 - pagg. 96
Maria Pilar Lebole
Direttore Osservatorio dei Mestieri d’Arte
via Bufalini 6 -50122 Firenze
Tel. 055 5384951 pilar.lebole@osservatoriomestieridarte.it -www.osservatoriomestieridarte.it
Paola Pace
Ufficio Stampa Fondazione Teatro della Pergola
tel 055 2264347 cel 349 7129219 stampa@teatrodellapergola.com - skype paola-pace
Riccardo Galli
Responsabile Ufficio Stampa Ente Cassa di Risparmio di Firenze
via Bufalini, 6 – 50122 Firenze tel. 055 5384503 – cell. 335 1597460 riccardo.galli@entecrf.it
Inaugurazione: 18 aprile 2014
Spazio Mostre Ente Cassa di Risparmio di Firenze
via Bufalini 6 – 50122 Firenze
Orario: lunedì-venerdì 9-19; sabato e domenica 10-13; 15-19
Ingresso libero