L'immaginario delle nuvole. Dal richiamo all'immagine della foglia si passa ai ritratti di persone o animali visti come archetipi mitologici.
La Galleria Arianna Sartori di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, presenta la personale dell’artista Ornella Reni intitolata “L’immaginario delle nuvole”.
Alla ricerca dell’armonia
L’opera di Ornella Reni è da sempre frutto di una approfondita ricerca, che privilegia la presa di coscienza, la meditazione, l’ascesi anziché l’inseguimento della forma pura e semplice. Fa prevalere l’interiorità sull’esibizione esteriore. Per questo ogni suo impulso inventivo con materie diverse, dalla tela o dalla tavola dipinte ad olio alla scultura a tutto tondo o ai bassorilievi in legno, cartapesta, terracotta, non nasce dalla necessità di tentare tecniche nuove ma di applicare queste tecniche ad altrettanti motivi d’ispirazione. Inoltre, seguendo questa linea di continuità, l’artista si è sempre mantenuta coerente con la sua formazione cristiana, tenendo in massima considerazione i valori della vita in tutte le diramazioni e del destino umano. Ed era quindi logica per lei l’assunzione di un modulo espressivo dalla natura prevalentemente simbolica, nella quale s’inserisce una ritta condensazione di significati.
Il percorso di sperimentazione si dirama in successivi periodi, senza mai perdere di vista l’originaria giustificazione di contenuto: dal richiamo all’immagine della foglia quale metafora dell’esistenza e della sua conclusione, si passa ai ritratti di persone o animali e la loro sublimazione in archetipi mitologici, all’attenzione ammirata per l’armonia intrinseca delle creature floreali. Fra l’uno e l’altro periodo, si è inserita un’esperienza di grande valore umano, l’assistenza dell’autrice a malati psichici insegnando loro ad esprimersi e comunicare attraverso Farte, con risultati sorprendenti documentati in una pubblicazione.
Plurime attività, suggestioni e stimoli emozionali, vari orientamenti basati su un’unica matrice spirituale, sfociano oggi in un’estrema rarefazione di linguaggio e nell’assunzione di uno spazio astratto che rappresenta invece qualcosa di estremamente concreto, i termini fondamentali dell’esistenza stessa ritrovati nel genoma umano. In esso, nel principio vitale che racchiude i cromosomi dei sessi, l’autrice individua il conflitto di due opposte tendenze dinamiche, che conducono l’una al disordine, l’altra all’ordine, in una dimensione cosmica.
Ed ecco, delineando la possibilità di scegliere un indirizzo di equilibrio nel fermentante caos degli istinti, che l’arte diventa il mezzo più convincente per suggerire la possibilità di una via di uscita, o quantomeno di una speranza della vera pace che dovrebbe regnare nel inondo, affratellando i popoli. Se infatti l’arte, intesa nel senso più nobile del suo esercizio creativo, è quanto si avvicina di più al rispecchiamento dell’armonia che regna nel Creato, il generoso tentativo della Reni di interpretarne il compito salvifico si traduce in una iconografia allusiva, in una scrittura di segni, in una sintesi che si presenta con disarmante semplicità, come un francescano ritorno alle origini. Alle origini, s’intende, dell’arte che comunica valori di perenne importanza sociale, stabilisce relazioni fra le persone, innesca salutari processi di riflessione siili essenza della condizione umana.
Alberto Longatti
Nuvole
«Vanno, vengono e ogni tanto si perdono/per una vera/ mille sono finte...». Così, le nuvole (o le "nubi" in termini meteorologici) in una suggestiva poesia di De Andre, recitata con voce grave da Fernanda Pivano. Le nuvole, che cambiano colore col variare della luce solare («In niul rösa cun di buff de scür/ch’j passa su Milan nel scend la sera», Franco Loi). Le nuvole, sbuffi di vapore acqueo che paiono fiocchi di bambagia nel ciclo dei mattino d’estate o distese di panna montata dai finestrini degli aerei. Le nuvole, candide figure cangianti nello spazio. Le nuvole, baluginanti come pensieri nella mente dei poeti. Le nuvole, nebbiose visitatrici dei sogni.
Tutto questo, colte dallo sguardo nella realtà quotidiana e trasformate in esempi della mutevolezza, possono essere per ciascuno le nuvole. Ma Omelia Reni non s’accontenta dell'effimera apparenza onirica, vuole imprigionare l'attimo faustiano, farlo concretamente suo. Ed ecco che le nuvole diventano, grazie al suo intervento mediatore, qualcosa di tangibile, di malleabile, di palpabile. Non più sogni, ma forme immaginose, talora inquietanti, calate nel quotidiano, interrelate ma non coniugate a ciò che ci circonda. Creazioni di un mondo parallelo, tecniche miste che fingono talora strutture molecolari o galassie, intrecci di nastri o vortici di materie filamentose, insetti multicolori emergenti dal suolo o morbide meduse flottanti in una sorta di acquario astrale.
