Dominique Gauthier o dello 'shock visivo'. Questo l'ipotetico titolo di un saggio sul suo lavoro. Debordante e ordinato, caotico e simmetrico, viscerale e meditativo, il lavoro di Gauthier è imprendibile, inafferrabile. Il lavoro di Angelo Mottura ha nello specchio un interlocutore non casuale. Guardarsi equivale a percepire se stessi, distogliere lo sguardo definisce una momentanea perdita di identità . Si tratta in ogni modo di due momenti dialettici che generano una situazione in continua metamorfosi, emblematizzata nell'opera.
Dominique Gauthier
Dominique Gauthier o dello 'shock visivo'. Questo l'ipotetico
titolo di un saggio sul suo lavoro. Debordante e ordinato, caotico e simmetrico,
viscerale e meditativo, il lavoro di Gauthier è imprendibile, inafferrabile, non
appena si presume di poterlo circoscrivere esso ti sfugge, scivola come olio che
cerchi di trattenere nel palmo chiuso di una mano. Se si crede di indovinare una
forma naturale, se una silhouette suggerisce un oggetto conosciuto, se una
macchia o il profilo di una massa suggeriscono macchie e masse conosciute non è
così, esse sono chimere, fate morgane, miraggi che solo le tavole di Rorschach
possono suggerire, come il mistero che sta dentro a noi. Il suo lavoro, a prima
vista, può respingere, allontanare, è troppo grande per essere afferrato,
ingabbiato, sfugge agli schemi e alle regole, eppure è straordinariamente
contemporaneo. Gauthier è già un artista del terzo millennio, poliglotta e
poliedrico che riesce a far convivere Europa e America, ragione e sentimento,
libertà e catene. Gauthier non dipinge, vomita quadri, li espelle dal suo studio
come meteore nello spazio, catapulta opere in una terza dimensione: esse sono
oltre la rappresentazione del vero in uno spazio ignoto in cui ci invita a
navigare, senza peso, senza età , senza legami. E' anche una dimensione
filosofica ancora sconosciuta, è oltre il nostro sapere conscio eppure così
radicato nel nostro DNA da farci paura, sgomento, terrore, è un grande mistero
che attrae e respinge. E' noi stessi.
Andrea Busto
Principali mostre
personali:
2000 The Box Associati, Torino
Galerie Vasistas, Montpellier
1998 Galerie Les Filles du Calvaire, Parigi
1996 Musée d'Art Moderne, Collioure
1993 Credac, Ivry sur Seine
Project Room
Angelo Mottura
Secondo Jacques Lacan lo specchio è
una soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico: il soggetto
instaura con esso un rapporto motivato dal desiderio di incontrare se stesso e,
successivamente, di porsi in relazione col mondo. Dunque si può parlare di
'soglia di attesa', instabile, aperta, eloquente. Il lavoro di Angelo Mottura
ha nello specchio un interlocutore non casuale. Guardarsi equivale a percepire
se stessi, distogliere lo sguardo definisce una momentanea perdita di identità .
Si tratta in ogni modo di due momenti dialettici che generano una situazione in
continua metamorfosi, emblematizzata nell'opera. La sua fisicità nello spazio ha
una consistenza pragmatica; allo stesso tempo essa diviene il punto di
riferimento di una riflessione sulle relazioni tra la corporeità e il pensiero,
la dimensione fenomenologica e quella ontologica. L'interesse di Mottura muove
dallÕanatomia del corpo, che consente un indagine endoscopica: non si tratta
comunque di un'analisi nel senso del post-uman. Il corpo non è un simulacro, un
carnaio di segni come suggerisce Baudrillard, né un insieme di parti eterogenee
che si possono riassemblare in ordine alle regole dell'ingegneria genetica; né
tantomeno è implicito nel lavoro un atteggiamento sensazionalistico,
provocatorio. Piuttosto vengono presi in esame alcuni elementi costitutivi della
corporeità , aperti a un sistema di inferenze: il cervello che emana impulsi, le
terminazioni nervose che li irradiano e li coordinano, il midollo spinale, vero
e proprio anello di giunzione di tutto il sistema vitale.
Le opere, realizzate
di volta in volta con materiali diversi quali rame, ceramica, ferro, terracotta,
specchio, vetro, sono un involucro da riempire di senso: vi si conglobano fisico
e psichico, razionale e irrazionale.
Tiziana Conti
Principali mostre:
2000 The Box Associati, Torino
Air-Air, Grimaldi Forum, Montecarlo
Big,
Convento dei Cappuccini, Caraglio
Vernice:
sabato 7 ottobre ore 21
NUOVO INDIRIZZO!!!
Indirizzo: Galleria The Box Associati
via San Francesco da Paola
36 , 10123 Torino, tel. fax 0118125935
Orario: dal martedì al venerdi dalle
16.00 alle 19.30, sabato dalle 11.00 alle 20.00 (o su appuntamento)
Direzione: Caterina Fossati, Giuseppe Galimi