Simonetta Ferrante
Elia Gobbi
Timothy Hofmann
Anna Masdea
Mariann Roth
Gianna Macconi
Barbara Paltenghi Malacrida
Simonetta Ferrante, Elia Gobbi, Timothy Hofmann, Anna Masdea e Mariann Roth fresentano 5 modi di intendere la narrazione...
a cura di Gianna Macconi e di Barbara Paltenghi Malacrida
L’esposizione vedrà la partecipazione, su invito, di cinque pittori svizzeri e internazionali. Si tratta di tre giovani talenti esordienti che si sono distinti nel recente Concorso indetto dalla Fondazione Gino e Gianna Macconi di Mendrisio col patrocinio e
la collaborazione del Comune di Chiasso: Timothy Hofmann (1° premio), Elia Gobbi (2° premio) e Anna Masdea (menzione), le cui opere si confronteranno e dialogheranno con quelle delle artiste Simonetta Ferrante e Mariann Roth, già note e affermate a livello internazionale, sul tema del rapporto fra narrazione, scrittura e arti figurative.
Simonetta Ferrante
Nata a Milano nel 1930. Diploma di pianoforte al Conservatorio G. Verdi di Milano e di Graphic Design alla Central School of Arts and Crafts di Londra. Attiva per diversi anni nel campo della grafica editoriale e pubblicitaria, da tempo si dedica alla pittura, esponendo in Italia e all'estero; il suo lavoro si basa sulla Calligrafia Espressiva.
Elia Gobbi
Nato in Svizzera nel 1984, ha frequentato lo CSIA di Lugano e poi l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Artista e pittore, vive e lavora a Milano.
Timothy Hofmann
Nato nel 1986. Informatico e diplomato in Arti Visive alla Haute Ecole d’Art et de Design di
Ginevra, pratica da qualche anno l’attività artistica come grafico, illustratore e fumettista.
Anna Masdea
Nata nel 1990 a Lecco, dove si è diplomata al Liceo artistico Medardo Rosso. Dal 2011 frequenta il Corso di Comunicazione Visiva presso la SUPSI di Lugano e lavora nel campo della ristorazione.
Espone occasionalmente i suoi disegni.
Mariann Roth
Nata nel 1946 a Zurigo. Artista autodidatta, si ispira principalmente alla natura e dipinge a tempera con pigmenti naturali. Espone da una quindicina d’anni, soprattutto in Svizzera. Vive e lavora a Stabio (Canton Ticino) e in un piccolo villaggio in Umbria.
Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che si cancella: l’onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
Gustave Flaubert, “Attraverso i campi e lungo i greti”, 1886
Una storia è un filo invisibile tra passato e presente, un morso di vita che diventa riflesso, monito, memoria. Un luogo in cui perdersi e rifugiarsi, incrociarsi e riconoscersi. Un tempo da ricordare, una favola da tramandare. Oppure soltanto un alibi, una leggenda su cui poggiare il passo debole di una realtà in divenire. Ogni storia è contemporaneamente punto d’approdo e di partenza. La sintesi di un’impronta, la proiezione nostalgica di qualcosa che non tornerà, l’ambizione ottimistica di una nuova apparenza. Un bagaglio, con cui crescere più ricchi. O un fardello, da cui liberarsi lungo una vita intera.
L’arte ne può essere la sintesi immediata: un’esperienza personale che diventa pubblica.
Un’idea, tra occhi e testa, fissata e indelebile a testimoniare un momento. Nella collettiva “Racconti per immagini” allestita alla Galleria Mosaico di Chiasso 5 artisti, diversissimi per età, stile e sperimentazioni, espongono le loro Storie: 5 modi di intendere la narrazione, 5 punti di vista sugli avvenimenti del proprio percorso esistenziale. Timothy Hofmann presenta una serie di lavori elaborati sul contrasto tra bianco e nero. Visioni notturne, come un pianeta osservato dall’alto e delineato da piccoli segni grafici in cui leggere contorni geografici di una proiezione cosmica. Una messa a fuoco capovolta in cui la distanza scandisce la dimensione temporale.
Le opere di Anna Masdea, ispirate al celebre libro Momo di Michael Ende, affrontano il tema del “tempo” e del suo utilizzo nella logica consumistica moderna. I protagonisti del romanzo (principalmente la bambina Momo e i “Signori grigi” suoi antagonisti) si affacciano su tavole di pino dalla venatura esplicita accompagnate dalle citazioni della fonte originaria in senso prettamente allegorico.
La visione di Elia Gobbi si sviluppa sia attorno all’iconografia del ritratto (una serie di teste in cui la parte metaforicamente appare a rappresentare il tutto) sia alla tematica del viaggio come prospettiva di fuga in paesaggi dove il silenzio rivela le origini dell’assenza.
Una cadenza in cui l’accento ritmico è articolato dal vuoto, reso con grande perizia pittorica.
Simonetta Ferrante racconta la sua storia in dipinti che originano dall’arte calligrafica per evolversi in più complessi collage di immagini, in cui la traccia scritta, la pennellata e la titolazione (spesso ispirata alla poesia e alla letteratura) partecipano alla creazione di un linguaggio astratto, quasi pentagrammato nel suo essere musicale, ricco, denso di contrasti di colore. Nei lavori di Mariann Roth l’uso della parola, netta e intellegibile, si piega alla costruzione di un geometrismo formato da tasselli cromatici simili alla tecnica del mosaico. Una forma che nasce dalle lettere e che attraverso esse si espande in un’architettura compositiva che travalica il dato decorativo per svilupparsi su più piani significanti.
Barbara Paltenghi Malacrida
Inaugurazione: mercoledì 30 aprile, alle ore 18.30
Galleria Mosaico Arte Contemporanea
Via Emilio Bossi 32, Chiasso
Ingresso libero