Second Portrait. Le immagini aiutano a riflettere sul tempo, ad osservare in maniera intensa anche il corpo, il respiro, il battito che si trasformano in colore.
a cura di Serena Achilli
"Fare video è come dipingere, fermiamo immagini in movimento. L’artista, che usi i pennelli o la tecnologia, è per me uno sciamano, un mago. Cattura l’energia e riesce a comunicarla in una sorta di neoumanesimo.... si sta ricreando l’umanesimo non solo nell’arte, ma nel mondo."
Cito Bill Viola, perché oltre ad essere uno dei più grandi (indiscutibile) artisti al mondo, sintetizza esattamente la videoart. In una quarantina di anni (pochi per l’intera storia dell’arte), questa modalità espressiva, ha cambiato i confini della creazione contemporanea, e con il digitale si è modificata la percezione del vero o verosimile fra reale e artificiale. In libera e costante evoluzione ed in sincronia con le nuove scoperte tecnologiche, ha allargato l'orizzonte del visibile e ridefinito i rapporti tra il pubblico ed il sistema dell'arte.
Sveva Angeletti giovane artista (1991) laureanda alla Rufa (Rome University of Fine Arts), sembra già avere le idee chiare sul suo lavoro. Scienza tecnologica, innovazione; la cultura visiva ha aperto strade nuove nel linguaggio espressivo e Sveva corre su questo filo della creatività che si inoltra nel profondo della verità. Le immagini aiutano a riflettere sul tempo, ad osservare in maniera più intensa 'emozionando' anche il corpo, il respiro, il battito che si trasformano in colore, luce e suono.
Questa per ora la sua ricerca, il messaggio, se proprio ci deve essere, arriva attraverso uno strumento che l’aiuta nella conoscenza della materia, della carne, della pelle; corporeità tradotta in figurazioni, diagrammi e toni.
Un pensiero visuale il suo, perfettamente in linea con il Festival che la ospita, Medioera e la cultura digitale.
Serena Achilli
Inaugurazione mercoledì 30 aprile dalle ore 16,00
Palazzo dei Priori
piazza del Plebiscito Viterbo