La mostra "America and Italy lands I love" ospita un'ampia selezione di fotografie dell'artista americana. Sono "...una riflessione di come vedo il mondo, un po' distorto"
a cura di Mario Belardi
direttrice artistica Danielle Villicana D’Annibale
Negli spazi di Via Cavour 85, ad Arezzo, inaugura martedì 27 maggio 2014, alle ore 18, la mostra personale di fotografia dell’artista americana Pinque Clark dal titolo America and Italy lands I love.
L’esposizione, a cura del professor Mario Belardi e della direttrice artistica Danielle Villicana D’Annibale, ospiterà circa settanta foto, inedite in Europa ed esposte per la prima volta ad Arezzo. Sarà visibile un’ampia selezione di scatti recenti dell’artista americana, eseguiti negli Stati Uniti e in Italia.
All’inaugurazione saranno presenti anche il giornalista Fabrizio Borghini e la troupe della trasmissione televisiva da lui ideata Incontri con l’Arte.
La mostra proseguirà, a ingresso gratuito, fino a martedì 10 giugno 2014 con il seguente orario: dal martedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 12.00, dalle ore 16 alle 20 (o dietro appuntamento negli altri orari). L’esposizione sarà anche aperta durante la Fiera Antiquaria, sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, dalle 11:00 alle 20:00.
Tra gli eventi collaterali si segnala, sabato 31 maggio alle ore 18, un incontro tra Pinque Clark e alcuni noti fotografi di Arezzo – Enrico Borgogni e Bruno Tavanti del Foto Club La Chimera, Paolo Caponi, Claudio Vinci, Fabio Civitelli del Gruppo Fotografico La Pieve, Fabiana Laurenzi, Luigi Torreggiani di Clic-hè, Federica Malentacchi delegata provinciale FIAF, Luca De Pasquale ed Enrico Fico di Luciferi Visionibus per nominarne alcuni – condotto dal giornalista Marco Botti del Settimanale di Arezzo e Danielle Villicana D'Annibale.
Il catalogo con un testo critico del professor Mario Belardi accompagnerà la mostra.
L’amore per le foto si manifesta fin da piccola in Pinque Clark.
Studia con passione l’arte e la storia dell’arte e quando i giovani fotografi le chiedono cosa fare per raggiungere i loro obiettivi, l’americana suggerisce loro di partire proprio dalla conoscenza delle arti.
Ispirata principalmente da Ansel Adams e Annie Liebowitz, la statunitense iniziata intorno ai vent’anni la sua ricerca fotografica da autodidatta, osservando ed esplorando soggetti classici come il paesaggio, la natura-morta e il ritratto.
La fotografa definisce il suo lavoro “…una riflessione di come vedo il mondo, un po’ distorto” e ci tiene a sottolineare che non ha mai seguito in vita sua un corso.
Negli anni Ottanta Clark si trasferisce nel territorio di Boulder, nel Colorado, una città collocata dove le Grandi Pianure si intersecano con le Montagne Rocciose. Quei luoghi suggestivi diventano presto quella che lei chiama la sua “casa spirituale”.
Molte delle foto catturano quei poetici e silenziosi paesaggi, spesso accarezzati dalla neve. Terre maestose che zampillano di vita. Non a caso fiori, alberi, laghi, montagne, uccelli, oche migratorie, mucche e cavalli sono presenti nelle opere di Pinque Clark, assieme a tante altre eclettiche visioni, che vanno dalle architetture alla pittoresca popolazione locale.
Negli ultimi anni la fotografa ha deciso di approfondire ancora le conoscenze e le tecniche, tornando in studio per dare nuovi sviluppi alle sue affascinanti visioni, che contemplano sia il bianco e nero sia il colore, e dimostrano uno suo stile fotografico distintivo dove è presente un grande acume classico.
Dopo avere esposto negli Stati Uniti, Pinque Clark è ora felice di condividere le sue foto con l’Italia.
Breve biografia:
Pinque Clark nasce a Little Rock (Arkansas). Si trasferisce a Boulder (Colorado) nel 1980 per seguire la carriera di geologa, che in seguito viene messa da parte per la passione più grande: la fotografia.
La fotografa ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2011. La prima mostra significativa è nello stesso anno, intitolata It's All Here In Black and White, alla Terry Bell Photographic Gallery di Denver (Colorado). Da allora, ha esposto nell’ambito di mostre e concorsi regionali, nazionali e internazionali, conseguendo importanti premi.
Pinque Clark ha pubblicato anche due libri: uno nel 2013 intitolato The Car Guy Tour, Italy e uno nel 2014 dal titolo My Colorado.
Critica per la mostra scritto da Prof Mario Belardi:
“Dal finito all'infinito. All'Eterno dal tempo nella Fotografia di Pinque Clark
Dotata di un singolare spirito di osservazione e di una fervida fantasia creativa, Pinque Clark riesce a fissare, nell'immagine, emozioni di alta poesia e paesaggi, visti attraverso gli occhi dell'anima e ritratti in momenti di magica suggestione.
