Recent and Early Works. L'esposizione raccoglie circa 30 dipinti, dagli anni '80 alla sua ultima produzione, a cui si affianca una grande installazione site specific. L'artista amalgama motivi e immagini dell'ambiente israeliano e palestinese: paesaggi, architetture e frammenti urbani.
Recent and Early Works, prende le mosse dalla personale che Tsibi Geva ha presentato all’American University Museum di Washington nel 2013, e che andrà al Mönchehaus Museum di Goslar nel 2015 (Tsibi Geva. Paintings 2011-2013, a cura di Barry Schwabsky).
L’esposizione romana, a cura di Barry Schwabsky e Giorgia Calò, raccoglie circa trenta dipinti, dagli anni ottanta fino alla sua ultima produzione, a cui si affianca una grande installazione site specific.
L’opera di Geva, uno dei più importanti artisti israeliani contemporanei, amalgama motivi e immagini dell'ambiente israeliano e palestinese: paesaggi, architetture e frammenti urbani. Il lavoro presenta una fusione di diverse matrici culturali, etniche e politiche che creano rapporti dialogici e contemporaneamente esprimono, in toni accesi, tensioni e conflitti profondi e cruenti. “Escalation selvaggia”, così Barry Schwabsky definisce questi quadri. “La testa ci gira, sentiamo la terra tremarci sotto i piedi, il pavimento non è più un terreno stabile a cui affidarsi”. Oltre a un’angoscia esistenziale, nei dipinti è insito anche un “attacco al disegno”, una “rottura dell’ordine” e il tentativo di sconvolgere le logiche del linguaggio, dello stile e degli elementi fondamentali dell’arte figurativa. Il contrasto fra me e l’altro, che generalmente si riferisce all’arena politica, qui si traduce in una lotta interiore nell’animo dell’artista: Je est un autre, come ha scritto Rimbaud.
Le grandi inferriate tridimensionali della serie Lattices fanno riferimento ai modelli e agli schemi tipici del tardo modernismo e dell’epoca post moderna, come anche alle versioni popolari e alla cultura di strada improvvisata caratteristica dell’urbanesimo israeliano. Le inferriate s’intersecano, riecheggiano i dipinti murali, i graffiti recanti il motivo della keffiyah o della barriera, centrali in tutta la poetica di Geva, rivelando un’indagine sulle forme e le strutture di base della coscienza: frontiere, blocchi, carcerazioni. Come spiega Giorgia Calò: “Geva non vuole indagare i ruoli di vittima e carnefice, ma la comune sensazione di imprigionamento derivata da un'idea contorta del concetto di territorialismo, punto focale di tutta la questione”.
“Geva non abbellisce questo luogo, non lo idealizza” scrive Barry Schwabsky, “ne copia e ricopia gli emblemi presentandolo (a noi e a se stesso) come duro, rude, difettoso, inerte, intransigente, spinoso… eppure persevera, ostinato, e tramite questa ostinazione cerca di rappacificarsi con il luogo così com’è”.
La mostra è realizzata con il sostegno dell’Ambasciata d’Israele in Italia – Ufficio Culturale e con il patrocinio della Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti.
Biografia
Tsibi Geva, nato nel 1951 nel Kibbutz Ein Shemer, in Isralele, vive e lavora tra Tel Aviv e New York.
Figlio di uno dei maggiori esponenti del Bauhaus israeliano, è tra gli artisti più noti del panorama contemporaneo nazionale.
Geva è un artista completo: dipinge, scolpisce e disegna. Interprete raffinato e dal forte tratto espressionista, dalla fine degli anni Settanta presenta una sua personale riflessione sulla cultura, la politica, la filosofia e la mistica, ponendo al centro del suo lavoro l’esplorazione della propria identità e quella del suo paese.
Ha partecipato a numerose mostre collettive, tra le quali: Earth, Wind, Fire and Water, Israel Museum of Art, Gerusalemme 2010; Israele Arte e Vita. 1906-2006, Palazzo Reale, Milano 2006; Political Art in the 90s, Haifa Museum of Art, Haifa 1998; Ketav: Body and Word in Israeli Art, Oakland Art Museum, University of North Carolina, 1996; Postcript: End Representations in Contemporary Israeli Art, The Genia Schreiber University Art Gallery, Tel Aviv University, Tel Aviv 1992; In the Shadow of the Conflict, The Jewish Museum, New York 1989; Israel Art Today: The Concerned Eye, Port of History Museum, Philadelphia 1986.
Tra le personali ricordiamo: Tsibi Geva. Paintings 2011-2013, The American University Museum, Washington 2013; Tsibi Geva: Transition, Object, Ashdod Museum, Ashdod 2012; Tsibi Geva – New Works, Annina Nosei Gallery, New York 2010; Master Plan, Haifa Museum of Art, Haifa 2003; Works, Julie M. Gallery, Tel Aviv 1997; Tsibi Geva: Works 1988-1994, Museum of Art, Ein Harod 1994; Special Exhibit, The Israel Museum, Gerusalemme 1984; Current: Tsibi Geva, ICA, Boston 1984.
Nel 2008 il Tel Aviv Museum of Art gli ha dedicato una grande retrospettiva (Tsibi Geva: Mound of Things. Works and Projects 1982-2008).
Attualmente è professore e direttore del programma di studi di arte del Beit Berl College School of Art, e insegna all’università delle Belle Arti di Haifa, che, grazie alla folta presenza di studenti arabi e israeliani, è caratterizzata da una forte matrice pluralista e multiculturale.
Ha vinto numerosi premi tra cui The Sandberg Prize (Israel Museum of Art, 1997); Jerusalem and the Pondick Prize (Tel Aviv Museum of Art, 2004); Lifetime Achievement Awarded (Ministry of Culture- Israel, 2010).
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Preview Stampa giovedì 29 maggio 2014 ore 11
Inaugurazione ore 19
MACRO Testaccio
piazza O. Giustiniani 4, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 16.00-22.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Ingresso:
intero non residenti 7,50 €, residenti 6,50 €.
ridotto non residenti 6,50 €, residenti 5,50 €.