Per inaugurare il nuovo spazio un'idea di contaminazione fra pittura e fotografia con le opere di Mauro Biffaro, Paolo Leonardo, Erika Riehle e quelle dei fotografi Giorgia Mannavola e Andrea Ferrari.
cfr.artecontemporanea in occasione dell’inaugurazione dello spazio A.muse, propone una piccola mostra di opere di tre artisti, in dialogo con le opere dei fotografi Giorgia Mannavola e Andrea Ferrari, fondatori di Pepe fotografia [2007], uno studio rivolto prevalentemente alla fotografia di architettura, still life, moda, che non trascura in parallelo un’ interessante produzione privata.
Fra le opere in mostra in via Romani emergono per originalità nella ricerca le coppie di oggetti domestici: di particolare impatto l’effetto straniante prodotto dalla giustapposizione di bianco e nero, di positivo e negativo.
A fare da controcanto a questi scatti contemporaneissimi e/ma classicissimi, tre ipotesi sulla fotografia: le opere di Mauro Biffaro, Paolo Leonardo, Erika Riehle.
“Sulla” fotografia perché è attorno alla fotografia che le opere si muovono: rielaborandola, completandola, correggendola, cancellandola, quasi anche negandola.
Mauro Biffaro è presente con Profumi e balocchi (1991), un’opera storica (un trittico), di un periodo particolarmente apprezzato dalla critica. L’autore è intervenuto su una grande e reduplicata vecchia fotografia (bambini seduti su un gradino) sovrapponendovi sagome di giocattoli, iterate proprio come i giochi infantili. Ma niente di patetico o bamboleggiante: il discorso è quello complesso sull’identità personale e collettiva, sulla interpretazione dell’immagine.
Paolo Leonardo, già presente nel 2013 con alcuni ammirati “bianchi” nella nostra esposizione Il tempo macchia e smacchia (nella cripta di piazza Cavour) ora propone i suoi “rossi”: opere nate dalla sovrapposizione su una texture fotografica (sempre foto non d’autore, recuperate qua e là, anche sulle bancarelle dei mercatini, per una riflessione che parte alla fine degli anni Novanta sul tema del manifesto pubblicitario di ‘rotelliana’ memoria) di un pigmento rosso fiammeggiante. In gioco la riappropriazione dell’immagine fotografica attraverso la pittura.
Erika Riehle, giovane artista (nata nel 1983), che ha già al suo attivo importanti mostre personali e collettive, non usa la fotocamera, e non usa nemmeno foto scattate da altri: riproduce però con strumenti pittorici (acrilico, grafite, biro…) realtà soprattutto urbane adottando un taglio squisitamente fotografico, adatto alla scarsa intimità dei soggetti (zone periferiche, interni anonimi) da cui parte la forte suggestione delle sue opere, in dialogo con l’assenza e l’estraneità: in cui predomina l’eminentemente “fotografico” b/n.
Per un’idea sulla contaminazione fra pittura e fotografia
Mauro Biffaro, Paolo Leonardo, Erika Riehle e i fotografi Giorgia Mannavola e Andrea Ferrari
E inoltre:
i libri d’artista di Piera Luisolo e di Alina Vergnano
Architetture domestiche di Luisa Raffaelli
Ceramiche di Elisabetta Vacca
I gioielli di Lucia Odescalchi, Troclì di Enza Prunas, Yoko Tikirai
Minikami di Adele Biscaretti
Opening: 27 maggio 2014, ore 18,30
a.Muse
via Felice Romani 4E, Torino