Joanna Rajkowska
Paulina Olowska
Miroslaw Balka
Janicka e Wilczyk
Agnieszka Kalinowska
Aleksandra Polisiewicz
Katarzyna Przezwanska
Konrad Pustola
Aleksandra Wasilkowska
Artur Zmijewski
Gabi Scardi
"In Polonia, cioe' dove?" prevede una serie di mostre sulla scena artistica contemporanea polacca. La prima esposizione ospita 10 artisti i cui lavori esplorano la realta' di Varsavia: citta' complessa e contraddittoria, ma carica di volonta' innovativa. Esposti documenti di progetti pubblici, installazioni, fotografie, video: da Miroslaw Balka ad Artur Zmijewski.
a cura di Gabi scardi
Roma, maggio 2014
Nell’ambito di In Polonia, cioè dove? – progetto dedicato all’approfondimento della scena artistica contemporanea in Polonia – l’Istituto Polacco di Roma e la Fondazione Pastificio Cerere presentano la
mostra The Dream of Warsaw, a cura di Gabi Scardi, dal 29 maggio al 31 luglio 2014 presso gli
spazi della Fondazione.
La mostra è il primo appuntamento del progetto In Polonia, cioè dove?, ideato da Ania Jagiello,
responsabile del programma d’arte contemporanea dell’Istituto Polacco, e da Marcello Smarrelli,
direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere.
Il titolo The Dream of Warsaw, richiama l’omonima canzone di Czeslaw Niemen, ma anche il film di
Artur Zmijewski (del 2005) presente in mostra, e lascia intuire il tema centrale del progetto: una
riflessione sulla città di Varsavia e sulle sue trasformazioni.
L'esposizione presenta le opere di dieci artisti polacchi – Miroslaw Balka, Janicka & Wilczyk,
Agnieszka Kalinowska, Paulina Olowska, Aleksandra Polisiewicz, Katarzyna Przezwanska,
Konrad Pustola, Joanna Rajkowska, Aleksandra Wsilkowska e Artur Żmijewski – i cui lavori
esplorano la realtà visibile o celata di Varsavia: una città che si presenta oggi complessa, frammentaria,
diversificata, contraddittoria, ma carica di uno straordinario potenziale di trasformazione.
Il progetto è accompagnato inoltre da un programma di incontri che si svolgeranno al MAXXI per
approfondire i temi affrontati nella mostra.
IL PROGETTO
Poche città testimoniano tanto efficacemente – quanto Varsavia – i corsi e i ricorsi della storia, i traumi
e le ferite che politiche e ideologie possono infliggere a una città e ai suoi abitanti. Dall’edificazione
della città storica alle integrazioni moderniste, alla sua trasformazione in teatro di tragedia e alla
devastazione bellica della Seconda Guerra Mondiale, alla ricostruzione del periodo comunista, la città
ha subito una serie di trasformazioni radicali. E ancora oggi Varsavia è incalzata da un accelerato
processo di metamorfosi che avviene sotto i nostri occhi, in tempo reale.
Il processo si è svolto attraverso un continuo segnare, cancellare e di nuovo inscrivere segni sulla città,
che manifesta una straordinaria capacità di assorbire il cambiamento, di rigenerarsi, e che costituisce,
nel suo insieme e nelle sue parti, una testimonianza delle possibili variazioni sul tema della demolizione
e della rigenerazione.
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La mostra comprende opere di artisti che si sono confrontati con Varsavia sul piano dell’esperienza,
dell’azione, della progettualità, dando origine a lavori che, nella diversità di approcci e di esiti,
esprimono l’aspirazione a una rinnovata consapevolezza dello sguardo e l’esigenza di nuovi modi di
vivere la città.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra si apre con la rielaborazione di un progetto pubblico che ha fortemente segnato la città:
l’Oxygenator di Joanna Rajkowska, una sorta di piccolo lago che l’artista ha collocato in un luogo della
città ancora irrisolto, dove si trovano gruppi sociali, ordini e modelli architettonici diversi. Grazie all’oasi
temporanea il luogo ha saputo esprimere un nuovo senso, manifestandosi non più come ingestibile
coagulo di contraddizioni, ma come nuovo possibile punto di convergenza.
Nella serie degli Accidental Collages di Paulina Olowska, l’artista combina foto di se stessa e dei
propri amici con documenti storici – in cui compaiono elementi urbani, architettonici – e immagini tratte
da riviste di moda. Dall’innesto emergono implicitamente le connessioni tra moda, arte, figura femminile
e ruolo della donna nella società.
Segue un nucleo di opere di Miroslaw Balka. L’opera fortemente drammatica dell'artista è legata
all’esperienza diretta e quotidiana della città e a un’attitudine a riflettere sulla storia, sulle sue tracce –
sempre presenti e ineludibili – e sulla sua influenza, spesso traumatica, sull’individuo. Le opere in
mostra costituiscono “frammenti” di vita ed evocano i temi della migrazione e della ferita.
