Alberto Giacometti
Gaetano Carboni
Marisa Marconi
Elio Torrieri
Miro Gianola
Ferruccio Gini
Paola De Stefani
Isabela Corni
Anna Borrattaz
Fiorenza Presbitero
Floriano De Santi
Due bronzi monumentali, Donna che cammina del 1932-34 e Nudo in piedi del 1956, un pastello su carta, Buste del 1958, oltre 20 litografie. Contemporanemante in mostra opere pittoriche di diversi artisti in due collettive.
a cura di Floriano De Santi
La preziosa mostra Alberto Giacometti e l’arte africana, che sarà ordinata al Museo Centro Ceramico Fornace Pagliero di Daniele Chechi a Spineto-Castellamonte, dal 26 aprile al 29 giugno, raccoglie due bronzi monumentali, Donna che cammina del 1932-34 e Nudo in piedi del 1956, un pastello colorato su carta, Buste del 1958, la raccolta completa di oltre venti litografie stampate nello studio parigino di Aimé Maeght, nonché cinque sculture africane in legno del Settecento.
Com’è noto, Maeght è stata una figura fondamentale nella scena artistica internazionale del secondo Novecento che promosse l’attività, tra l’altro, di maestri quali Bonnard, Matisse, Kandinsky, Braque, Chagall, Miró e Giacometti. L’intera opera del Maestro svizzero ‒ sostiene giustamente Floriano De Santi, curatore della mostra e del catalogo ‒ testimonia, con le sue esili e larvate figure, la condizione esistenziale dell’uomo in un mondo sconvolto dalla minaccia della fine e dagli orrori della guerra.
Allievo dal 1922 a Parigi di Bourdelle e amico di Archipenko, Alberto Giacometti (Stampa 1901 ‒ Coira 1966), appresso le ricerche sulla scultura arcaica e africana, aderisce al Surrealismo nella sua serie di Oggetti a provocazione simbolica, lavori di grande suggestione nei quali instaura una sorta di rapporto metafisico con lo spazio. Ma subito dopo si allontana dal movimento bretoniano per elaborare una figurazione, sia in pittura che in scultura, che l’horror vacui sta disfacendo e quasi cancellando.
E in tal senso scrive il filosofo Jean Paul Sartre: “La materia di Giacometti, quella strana farina che impolvera, seppellisce lentamente il suo atelier, scivola sotto le unghie e nelle rughe profonde del suo viso, altro non è se non una polvere di spazio”.
Contemporanemante, la Fornace ospita anche “Triarte 2” rassegna composta da una mostra di opere pittoriche di Gaetano Carboni, Marisa Marconi ed Elio Torrieri e "Visioni di un mondo che cambia", con le opere di Miro Gianola, Ferruccio Gini, Paola De Stefani, Isabela Corni, Anna Borrattaz, Fiorenza Presbitero, nonché una selezione di opere degli allievi del Liceo Artistico Felice Faccio.
Inaugurazione sabato 26 aprile ore 10
Museo Centro Ceramico Fornace Pagliero
Localita' Spineto, 61 Castellamonte (TO)
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 19 e sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.