E l'immagine capovolta. Fotografie plasmate in camera oscura da un uomo che usa ancor oggi i Sali d'argento come fossero creta e dopo che la sua macchina registra l'immagine capovolta sul negativo fotografico.
a cura di Vincenzo Circosta, Marco Vincenzi, Christina Magnanelli Weitensfelder.
BAG Curators, organizzazione di curatori indipendenti, e Macula - Centro internazionale di cultura
fotografica, presentano a Pesaro un doppio incontro all’insegna della grande fotografia, con Roberto
Salbitani, il giorno 17 maggio.
In mostra presso la galleria BAG Photo Art Gallery e alla Chiesa della Santa Maria Maddalena, uno
dei maestri della fotografia italiana contemporanea, con due dei suoi più importanti lavori.
In collaborazione con il Centro di fotografia Macula, all’interno del circuito del Pesaro Photo
Festival, la mostra ROBERTO SALBITANI E L’IMMAGINE CAPOVOLTA. Si inaugurerà
sabato 17 maggio alle ore 21.00 presso la galleria BAG Photo Art Gallery, galleria che vede
affermare sempre più la sua vocazione di spazio dedicato alla fotografia dal linguaggio
internazionale.
Il vernissage della galleria verrà preceduto da una conversazione con Roberto Salbitani alle ore
19.00 presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena, sempre a Pesaro ma nel centro storico, che vedrà
interloquire l’artista con due dei curatori, Vincenzo Circosta, curatore e operatore ventennale
nell’ambito della fotografia e Marco Vincenzi, curatore, gallerista e studioso della fotografia. I tre
affronteranno la storia e le curiosità di un’esperienza lunga e importante nella fotografia, come
quella di Salbitani. Presenta Christina Magnanelli Weitensfelder, direttore della galleria BAG Photo
Art Gallery, moderatore Alessandro Giampaoli, presidente di Macula - Centro Internazionale di
Cultura Fotografica.
In mostra due tra i lavori più interessanti di Roberto Salbitani: Autismi e Venezia,
Circumnavigazioni e derive. Catalogo: Greta Edizioni.
Il doppio evento è organizzato in collaborazione con Macula – Centro Internazionale di Cultura
Fotografica e BAG Curators, gruppo indipendente di curatori, all’interno del circuito di Pesaro
Photo Festival.
Domenica 18 maggio 2014 – Pesaro
Lettura portfolio | BAG Photo Art Gallery
ore 10.00 – 13.00 / lettura portfolio artisti (su prenotazione telefonica presso la galleria)In un’epoca in cui anche le vicende più drammatiche ci vengono mostrate in forma spettacolare,
perché possano appagare il nostro sguardo; in un mondo in cui le immagini sconvolgenti da cui
veniamo bombardati tutti i giorni, vengono affiancate a quelle edulcoranti della pubblicità, così che
i giornali vengano venduti e il mercato dell’arte trovi continui nuovi acquirenti; in questo nostro
tempo, le visioni del Mondo costruite da Roberto Salbitani sono controcorrente, rispondono ad
un’esigenza altra, quella offerta dalla libertà di parlare direttamente alla “natura” dell’uomo, per
toccarla nel profondo, molto prima che il suo controllo intellettuale possa filtrarla e controllarla,
affinché ne sia garantita l’essenza, l’esistenza vera.
Parliamo di fotografie abilmente plasmate in camera oscura da un uomo che usa ancor oggi i Sali
d’argento come fossero creta e dopo che la sua macchina registra l’immagine capovolta sul negativo
fotografico, vive un rapporto intimo con esse, alla ricerca dell’Espressione che è l’unica vera libertà
per l’uomo.
Immagini capovolte anche nel loro modo di mostrarsi come fotografia, perché Salbitani non utilizza
la convenzione del disegno operato dalla luce sulla superfice sensibile, al contrario ci mostra la luce
dall’ombra. Personalizza e da vita all’oscurità per tenerci lontani dagli “specchietti” che la società
del capitalismo industriale e post industriale utilizza per ammaliarci e lo fa in una forma potente e
innovativa, quando è ormai lontano il tempo delle rivoluzioni vissute dall’uomo in occidente.
Nel malessere che questa società produce, egli vive, anche con l’aiuto della fotografia, in difesa
dell’uomo e del proprio singolare modo di esserlo: la sua natura più profonda, quella
apparentemente selvaggia, fatta di sentimenti coerenti alla singola specificità, ma al tempo stesso,
anche di sentimenti mediati dalla vita, che è lotta culturale per la sopravvivenza anche intellettuale,
dell’essere umano.
Un’immagine capovolta quindi che non nasce per essere semplicemente messa in mostra, ma come
forma di resistenza, appunto, e terapia di vita che, solo in ultimo, cerca il confronto con lo sguardo
altro di noi osservatori.
Autismi, 1997-2006
“I miei soggetti di osservazione sono stati, sono tutt’ora, la “makkina” e la strada (...), soggetti
opachi alla percezione e alla coscienza dell’uomo contemporaneo. Divenuta ormai un
prolungamento “naturale” del nostro corpo e del nostro modo di vivere, la “makkina” viene qui
pedinata durante le sue più sfrontate esibizioni, in quanto insuperato idolo di massa, sacro totem
del nostro tempo; ma anche come strumento in grado di tingere di atmosfere funebri i luoghi del
nostro passaggio (...), un’arrogante cabina di regia di una capsula sospesa in un etere tutto suo.