E così, in molte delle sue foto, ci troviamo di fronte a figure che ci colpiscono, profondamente, come quei cieli altissimi, sotto ai quali si aprono solitudini immense, sovrumani silenzi, profondissima quiete e quella neve, che stende un velo di candore e di purezza, sullo squallore della realtà quotidiana di ogni dove.
Innamorata della sua terra: il Colorado, di cui coglie gli elementi più suggestivi, Pinque Clark però, sente pure il fascino delle contrade d'Italia: quei piccoli paesi, segnati da vicoli oscuri con le pareti delle case annerite dal fumo dei secoli e, dietro a quelle persiane verdi, come le colline toscane, quante segrete passioni hanno visto e vissuto uomini e donne di un passato che non torna più.
"America e Italia: terre che amo" ci dice espressamente, Pinque Clark, ma noi a ben guardare ci accorgiamo che la sua singolare sensibilità di artista e vieppiù di donna, la porta a cogliere, abilmente, le diverse perculiarità che caratterizzano la sua America: appunto quella di Colorado con i suoi lunghi inverni, della nostra Italia, che la accoglie, con tanto affetto, come se fosse, in verità, la sua seconda patria.
Infatti, di fronte alle opere di Pinque Clark, si ha come l'impressione di compiere un viaggio imaginario, nel tempo e nello spazio, là dove il sogno confina con la realtà e il sentimento con la percezione visiva e si rimane colpiti e affascinanti da immagini di irripetibile suggestione, come quella carrozza sotto la neve e quegli alberi alti e snelli che si specchiano nelle limpide acque di un gelido inverno.
Sembra quasi di avvertire, sul nostro volto, la sferza gelida del vento freddo e profumato di neve.
Ci sono poi delle foto che sembrano esprimere, attraverso il linguaggio universale delle immagini, il contenuto di una poesia, come quella staccionata nella neve, che segna un confine fra il nostro spazio finito e quello arcano, infinito, che si apre oltre la linea dell'orizzonte e, dallo scorrere del tempo, rimanda all'Eterno.
A questo motivo, di alta commozione lirica, si riconducono anche altre immagini, che hanno colpito, immediatamente, la mia sensibilità: foreste incantate in un paesaggio di neve immacolata, alberi solitari, mucche all'orizzonte, in un sapiente gioco di colore dove il chiaro e lo scuro si incontrano, in un'atmosfera di incanto e di sogno.
Ma, a ben guardare l'arte di Pinque Clark, consegna, al nostro sguardo, anche altri aspetti della realtà quotidiana e stagionale. Ci sono ad esempio dei tramonti, di fronte ai quali, la fantasia accende, in ognuno di noi, sogni e ricordi lontani di momenti d'amore indimenticabili.
Il cielo, che a ponente, si tinge dei colori magici di Arancio e Amaranto, richiama, infatti alla mia mente, una poesia che scrissi nell'autunno del 1970, quando sulla soglia dei miei vent'anni, vivevo una indimenticabile storia d'amore.
"Succo di arancio
é la luce del tramonto
sul vetro appannato
dal nostro amore.
Il tuo sguardo
rivolto lontano
oltre le colline amaranto
dove il sole ci regalava gli ultimi raggi
di un giorno
bruciato fra le tue braccia,
nel sapore delle tue calde
labbra di giovane donna".
Altre volte, nelle immagini di Pinque Clark ci propone, appaiono solitarie betulle, viali a primavera in un tripudio di colori e di fiori, di cui sembra di avvertire "...del prunalbo l'odorino amaro", rotoli di paglia coperti di neve, amene colline segante da strade bianche di polvere. Poi ad un tratto, si incontra l'immagine di una vecchia, alla finestra della sua casa e poi ancora vicoli, lucidi di pioggia, a campi di girasoli, ma dove la sua creatività sembra offrire il meglio di sé, é in quell'immagine mistica e realistica insieme di un San Galgano che erge, le sue alte pareti, da tempo prive del tetto, contro il cielo diafano della sera imminente: una chiesa dal fascino singolare, che racchiude in sé secoli di memorie, gelose custode di tanta fede e di tante passioni.
Sempre capace di cogliere gli aspetti della realtà quotidiana, fissandoli nell'immagine dell'obiettivo fotografico, Pinque Clark, riesce poi ad isolarli dal contingente dell'immediatezza, per consegnarli, in tutto il loro fascino, a quanti verranno a passare per queste nostre contrade, dopo di Lei, lasciando di sé un'eredità di bellezza e di poesia, veramente, degna di altro apprezzamento”.
Inaugurazione: martedì 27 maggio, dalle 18:00 alle 20:00
presentazione a cura del professore Mario Belardi
con la presenza dell’artista, del giornalista Fabrizio Borghini e di Incontri con l’Arte
Villicana D’Annibale Galleria d’Arte
via Cavour 85 - Arezzo
Da martedì al sabato, dalle ore 16:00 alle ore 20:00
e la prima domenica del mese e sabato precedente dalle 11:00 alle 20:00