"Sogni indefiniti", l’artista ne giustifica così l’evocazione. Ma la loro ambigua natura fa intuire che alludono ad altro: non semplici capricci da laboratorio creativo, bensì segni di una metamorfosi costante delle cose umane, dell’evoluzione o della decadenza, dell’incostanza, in un tempo che si consuma. Come la vita.
Alberto Longatti
La Nuvola
Sembra che la nuvola goda di una libertà così sfrenata e creativa da suscitare nell’uomo emozioni e sentimenti. Volendo emularla poeticamente in espressioni materiche non è impresa facile.
La libertà umana, infatti, va costruita con la fatica del pensiero, della fantasia e della mano per servirsi della materia.
È bello intuire che un fenomemo naturale e l’osservazione umana siano partecipi di una profonda armonia del bello.
Ornella Reni
ORNELLA RENI
È nata a Gonzaga (Mn) vive e lavora da molti anni a Como.
Nel 1987 ha conseguito il Diploma presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Università Cattolica di Milano.
Ha frequentato la Scuola Professionale di Pittura “Beato Angelico” di Como con i Maestri Perini e Borghi.
Dal 1980 al 1989 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, conseguendo il Diploma con la votazione di 110 e lode, con i docenti Sponziello, Spinoccia, Silvestri.
Ha seguito un corso di incisione a Mendrisio (Svizzera) con Piera Zurcher, e un corso di litografia a Como.
A Como hanno contribuito alla sua formazione artistica i Maestri Eli Riva scultore, e Ugo Sambruni pittore.
Le sue opere sono in collezioni private in Italia, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Finlandia, Croazia, e USA.
Mostre personali recenti:
1990 - “Nudi”, Torno (Co).
1991 - “La Foglia”, Palazzo Ducale, Mantova.
1997 - “Dialogare con la Materia”, Scuderie Gonzachesche, Volta Mantovana (Mn).
1999 - “Aspettando Demetra”, Chiostro di Sant'Eufemia, patrocinata dal Comune di Como.
2000 - “Ricordi”, Al Pendolo, Como.
2002 - “L’Odissea degli Audaci”, Chiostro di Sant’Eufemia, Como.
2004 - “Il Fiore”, Galleria d’Arte Principe Amedeo, Mantova.
2005 - “Infanzia Ferita”, Villa Brernasconi, Cernobbio (Co).
2005 - “Pitture ritagliate”, Galleria Hammer, Regensburg (Germania).
2006 - “Il Genoma Umano”, Galleria Luna, Bolzano.
2007 - “Le Ciotole”, Galleria Hammer, Regensburg (Germania).
2009 - “Lo Stupore dei Bambini”, Cà dei Fra, Casnate con Bernate (Co).
2010 - “La Speranza e la Storia”, Galleria Consiliare, Cucciago (Co).
2010 - “La vita è Teatro”, Galleria Erdel Verlag, Regensburg (Germania).
2010 - “Teatrini storici”, Galleria Mosaico, Chiasso (Svizzera).
2011 - “Teatrini storici”, Fiera del Passito, Comune di Volta Mantovana.
2011 - “Le nuvole”, Ente Turismo, Como.
2012 - “Le nuvole”, Museo Diocesano Francesco Gonzaga, Mantova.
2013 - “Bambole”, (aa arte accessibile Milano), Spazio Eventiquattro Gruppo Il Sole 24 Ore, PwC Experience, Milano.
Nello stesso periodo ha partecipato a sette Mostre collettive nelle provincie di Como e di Mantova.
Dopo un periodo pluriennale di volontariato presso l’ex Ospedale Psichiatrico San Martino di Como, Ornella Reni ha organizzato nel 1995 una Mostra delle opere pittoriche realizzate dai pazienti dell’Ospedale, ed ha scritto e pubblicato il libro “Il Giardino incantato – Arte oltre la ragione”: riportandovi con i dovuti commenti le opere dei pazienti ed i suoi disegni.
Inaugurazione sabato 19 aprile alle ore 17.30 alla presenza dell’artista
Arianna Sartori Arte and Object Design
via Ippolito Nievo, 10 Mantova
Orario dal lunedì al sabato 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso festivi.
Ingresso libero