Museo Pino Pascali
Polignano a Mare (BA)
via San Vito, 40
080 4249534 FAX 080 4242463
WEB
Israel today
dal 30/1/2004 al 29/2/2004
080 4242463
WEB
Segnalato da

Felicita Scardaccione




 
calendario eventi  :: 




30/1/2004

Israel today

Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA)

Memorie della Shoah - video, installazioni, musica, letture. Arte contemporanea in Israele. Una rassegna multimediale che intende far conoscere la situazione di 'emergenza continua ' nella quale vivono gli artisti israeliani e di origine ebrea.


comunicato stampa

- memorie della Shoah -
video-installazioni-musica-letture



Nell'ambito della programmazione espositiva per l'anno 2003/2004 il museo intende, con questa mostra, ricordare la tragedia della Shoah.



Il Museo Pino Pascali in collaborazione con il Center for Contemporany Art di Tel Aviv e l'Ambasciata d'Israele a Roma presenta una rassegna multimediale sull'arte contemporanea in Israele.

La rassegna già sostenuta dalla Presidenza della Regione Lazio si avvale della cura critica di Mary Angela Scroth e Sergio Edelsztein .



Israel today è una rassegna multimediale che intende far conoscere la situazione di 'emergenza continua ' nella quale vivono gli artisti israeliani e di origine ebrea.



Sezione video:

Sono 12 video-artisti, tutti giovani e residenti in Israele che fanno conoscere ai giovani di altri paesi la realtà nella quale essi vivono, ovvero in uno stato di assoluta precarietà ed incertezza per il futuro. I video hanno la durata di pochi minuti ognuno; viene usato un montaggio e un linguaggio da video-clip molto serrato e spesso velato di cinica ironia.

Gli autori guardano con speranza al futuro non dimenticando il tragico passato affrontato anche con la tipica vena ironica presente nella cultura ebraica. Come nella parodia che fa di Hitler Boaz Arad il quale indossa una maschera grottesca del dittatore ripreso mentre passa il suo tempo a disquisire di arte e dei suoi 'acquerelli' mentre in dissolvenza sullo sfondo si intravedono immagini dei tragici ' bagni ' di Auschwitz.

Nel video di Ayelet Ben Porat invece il montaggio è frenetico e la colonna sonora è una sorta di rap ossessivo dato solo dal rumore delle cerniere lampo che vengono aperte e chiuse agli innumerevoli check point, i posti di blocco continui sulle strade d'Israele. I giovani video-maker ci presentano con il linguaggio accattivante del video-clip, un mondo che conosciamo poco realmente , i pensieri e i desideri ma anche le critiche che la nuova generazione muove alle istituzioni sia israeliane che palestinesi per un conflitto ormai endemico che annulla le aspettative di una vita 'normale' e cancella ogni speranza.

Gli autori: Aylet Ben Porat,Boaz Arad, Elyasaf Kowner, Dana Levi, Limor Orenstein &

Alona Friedberg, Ruti Sela, Doron Solomons ,Irit Garty & Isaac Layish, Effie & Amir .



Installazioni e opere:

L'artista Ursula Franco giovane artista italiana di origine ebrea, presenta due suggestive installazioni. La prima consiste nell'esposizione di un gilè realizzato con le coperte simili a quelle dei campi di concentramento. Ad ogni tessuto corrisponde una diversa nazionalità, vi è applicata la stella di Davide che simboleggia la condizione degli ebrei precedente la deportazione. Tale segno fu considerato una infamante marchiatura e prelude alla pratica del numero impresso sulla pelle. Il pubblico è invitato ad indossare l'indumento così da sentire sul proprio corpo il peso del tragico passato e lo sterminio di sei milioni di ebrei innocenti.

Nell'atto di infilare il gilet vi è l'attualizzazione simbolica della memoria della Shoah.

L'altra opera consiste in due lastre di ferro con una grande scritta in smalto bianco

Zyklon-B, nome dell'acido cianidrico usato nelle camere a gas dei campi di sterminio.

L'artista ricopre le lastre di burro in modo da nascondere la scritta, l'ambiente appositamente surriscaldato, farà sciogliere il burro che inizierà a colare depositandosi per terra. Molto forte risulta l'aspetto evocativo delle cremazioni.



