L'umilta' e il coraggio che hanno cambiato la storia. Una mostra fotografica dedicata ai due Papi per accompagnarne la canonizzazione. L'esposizione illustra, attraverso 120 scatti e alcuni video, i caratteri salienti di due pontificati intensi e incisivi.
a cura di Paola Di Giammaria e Arturo Mari
Condensare in poco più di cento fotografie i pontificati di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
non è cosa semplice. Da questa convinzione siamo partiti noi curatori. Sapevamo che non era
un’impresa da poco ma ci abbiamo creduto, fino in fondo. L’abbiamo subito immaginata, forse anche
un po’ sostenuti dallo spirito di questi due santi, che noi abbiamo sentito, e continuiamo a sentire,
fortemente vicini. A renderla così speciale, non è quindi solo l’intenso e sincero coinvolgimento che ha
guidato il nostro lavoro, ma sopra ogni cosa è lo spirito di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Catturare le immagini dei Papi è una forma d’arte che attraversa i secoli e i media. Le fotografie
qui esposte si collocano nel cuore di questo pantheon. Si tratta di un reportage che ha valore non solo
come documento storico ma è oggetto di interesse anche per la storia della fotografia, mostrando come
questa durante la seconda metà del XX secolo abbia cambiato il proprio linguaggio e la propria filosofia,
nel passaggio dal bianco e nero e dall’analogico alla tecnologia digitale avanzata. Abbiamo pensato a
due sezioni: la prima con le foto in bianco e nero di Papa Roncalli, l’altra dedicata a Giovanni Paolo
II, alle quali si unisce la visione di alcuni documentari della Filmoteca Vaticana, del Centro Televisivo
Vaticano e di filmati inediti su Papa Wojtyla. Entrambe si aprono volutamente con l’immagine di piazza
S. Pietro gremita di fedeli per l’elezione al soglio pontificio: una folla immensa e un messaggio chiaro
con cui si vuole rimandare all’attesa e alla speranza che da sempre accompagna la venuta di un nuovo
Papa.
Nell’intento di trovare caratteristiche che li hanno accomunati, il nostro pensiero è andato
immediatamente all’umiltà e al coraggio, con cui hanno affrontato e cambiato la storia, in tempi
completamente differenti, pur non lontanissimi tra loro.
Il pontificato di Giovanni XXIII, il più breve del Novecento, ritenuto di transizione, fu invece
decisivo soprattutto per la storia della Chiesa con la convocazione del Concilio Vaticano II nell’ottobre
del 1962. Dalle foto scaturisce la grande umanità di Papa Roncalli, colto nel semplice atto di benedire
la folla o durante la visita ai piccoli malati nell’ospedale romano del Bambin Gesù. Emergono la
spiritualità e il sorriso del Papa Buono, che ancora affascina persone di ogni età, senza dimenticare gli
incontri ufficiali, religiosi e politici, come il suo viaggio a Loreto e Assisi nel 1962, le folle e il Papa che
le attraversa sulla sedia gestatoria, tra i grandi flabelli, una specie di ventagli giganteschi, parte di un
apparato cerimoniale che oggi non esiste più.
La mostra ci consegna la figura del Papa nella sua interezza: uomo dalle radici semplici, studioso
e scrittore colto, diplomatico esperto e sensibile, pastore dedito ed equilibrato, uomo di Chiesa e di
mondo, cristiano devoto e coraggioso, pontefice lungimirante e coraggioso.
Le ultime fotografie di questa sezione illustrano l’apertura del Concilio Vaticano II, dalla solenne
processione dell’11 ottobre 1962 fino alle suggestive riprese notturne della piazza, quando appunto la
sera il Papa si affacciò alla finestra, chiamato a gran voce dalla gente, e pronunciò il celebre Discorso
della Luna.
Al Concilio aveva partecipato, già vescovo, anche Karol Wojtyla, qui ritratto in una foto, che
costituisce una sorta di trait d’union tra le due sezioni, e ci conduce alle immagini di Giovanni Paolo II,
il cui papato, il più lungo del XX secolo e tra i più lunghi della storia, è il simbolo di una nuova epoca.