Janicka & Wilczyk hanno realizzato la serie fotografica Altra Città, in cui, con occhio analitico, hanno
mappato l'area della città un tempo occupata dal ghetto ebraico, rilevandone il rapido sviluppo dal
dopoguerra a oggi. Uno sviluppo soprattutto immobiliare, sintomo di un liberismo assoluto che risulta
agli occhi degli artisti non meno assertivo di quanto non lo siano stati i regimi del passato.
Agnieszka Kalinowska crea con le sue installazioni vere e proprie metafore della trasformazione del
contesto urbano di Varsavia. L’opera in mostra, nata da uno spunto autobiografico, è costituita da una
serie di frammenti che sono copie esatte dei resti della scuola frequentata dall'artista in un periodo in
cui la Polonia era pienamente partecipe dell’ideologia comunista: un viaggio tra le rovine di una fallita
utopia.
Aleksandra Polisiewicz, in Wartopia, mette a punto una versione virtuale della pianta di Varsavia così
come il Nazionalsocialismo l’aveva riprogettata nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale. La città,
basata su uno stile monumentale classico-modernista, sarebbe sorta sulle macerie di una Varsavia
totalmente demolita e avrebbe ospitato meno di centomila abitanti. L’artista dà di questa visione
un'inquietante versione 3D, sotto forma di stampe colorate, animazioni e maquettes.
Anche l’attenzione di Katarzyna Przezwańska si focalizza sulla città, sull’architettura e sugli spazi
dell’abitare con un particolare interesse per il modernismo. La sua ricerca si sviluppa intorno alla
discrepanza tra progetto e risultato, tra desiderio e realtà, nella convinzione che la qualità della vita
dipenda anche dai dettagli. Per la mostra l'artista realizzerà un'opera site-specific, concentrandosi su
elementi interstiziali che sfuggono alla nostra attenzione ed esporrà un suo recente progetto: per
migliorare la qualità della vita politica del proprio paese, Przezwańska propone una riqualificazione
della Sala dei Deputati, perché un ambiente più confortevole non potrà che influire positivamente sul
lavoro di chi è chiamato a governarci.
Il lavoro Views of power di Konrad Pustola è una mappatura della città attraverso le fotografie
scattate dagli uffici di alcuni degli uomini più influenti di Varsavia, tra cui il Presidente della Repubblica,
Bronislaw Komorowski. Le fotografie, dallo stile documentario e apparentemente oggettivo, sono state
affisse a Varsavia come grandi cartelloni pubblicitari: un progetto che, attraverso un incrocio di punti di
vista, dà origine a una riflessione sulle differenze che caratterizzano la società.
Aleksandra Wasilkowska, il cui lavoro spazia tra arte, architettura, design e tematiche urbane, ha
realizzato il progetto Shadow Architecture, con un'attenzione che si rivolge all’economia informale e
spontanea, difficile da regolare e da analizzare, ma pur sempre tra le forze trainanti e più vitali
dell’economia globale. In mostra mappe, modelli e sculture che costituiscono l'esito delle sue ricerche
sull'economia informale e sul commercio di strada a Varsavia.
La mostra si chiude con il video A Dream of Warsaw di Artur Żmijewski, tributo a Oskar Hansen,
architetto e teorico di una città dalla forma aperta, organica, fluida, capace di assumere desideri,
necessità e mutamenti. Il video, realizzato durante i preparativi per l'ultima mostra di Hansen (febbraio 2
2005, Foksal Gallery Foundation), vede protagonista l'architetto insieme a giovani artisti e intellettuali
della scena polacca, come Paweł Althamer, Artur Żmijewski stesso e Joanna Mytkowska.
Si ringrazia per la collaborazione il Centro d’Arte Contemporanea Zamek Ujazdowski di Varsavia, la
Galleria Nazionale d’Arte Zacheta di Varsavia, la Galleria Raffaella Cortese di Milano, la Fondazione
Bec Zmiana di Varsavia, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, il Museo d’Arte
Moderna di Varsavia e l'Ente Nazionale Polacco per il Turismo.
Istituto Polacco di Roma
Ania Jagiello 06 36 00 46 41 / +39 06 36 00 07 23, a.jagiello@instytutpolski.org, www.istitutopolacco.it
Ufficio stampa
Ludovica Solari, 335 577 17 37, press@ludovicasolari.com
Chiara Valentini, 348 921 44 56, chiara@chiaravalentini.org
Inaugurazione 29 maggio alle 19
Fondazione Pastificio Cerere
via degli Ausoni 7, Roma.
lunedì - venerdì dalle 15 alle 19.
Ingresso libero.