Il Margutta RistorArte
Roma
via Margutta, 118
06 32650577
WEB
Roberto Di Costanzo
dal 5/5/2014 al 15/6/2014

Segnalato da

Francesco Salvatore Cagnazzo




 
calendario eventi  :: 




5/5/2014

Roberto Di Costanzo

Il Margutta RistorArte, Roma

Sotto casa di Federico. Una trentina di opere ad inchiostro di china dedicate all'immaginario estetico visionario del grande regista.


comunicato stampa

a cura di Francesca Barbi Marinetti

Con il patrocinio del maestro Pierre Cardin, Il Centro Sperimentale di Cinematografia, Editions Nomades

Il mio cinema non è letterario né narrativo, è pittorico.
La luce ne rappresenta l’essenza, lo stile, l’ideologia.
Federico Fellini

Omaggiare Federico Fellini e ospitare il lavoro di un artista visionario e poetico insieme come Roberto Di Costanzo è la felice sintesi di questo appuntamento espositivo de Il Margutta RistorArte. Si inaugura martedì 6 maggio alle 19,00 la mostra Sotto casa di Federico curata da Francesca Barbi Marinetti con una trentina di opere ad inchiostro di china che per l’occasione Roberto Di Costanzo ha dedicato all’immaginario felliniano.
Il consueto Aperitif Art sarà ispirato al ricettario di casa Fellini.
L’appuntamento con Federico era da tempo nelle intenzioni di Tina Vannini essendo il marito Claudio Vannini legato al regista da ricordi personali. Fellini infatti, che abitava alla porta accanto dove si legge la targa che lo commemora, è stato negli anni Ottanta un assiduo frequentatore del vegetariano di via Margutta e molti sono gli aneddoti che ancora circolano ricordandone l’eccezionale presenza.

Federico si firmava Federico. Così piaceva essere identificato il grande Fellini. Già dall’esperienza del Marc’Aurelio scriveva i propri pezzi firmandoli con il proprio nome di battesimo. Secondo la testimonianza di Gianfranco Angelucci persino dal letto di ospedale quando alla fine dei suoi anni fu ricoverato per la grave ischemia che poi gli sarà fatale, scherzava raccontando che quando le infermiere lo chiamavano Signor Fellini, gli veniva spontaneo girarsi come se si rivolgessero a suo padre. Da qui il titolo della mostra, ad indicare una familiarità con il luogo e nel rispetto di uno spirito geniale che attingeva a piene mani dal rapporto diretto con il mondo e le persone.

L’attitudine ad inseguire il sogno a nutrimento di un immaginario estetico visionario di forme e parole e la dedizione assoluta all’inseguimento dell’intuizione che ne consegue, è certamente uno degli elementi di attrazione del giovane artista Roberto Di Costanzo nei confronti del grande regista.

«Il foglio è la possibilità di raccontare quello che del mondo mi ha conquistato…», ha dichiarato Roberto qualche anno fa, «Il foglio è la matrice di un’intuizione più profonda che trova legami non solo nella pioggia di linee che articolo per formare corpi, ma nella parola. Sono passaggi sinestetici a cui aderisco giornalmente disegnando visioni e forme con disciplina monacale».
Il visionario, diceva Fellini, è l’unico vero grande realista. Una provocazione che racchiude il senso della sua ricerca e della sua straordinaria sensibilità. E il disegno è uno strumento d’indagine e consolazione, ironico e pungente, che lo accompagnerà tutta la vita. È risaputo come il giovane Federico giunga a Roma diciannovenne con la scusa della facoltà di giurisprudenza per dare invece inizio all’arte diventando vignettista e autore di quello straordinario bisettimanale che fu il Marc’Aurelio, crocevia delle maggiori firme della commedia all’italiana.

Federico amava Roma, città dalle mille stratificazioni che rispondeva alla sua sete continua di novità. Ma soprattutto amava Cinecittà, il luogo perennemente cangiante che assumeva di volta in volta le forme, i colori, lo stile del suo prolifico immaginario.
A Roma Roberto Di Costanzo ha già dedicato un tributo visionario raccontando questa città complicata con occhi di bambino. La sua storia illustrata prendeva il via con il volo di palloncini rossi dal ponte di Castel Sant’Angelo. Palloncini che rispuntano In Amarcord, dove ritrae Federico bambino seduto accanto ai genitori a via Margutta sprofondato nei propri infiniti rigagnoli visionari. Sono sogni leggeri di fanciullo che volano alti come i palloncini che animano il gioco di una bimba senza peso. Mentre con La Dolce vita lo sguardo abbraccia i tetti di Roma dominati dal saluto ironico e surreale della capriola di Marcello insieme alla benedizione dall’alto dei cieli di Federico. Ne La Grande Bellezza, omaggio dichiarato al recente film di Sorrentino, Anita è un’imponente e meravigliosa gigantessa che incarna l’esplosiva abbondanza di una femminilità diventata icona. È una Polena voluttuosa che si staglia in un crescendo da dimensione onirica a struttura sovradimensionata e imprescindibile.

Ufficio Stampa:
Salvo Cagnazzo
uozzart@gmail.com
Cell: 3921105394

Inaugurazione: Martedì 6 Maggio 2014 – ore 19.00

Il Margutta RistorArte
Via Margutta 118 - Roma

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