Yael Kanarek, giovane artista israeliana residente a New York è stata invitata all'ultima edizione della prestigiosa Biennale del Witney Museum a New York, nella mostra presenta una serie di elaborazioni digitali fotografiche con soggetto il "Deserto del Negev" un luogo della memoria caro alla storia dell'ebraismo legato anche ai primi insediamenti dei kibbutzim degli anni '40.



Reading Poetico : a cura di Giuseppe Pascali .

Una miscellanea di testi di autori ebrei sarà letta da alcuni giovani attori e sarà il filo conduttore attraverso le sale della mostra.



Musica: durante l'inaugurazione saranno eseguite dal vero musiche di tradizione ebraica.



La mostra rimarrà aperta dal 31 gennaio al 24 febbraio 2004

Scuole su prenotazione.

Info : 080-4242463

E-mail museo@palazzopinopascali.libero.it www.palazzopinopascali.it

Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione 080.4252300



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Yael Kanarek



Giovane artista israelo-americana invitata alla prestigiosa Biennale del Whitney Museum a New York e vincitrice del 1° Premio WebPrize 2003, N.Y. ha creato un originale narrazione multimediale e ipertestuale visitabile in rete nel sito www.wordofawe.net



Il progetto dal titolo Word of Awe possiede una sua struttura e trama esattamente come un romanzo, se pur totalmente virtuale, il nucleo centrale è The Jornal una sorta di diario di viaggio che serve ad esplorare nuove connessioni fra racconto-viaggio-memoria e tecnologia. Nel sito web continuamente aggiornato dall'autrice, il protagonista si muove nel deserto, inteso come luogo della memoria, si sposta alla ricerca di un tesoro. Unico suo compagno d'avventura un computer portatile, costruito mettendo insieme i resti trovati nel Sylicon Canyon divenuto un cimitero futuribile dell'hardware. Il deserto viene proposto come il luogo dell'inconscio e della memoria, l'artista di origine israeliana, intende così anche rendere un omaggio alla storia del suo popolo.

Il computer altro non è che l'attualizzazione di un vecchio manoscritto ritrovato, come nella migliore tradizione letteraria dell'Ottocento nei romanzi di viaggi e avventure. Nelle newsletter troviamo lettere d'amore spedite ai lettori e dai lettori di questo complesso romanzo-virtuale. Immagini fotografiche digitali ci mostrano il deserto all'alba e al tramonto accompagnate dall'incessante spirare del vento.



L'intento dell'artista è utilizzare tutte le possibilità offerte da Internet per abbattere il più possibile le barriere tra pubblico e artista innescando attraverso la rete un processo comunicativo interattivo, far incontrare nel web pubblico e artisti per celebrare una nuova forma di arte interattiva e una creazione collettiva.

Il progetto di Yael Karanek Word of Awe , è un eccellente esempio di narrazione web-based ,dove il rapporto con la tecnologia e l'elettronica si fa intimo e amoroso.

In mostra vengono esposte 32 fotografie digitali in formato cartolina-postale e dei piccoli cubi contenenti delle capsule in plastica, logo del Word of Awe.



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Ursula Franco

(Grosseto 1966, lavora a Roma)

Si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1991, decide di non praticare la professione di medico dal 2000 per dedicarsi all'arte.

Principali mostre personali: Italoamericani, Roma; Jude Centro L.di Sarro, Roma;

Un'opera a cura di L.Pratesi e C.D'Orazio, Roma; Farfalle e Libre Arbitre,Roma;

Happy Birthday Mr.Goldman, (performance)Lipoli & Lopez Roma.



L'interesse prioritario di Ursula Franco è il mondo ebraico. L'Olocausto diventa il punto di partenza per ri-costruire la memoria storica del suo popolo.

Il racconto avviene per Simboli.

Il Gilet /scultura esposto in mostra è realizzato con diversi tessuti di lana rappresentanti gli ebrei di vari paesi europei deceduti nei campi di sterminio: ad ogni tessuto corrisponde una nazionalità . La stella applicata sul petto fu il primo marchio d'infamia verso un popolo perseguitato e in parte sterminato.

Dichiara Ursula Franco "Vorrei farvi sentire per un attimo Ebrei del 1941 o del 2001.

Del '41 per la stella appuntata sulla giacca, dei nostri giorni per il tragico fardello del passato".

