Tomoko. Una ricerca continua data dal dipingere liberamente; quello che sembra solo un disegno preciso si trasforma in una complessa figurazione.
a cura di Raffaello Paiella
“Tomoko” è la mostra personale dell’artista di origine giapponese Tomoko Fait. L’evento espositivo, realizzato con il patrocinio dell'Istituto di Cultura Giapponese, si svolgerà interamente all’interno dei suggestivi locali della Galleria Arte Maggiore a Roma dal 25 maggio al 3 giugno prossimi venturi. Un’Arte unica ed inconfondibile quella di Tomoko, che verrà declinata attraverso le sue splendide opere raccolte nell’allestimento curato dal Critico d’Arte Raffaello Paiella.
“Vorrei realizzare un’opera che mi esprima completamente, ma ancora non c’è…”
TOMOKO FAIT - Roma, 2014
“Il lavoro di Tomoko è esso stesso opera d'arte. Quella della sua ricerca continua, del suo dipingere senza darsi a priori forme, tempi, senso (nelle mie opere non c’è messaggio dice), estraniandosi fin quasi ad andare in trance e non vedere la mano cadere sulla tela, sul foglio. Una “emergenza emozionale” che le fa stringere il petto fino a quando non riesce, a volte faticosamente, a uscirne.
La sua è operatività sottile; quello che a prima impressione sembra solo un disegno preciso, quanto decorativo e piacevole, si trasforma, a un occhio paziente, attento, in una complessa figurazione; accade come quando si osservano le nuvole, improvvisamente prendono forma e t’incantano. Le emozioni arrivano allora dalla raffinata eleganza compositiva che a volte rischia anche di porre in secondo piano il percorso che ha portato a quella soluzione formale, punto di equilibrio momentaneo che rappresenta l’opera d’arte e che emana una serena gioia.”
RAFFAELLO PAIELLA - Roma, 2014
“Si è presi da un capogiro a immergersi nelle composizioni di Tomoko. Eppure è da qui, da questo frastornamento, che si deve cominciare a contemplarle, dal senso di incredulo stupore che ti prende a scoprire, come appoggiassi l’occhio ad un microscopio, il mondo di microrganismi che brulica in esse e crea la poetica realtà da cui sono fatte.
EVRIPIDIS PETRIDIS - Milano, 2010
L’artista.Tomoko nasce nel 1961 in Giappone, nei dintorni della città portuale di Fukuoka, , da una famiglia della media borghesia di religione buddista. Il padre, ex militare sopravvissuto alla guerra, ha ritrovato il suo impegno nella rinascente industria locale delle costruzioni navali, la madre si occupa della casa e dell’educazione dei figli. Tomoko, ragazza irrequieta e insofferente nei confronti di ciò che la tradizione ancora suggerisce per le giovani giapponesi, s’allontana dalla famiglia per non rientrarvi più appena raggiunta la maggiore età.
Approfittando, nel 1979, dell’ammissione delle donne al servizio militare, è una delle 55 ragazze che ottengono di entrare nell’areonautica; forse spera in un’evasione ancora più sconfinata di quella che le aveva fatto sognare il mare, di volare nell’azzurro di un cielo senza orizzonti, di sfuggire una volta per tutte alle convenzioni altrui, d’essere padrona del proprio destino. Ambirebbe a diventare pilota di caccia, ma la rigida struttura militare nipponica non lo prevede; dovrà accontentarsi di fare la motorista, ma il contatto con quel mondo avventuroso la segna per sempre: l’angustia della casa non farà più per lei, da quel momento ogni compromesso cui dovrà ancora adattarsi rappresenterà soltanto un ostacolo da superare sulla via dell’indipendenza e della libertà.
Cosi succede che nè il matrimonio, ne i dieci anni di macerazione vissuti tra le viscosità degli affetti e dei doveri familiari riescano a reprimere in lei il richiamo del mondo fluttuante, non quello pittorico della tradizione, ma quello vero fatto di genti diverse, di paesi sconosciuti, di culture ignorate, di quell’universo in movimento sul quale lei non può più fare a meno di salire. E infatti abbandona per la seconda volta la casa e, insieme ad essa, il Giappone, sale su un aereo con una ventiquattrore, e se ne va.
E’ forse il fascino che esercita su di lei un popolo per secoli vagante sulla terra che, nel 1997, la fa fermare in Israele? Non si sa, nè lei se lo spiega, ma è là, nei due anni che frequenta la scuola d’arte di Tel Hai, che scopre la facoltà di esprimersi con i segni e i colori, anzi, di farlo come se il dono naturale della pittura lo avesse posseduto da sempre e si fosse trattato soltanto di scoprirlo dentro di sè. Da allora per la sua creatività non c’è stato riposo, nè sollievo per la frenesia produttiva che la vede indifferente al passare delle ore, del giorno, della notte, e non cessa se non quando la mano cede e la testa reclina sul petto.
Dal 2002 Tomoko vive in Italia, dove ha già tenuto quattro personali, ed ha intenzione di restarci
Inaugurazione 25 maggio
Galleria Arte Maggiore
via di Santa Maria Maggiore, 149 Roma
tutti i giorni 11-19
ingresso libero