La devozione e l’amore per Maria furono però uguali per entrambi: qui è palese in due inquadrature che
li ritraggono in modo simile di spalle mentre pregano sotto la statua della Madonna di Loreto.
Le fotografie di Papa Wojtyla testimoniano alcuni degli eventi che hanno cambiato il mondo. I
grandi incontri religiosi come quello di preghiera per la pace tra le religioni ad Assisi nel 1986, e quelli
politici tra cui la visita di Gorbaciov in Vaticano nel 1989 o la stretta di mano con Fidel Castro a Cuba
nel 1998, e poi i viaggi, la folla, le mani della gente protese verso di lui, il suo amore per i giovani
e quindi le Giornate Mondiali della Gioventù, le famose GMG, tra tutte quella di Roma del 2000,
con la spianata di Tor Vergata invasa dalla gente, come si vede nella foto con il Papa che la osserva
dall’elicottero.
Le immagini descrivono la fierezza, il coraggio, l’umiltà di un Pontefice che ha sostenuto
un ruolo fondamentale in un momento storico cosi pieno di contraddizioni e cambiamenti. Non mancano
le foto dell’attentato in piazza San Pietro il 13 maggio 1981 e dell’incontro con il suo attentatore Ali
Ağca, immagini che hanno fatto il giro del mondo, ma che ci siamo sentiti in dovere di riproporre per
rispetto della storia del Papa. La mostra ci riconsegna l’instancabile magistero che Giovanni Paolo II ha
esercitato con spirito missionario, sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità
verso l’umanità intera: dal suo viaggio ad Auschwitz nel 1979, in visita al campo di concentramento,
dalle folle smisurate in Brasile l’anno dopo, fino alla capanna africana tra i poveri nel 1990, al duro
monito nella Valle dei Templi del 1993, in un periodo segnato dai tragici delitti di Falcone e Borsellino,
a uno degli ultimi viaggi in Terra Santa nel 2000, ormai segnato dalla malattia.
Tutti, credenti e non, lo abbiamo seguito con il fiato sospeso nella sua salita verso la cima del
millennio, trattenendo il respiro e gettandoci a capofitto nel nuovo secolo. Ce lo ricordano due immagini
che immortalano il Papa quando apre la Porta Santa e mentre impartisce dalla finestra del Palazzo
Apostolico Vaticano la Benedizione del Millennio il 31 dicembre 1999. Le fotografie esclusive gettano
luce anche sugli aspetti più intimi e privati del Papa - ad esempio in aereo con l’amico Sandro Pertini- e
sui momenti di solitudine e meditazione, a passeggio sulle montagne o ancora giovane sugli sci. Non
possiamo tralasciare la dolcezza e la tenerezza del suo incontro con i più piccoli, i bambini di ogni età,
o la poesia che scaturisce dalla foto con l’abbraccio a Madre Teresa.
Dalla sua forza fisica fino alla malattia e all’agonia estrema, culminata nella morte il 2 aprile
2005, nessuno come lui ha saputo trasmettere al tempo stesso grandi certezze e forti emozioni. Una
sorte simile ha unito questi due papi alla fine delle loro vite. Infatti, anche le ultime settimane di vita di
Giovanni XXIII, ormai malato da tempo, furono seguite con trepidante attesa da tutto il mondo.
La mostra si chiude con la foto dell’ultimo venerdì santo di Giovanni Paolo II, quando prega
nella cappella privata, e le unghie della mano che stringe il Crocifisso, a guardarle bene, sono piene di
sangue e con l’immagine del feretro, allorché una smisurata folla di persone accorse in piazza San Pietro
per l’ultimo saluto.
Scaturisce così un doppio itinerario del cuore e della fede, pensato per far risplendere il ricordo
di due uomini carismatici, due santi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e
dell’umanità.
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Preview per la stampa: giovedì 24 aprile, ore 11.00
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