Il pubblico viene invitato ad indossare il gilet per sentire sulla propria pelle il peso della storia e dei sei milioni di ebrei sterminati.



Zykoln-B è il nome dell'acido cianidrico usato nelle camere a gas dei campi di concentramento. Le due lastre sono ricoperte di burro, in modo da nascondere la scritta, una fonte di riscaldamento ravvicinato provocherà lo scioglimento del burro che simula la tragica fine di milioni di esseri umani.

Israel Goldman. Ultimamente l'artista sta lavorando alla costruzione di un personaggio virtuale: Israel Goldman che rappresenta l'insieme del passato e del futuro di un popolo. In programma la presentazione di un suo libro (composto soltanto dalla copertina) dal titolo "Biografia di Israel Goldman, una vita per la storia"e lo si può contattare all'indirizzo di posta elettronica israelgoldmanlibero.it.

Israel Goldman è un golem contemporaneo, una sintesi di diversi vissuti.


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Mostra : Israel Today



Rassegna video

Artisti:

Boaz Arad, Ayelet Ben Porat, Effie& Amir, Friedberg & Orenstein, Elyasaf Kowner, Isaac Layish & Irit Garty, Dana Levy, Ruti Sela, Doron Salomons.



Boaz Arad

Videoartista. Nato nel 1956,insegna presso la Camera Obscura School of Art di Tel Aviv e all'Art College di Beit Berl e al Thelma Yellin High School of the Arts di Tel Aviv.

Principali mostre: The Angel of History, Herzliya Museum of Art; The Jewish Museum,New York;

Il video An Immense Inner Peace presenta una immagine provocatoria di Hitler visto come artista che disquisisce dei suoi acquerelli, mentre altre immagini evocano i tragici "bagni" dei campi di concentramento, le immagini sono tratte da archivi storici e rielaborate, nel video lo stesso Boaz Arad che con maschera grottesca interpreta il dittatore.



Ayelet Ben Porat

Videoartista. Nata nel 1976, si è diplomata presso il Bezalel Academy of Art and Design a Gerusalemme.

Principali mostre: Agos Art, Bruxelles; Art in General, New York; Saint-Gervais Center,Geneva.

Il video dal titolo TMB è stato realizzato utilizzando filmati della Guerra d'Indipendenza.Le scene degli ebrei giubilanti che arrivano in Israele dopo 2000 anni dalla Diaspora si contrappongono con quelle dei rifugiati palestinesi che partono per il lungo esilio:il montaggio è frenetico , il video-clip si avvale di tecno-music come ossessiva colonna sonora.



Effie & Amir

Effie Weiss nata a Ramat-Gan nel 1971 ed Amir Borenstein nato a Haifa nel 1969 vivono e lavorano insieme dal 1998. Diplomati al Bezalel Academy of Fine Arts a Gerusalemme, attualmente risiedono ad Amsterdam dove frequentano un Master al Sandberg Institute.

Il video Check it è stato presentato al Tel Aviv Museum,alla Biennale di Korea; ha vinto il 1° Premio alla International Media Art Award ZKM in Germania.

La video-camera è situata dentro le borse con cerniera e scruta i guardiani e la polizia che le aprono e le chiudono agli innumerevoli posti di blocco in Israele, la colonna sonora è data dall'apertura e chiusura delle cerniere a tempo di rap.


Limor Orenstein & Alona Friedberg

Limor Orenstein è nato nel 1970. Diplomato all'Art College di Ramat Hasharon e alla Jump Cut Film and Video Editino School di Tel Aviv.

Alona Friedberg è nata nel 1970.Diplomata all'Art College di Ramat Hasharon.Insegna videoarte al Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme e all'Art College di Beit Berl.

Principali mostre: Haifa museum of Art; Pe'er-Hamidrasha Gallery,Tel Aviv.

Nel video utilizzano canzoni popolari in voga negli anni '50 in Israele quando la vita era più rassicurante e il nuovo Stato si sentiva intoccabile. La canzone Oh Fortress of Mine considerata ai suoi tempi portatrice di sentimenti di unità, evoca oggi nelle giovani generazioni, il periodo dell' inzio dei conflitti e della instabilità sociale e politica, tanto che alla fine del video, gli stessi autori si autorappresentano come dei barboni erranti senza più fissa dimora.



