Daniel Pflumm
Christian Flamm
Silke Schatz
Manfred Pernice
Thomas Zipp
Thilo Heinzmann
Henrik Olesen
Alexander Gysrfi
Stefan Kern
Nove giovani artisti dalla Germania. In mostra lavori di Daniel Pflumm, Christian Flamm, Silke Schatz, Manfred Pernice, Thomas Zipp, Thilo Heinzmann, Henrik Olesen, Alexander Gysrfi e Stefan Kern. I lavori di questi artisti coprono un ampio spettro di tecniche: dalla pittura e scultura alle installazioni e ai video. Nati fra il 1963 ed il 1974, gli artisti dell'ultima generazione hanno scelto di vivere e lavorare a Berlino.
Nove giovani artisti dalla Germania.
In mostra lavori di Daniel Pflumm, Christian Flamm, Silke Schatz, Manfred Pernice, Thomas Zipp, Thilo Heinzmann, Henrik Olesen, Alexander Gysrfi e Stefan Kern. I lavori di questi artisti coprono un ampio spettro di tecniche: dalla pittura e scultura alle installazioni e ai video. Nati fra il 1963 ed il 1974, gli artisti dell'ultima generazione hanno scelto di vivere e lavorare a Berlino.
Il decennio trascorso è stato contrassegnato dalla diffusione dell'arte britannica. Oggi è Berlino, fra le città europee, ad affermarsi come centro dell'arte contemporanea. La trasformazione di Berlino in una metropoli di statura europea ha portato con sé un'esplosiva crescita culturale, che ha attratto negli ultimi anni nella nuova capitale numerosi artisti e galleristi sia dal resto della Germania che dall'estero.
Le potenzialità della città hanno incoraggiato una sorprendente vitalità creativa, resa possibile dal reciproco arricchirsi e intrecciarsi della scena musicale con quella artistica, e dalla prossimità del mondo dell'arte a quello della grafica e del design.
Daniel Pflumm definisce semplicemente 'Pop' i suoi video, montati in loop continui, e le sue lightboxes, in cui riprende i marchi di famose industrie tedesche. Privi ormai del loro significato originario, i marchi assumono un nuovo codice. Nei suoi video più recenti Pflumm mette alla prova la perfetta estetica delle trasmissioni CNN attraverso la proiezione di singole sequenze: una riflessione sulle strategie di produzione delle immagini nell'epoca dei media.
La musica (sia ascoltata che composta) come momento di aggregazione fra amici è il tema delle installazioni di Christian Flamm. Come nei suoi disegni, quasi modelli, nelle installazioni Flamm fonde lo stile retrò con il senso del presente, dell'immediatamente vissuto, del soggettivo. I motivi della musica, della cultura giovanile, dell'amicizia, non sono tuttavia presi in esame come fenomeni indipendenti, ma sono messi in relazione al mondo nella sua complessità politica ed economica.
Alexander Gysrfi con la sua Label 'Pimui' persegue una strategia di collaborazione, intesa, ad esempio, nel dare la possibilità al pubblico della galleria, trasformata in una sala di registrazione, di partecipare, a livello interattivo, alla creazione di un brano musicale. L'obiettivo di Gysrfi non è il prodotto finale bensì il processo del lavoro di gruppo. Nei suoi ultimi lavori di video e di grafica lÕartista traduce la struttura ritmica della musica elettronica in astratti segni visuali.
Le opere di Silke Schatz e Manfred Pernice dialogano con il contesto urbanistico. Silke Schatz definisce con linee sottili su fogli di carta visioni architettoniche utopiche. Pernice crea semplici sculture con materiali riciclati. In entrambi i casi l'immagine della città appare frammentaria, rimane in uno stato di abbozzo, in una condizione che le opere dei due artisti non sembrano poter perfezionare.
In netto contrasto alla consapevole estetica low-tech delle sculture in legno di recupero e cartone di Pernice sono le sculture di Stefan Kern. Con la loro assoluta perfezione tecnica esse mettono in primo piano proprio la presenza materiale dell'oggetto.
Alla scelta della forma apparentemente funzionale è sottesa la sfida dell'artista all'osservatore affinché questi, oltre a percepirli visivamente, faccia uso degli oggetti, come la consolle, la panca ecc. Attraverso la possibilità della percezione fisica dei suoi lavori (estremamente scomodi) Kern va oltre la tradizione dell'arte minimalista, donando alle opere una qualità d'uso.
Henrik Olesen, d'origine danese ma residente a Berlino, tesse negli ambienti della galleria, per mezzo di collage e altri interventi, un fitto intreccio di allusioni, riferimenti diretti e commenti. Essi hanno per oggetto allo stesso tempo l'eredità dell'arte concettuale, i presupposti della critica sociale e la stessa società odierna. Olesen mira a mettere in crisi i punti di vista tradizionali rispetto alla realtà , come per esempio la definizione dei ruoli nel rapporto uomo donna o omosessuale e eterosessuale.
Le sculture di Thomas Zipp sono ottenute impilando lattine, di diverso formato, coperte da uno strato sottile di colore che consente ancora la lettura dell'etichetta sul contenitore. Nei suoi dipinti e collage Thilo Heinzmann traduce nella bidimensionalità questi volumi essenziali di Zipp. Superfici geometriche di colore vengono giocate, su fondo bianco, in contrasto a linee sottili ottenendo composizioni che ricordano il purismo costruttivista degli anni venti.
La mostra rappresenterà infine una conferma dell'attenzione della galleria Giò Marconi nei confronti dell'arte tedesca, dopo le mostre dedicate in passato a Michel Majerus, John Bock (presenti anche alla Biennale di Venezia 1999), Tobias Rehberger (Biennale di Venezia 1997) e Franz Ackermann.
inaugurazione 14 settembre 2000, ore 19
orari: 10-13, 16-19.30 martedi sabato
Giò Marconi, Via Tadino 15, 20124 Milano, tel. 39 02 29404373 fax. 02 29405573
Ufficio Stampa: Cristina Pariset, tel. 02 4812584, fax 02 4812486