Ororossorame. Le sue opere pittoriche e plastiche accolgono accostamenti di sacro e profano, comprendono le vertigini del nostro tempo o rimandano alla dimensione mitica di tempi antichi.
a cura di Maurizio Vitiello
Maria Pia Daidone precisa: “Ho privilegiato, ultimamente, il rame, il cartone, il plexiglas. Il primo perché è duttile nella lavorazione, ricorda la sacralità, dà energia e ha la luminosità accesa dell’oro; il secondo con un’adeguata lavorazione perde totalmente la propria identità e diventa altro; il plexiglas usato come rivestimento esalta i materiali e li cristallizza in un’atmosfera senza tempo.” L’artista napoletana crea maglie di ritagliate e brevi tessere di fogli di rame; usa anche fogli di cartone, pressati, ricoperti di cromatismi rossi, dorati e ramati, in parte aggettanti e in parte ricoperti da trasparenze, che predispongono e programmano morbide, intriganti, piacevoli seduzioni di senso. Il rame con la sua calda venatura riesce a stendere temprate superfici.
Le ultime redazioni pittoriche e plastiche dell'artista accolgono accostamenti di sacro e profano, comprendono gli stordimenti e le vertigini del nostro tempo e ci rimandano alle dimensioni mitiche di tempi antichi. Le metabolizzate, significative, leggere tessere di rame s’interpolano come elementi preziosi, perché, segnico-simbolici di interpretazione e di comunicazione sociale. La “texture” di ogni riquadro ramato è un sottile ricalco arricciato, increspato, mosso, sbalzato, ondulato su cui scivolano motivi ritmati e strette pressioni, mentre i bordi si solleticano e si sfiorano, limitati e ristretti, in una raffinata disposizione, che assicura una maglia, abbigliata lusinga, o un accurato mantello, appropriato richiamo per un fantasmatico corpo. Un mantello di tessere di rame, ultimamente prodotto, sembrerebbe tendere verso la pronuncia di un’overdose estetica, ma, a ben guardare, risulta, poi, essere cortina di un’essenza calamitante, dall’indubbio influsso e fascino pervasivo, che prende l'animo e la mente in modo completo. Non mancano di stupire i quadrati di cartone pressato punteggiati di inserti dorati, nonché ramati, e di finezze disegnative e di minuzie ben calcolate e di sottigliezze ponderate.
L’opera “Fil rouge su tessere oro”, presente nella mostra “OROROSSORAME”, merita particolare attenzione: l’impianto compositivo prende spunto ed è sostenuto dall’ultima produzione dell’artista che ha investito nelle qualità cromatiche del rame, dell’oro, del rosso e del nero. “Fil rouge su tessere oro” è impostato a continuare la produzione ultima che accoglie, su uno sfondo lattiginoso e frastagliato, battenti tessere d’oro attraversate da un filo rosso, indirizzato a continuare un sentiero palpitante, a richiamo di vita in una luce divina. La recentissima redazione pittorica dell'artista accoglie accostamenti di sacro e profano; si comprendono le vertigini del nostro tempo e, nel contempo, tutto è rimandato alle dimensioni mitiche di tempi antichi. Le metabolizzate, significative, leggere tessere dorate formano una “texture”, su cui scivola un ritmico rosso sentiero, che esplicita un’essenza calamitante.
Maurizio Vitiello
Inaugurazione 24 aprile ore 19
Alle ore 19.30 interventi, moderati da Maurizio Vitiello, di: Antonio Sposito, Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania, Pino Cotarelli, critico teatrale, e Mario Lansione, direttore artistico di ArteStudio-Gallery.
Arte Studio Gallery
via Sant'Agostino, 15 (Arco di Traiano) Benevento
Orario: aperto il martedì e giovedì, dalle 17 alle 19, e su appuntamento
Ingresso libero