Elyasaf Kowner

Artista multidisciplinare. Nato nel 1970. Si è diplomato presso il Department of Visual Comunication di Bezalel Academy of Art and Design a Gerusalemme. Insegna presso lo Shenka College of Engineering & Design a Ramat Gan in Israele.

Principali mostre: Janco Dada Museum, Ein Hod; Rosenfeld Gallery, Tel Aviv; Art in General Gallery, New York; Gwanju Biennale, Korea.

Nel video Dad Explains About Weapons and Numbers, assistiamo ad una sorprendente contrapposizione fra la potenza militare israeliana e i numeri delle vittime della Seconda Guerra Mondiale. Il padre di Kowner, sopravvissuto ad Auschwitz, mostra in modo entusiasmante un articolo di una rivista che parla di un'arma top secret prodotta in Israele, nel contempo inizia a contare le vittime della Seconda Guerra ricordandoci che dietro le armi e le innovazioni tecnologiche ad esse connesse, ci furono e ci saranno tante e troppe vittime.



Irit Garty & Isaac Layish

Irit Garty è nata nel 1973 e Isaac Layish nel 1972. Entrambi sono diplomati al Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme. Attualmente frequentano il Master al Goldsmith College a Londra. Sono ideatori (insieme ad altri due artisti) del programma di ArtAttack della TV Israeliana.

Principali mostre: Haifa Museum ; The Artists'Studios,Tel Aviv; Pe'er Gallery, Tel Aviv; The Lux Centre, London; The Gwanju Biennale,Korea.

Nel video i discorsi elettorali con le promesse della fine del conflitto israeliano-palestinese sono mescolati con la pubblicità per un prodotto di candeggina ,così come la pubblicità della lotteria viene assommata visivamente alle immagini della 'forza moderata' israeliana che chiedeva nel 2000 la fine dei conflitti.



Dana Levy

Videoartista. Nata nel 1973 insegna video a Tel Aviv. Si è diplomata in Visual Arts al Camberwell College of Arts a Londra; Corso di specializzazione in Grafica Elettronica in Scozia .

Principali mostre: Rosenfeld Gallery,Tel Aviv; The Tel Aviv Cinematheque; Art in General, New York.

Il video dal titolo Hell's Angels è molto toccante : in scena il campo profughi di Jenin e la difficile vita dei bambini; l'artista è soprattutto interessata ai bambini a cui lo stato di guerra ha sottratto la giocosità dell'infanzia,uno di loro tiene tra le mani un manifesto arrotolato che commemora la morte di un "Shahid", un kamikaze :è questo il simbolo dell'odierno conflitto tutt'ora senza una via d'uscita.



Ruti Sela

Videoartista. Nata nel 1974. Diplomata al Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme. Lavora come redattrice e produttice per ArtAttak nel Canale 9 della televisione israeliana.

Principali mostre: Art in General,New York; Videochroniques Festival, Marseilles, France; Biennale di Korea.

Il video dal titolo Una Proyeccion Solamente fa la parodia alle operazioni militari ; una banda di punk anarchici vestiti con le magliette della Forza Israeliana di Difesa, prende in giro l'immagine del Mossad, i famosi Servizi Segreti d'Israele, attraverso una serie di ludiche "missioni militari" nelle strade di una città spagnola, con la perplessità e il divertimento del pubblico in strada.



Doron Solomons

Videoartista. Nato nel 1969 a Londra .Studi:Art College di Ramat Hasharon.Insegna videoarte e cinema all'Art College di Beit Berl e alla Camera Obscura School of Art di Tel Aviv.

Principali mostre:Haifa Museum of Art; Herzliya Museum of Art; Video Art, Biennale di San Paolo,Brasile;Microwave 2000,video art festival,Hong Kong;Kunsthalle,Vienna.

Il video Father si concentra sulle paure esistenziali condivise dai genitori israeliani e palestinesi riguardo il pericolo fisico e psicologico a cui i bambini sono esposti. Il padre è nello stesso tempo palestinese e israeliano,dato che il doppiaggio è simultaneamente in arabo ed ebraico.



Nell'immagine l'opera di Doron Solomons



Palazzo Pino Pascali, Museo Comunale d'Arte Contemporanea
Polignano a Mare (Bari)

IN ARCHIVIO [42]
Daniel Gonzalez
dal 20/4/2013 al 20/4/2013

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