Indifferente alla gravità, al pulsare del paesaggio circostante.”Roberto Salbitani, 2006
Venezia.
Circumnavigazioni e derive, 1971-2007
“Sebbene circoscritti, limitati, frammentari, questi miei bromuri veneziani sono venuti alla luce
perché sognavano la visibilità. Venezia mi appare come una grande imbarcazione circolare che
trasuda tempo e memoria, la cui stiva è una pancia affaticata dal troppo umano, dal troppo fango
che si sedimenta in lei. Balena galleggiante, filtra un flusso ininterrotto di immagini. Oltre
all’acqua, Venezia imbarca immaginazione. Incatenate a fatica agli ormeggi, la città e le sue
immagini – corpo unico – vanno lentamente alla deriva nella mente di qualsiasi viaggiatore in fuga
dalla stagnazione per il mare aperto.”
Roberto Salbitani, 2012
NOTA BIOGRAFICA
Roberto Salbitani è nato a Padova nel 1945 e inizia a fotografare nei primi anni Settanta durante i
molti viaggi in Italia e all’estero, che compie come giornalista di fotografia e di cinema. La
dimensione del viaggio e delle esplorazioni fuori programma diventa così una costante del suo
modo di porsi in rapporto con il mondo; un rapporto difficile che lo condurrà a vivere in una sorta
di isolamento.
Nel 1980 fonda il Centro Fotografia Giudecca, attivo fino al 1985 con corsi, workshop, iniziative di
coinvolgimento dei cittadini. Nel 1986 in una fattoria di Mogginano (Arezzo) dà vita alla Scuola di
Fotografia nella Natura, con corsi e attività fotografiche sul territorio fino al 1996.
Successivamente la scuola, dopo essersi spostata a Tredozio (Faenza) e a Sovicille (Siena), si
trasforma in “corsi in viaggio”, esplorazioni fotografiche di gruppo in luoghi segnati dalla presenza
di antiche civiltà, come i siti etruschi e le antiche terme della Toscana e dell’Alta Tuscia, o
caratterizzati da una natura forte e primitiva, come i vulcani, Stromboli prima e l’Etna poi. Dalla
fine degli anni Novanta vive a Roma.
Il suo primo lavoro fotografico, pubblicato dalle edizioni Punto e Virgola di Modena, nel 1978, ha
per titolo La città invasa (1972-1978), anche se la sua prima pubblicazione è stata Immaginesimo
(1974). Contestualmente, costruisce la sequenza Viaggio (1974-1982) e successivamente realizza
Dalle mille e una notte (passate al cinema) (1973-1980), Viaggio nel sud Italia (1981-1982),
Lettera dall’ex manicomio S. Giovanni di Trieste (1986) a cui si aggiungono molti altri lavori
eseguiti nei territori di Venezia, Napoli, Trieste e altre località in Italia e all’estero.
Sue fotografie appaiono su volumi legati alle più significative esperienze della fotografia
contemporanea tra cui Napoli ‘81, sette fotografi per una nuova immagine, ed. Electa, 1981; La
Photographie Creative au XXième Siecle, Paris, 1984; Trouver Trieste: visages et paysages hier et
aujourd’hui, ed. Electa, Milano, 1986; Storia della Fotografia Italiana, ed. Laterza, Bari 1986;
L’insistenza dello sguardo, ed. Alinari, Firenze 1989; Terre a Nordest, ed. Alinari, Spilimbergo,
1996; Storia d’Italia, vol. XX – L’immagine fotografica 1945-2000, Einaudi, Torino 2004.Dopo aver collaborato alla rivista Progresso fotografico (1972–1978), dal 1986 scrive sulla
fotografia per la rivista “Fotologia, Quaderni di storia e critica della fotografia” (Firenze). Nel
1992 pubblica il libro Incontri con animali straordinari, ed. Mugnai, Bologna, e realizza la
sequenza fotografica Il punto di vista del topo. Nel 1993 riceve il “Premio Friuli-Venezia Giulia”
per la fotografia. Nel 1994 pubblica Il viaggio. Fotografie 1971-1994, ed. CRAF, Spilimbergo:
libro che accompagna una retrospettiva del suo lavoro realizzata nel prestigioso centro friulano. La
retrospettiva viene successivamente ospitata dal Museo del Santo a Padova, sua città natale, nel
1998. Nel 1999 prende luce Ripensando Segantini e nel 2000 Bologna, ritratti da una città e le
prime immagini di Autismi, completato nel 2006. Nel 2011 viene invitato e partecipa alla 54°
Biennale di Venezia con due sequenze tratte dai lavori Autismi e Venezia. Circumnavigazioni e
derive. Quest’ultima serie viene pubblicata nel 2012 dalle Edizioni Quinlan.
Roberto Salbitani e l’immagine capovolta.
Ufficio Stampa Bildung Inc.
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Alessandra Baldassarri / press@bildungcomunicazione.com
Sabato 17 maggio - Pesaro
ore 19.00 Chiesa di Santa Maria Maddalena/ Conversations./ conversazione con l’autore
ore 21.00 BAG Photo Art Gallery/ Vernissage/ buffet e mostra in galleria
Inaugurazione 17 maggio ore 21
BAG Photo Art Gallery
via degli Abeti 102 | Pesaro
Orario di apertura della galleria: lunedì – venerdì: dalle 10.00 alle 18.00 (sabato e domenica su appuntamento)
Ingresso libero