Istituto Provinciale per l'infanzia Santa Maria della Pieta'
Venezia
Castello 3701, Calle della Pieta'
041 5222171, 041 5237395 FAX 041 5204431
WEB
Yao Jui-Chung
dal 4/6/2014 al 29/8/2014
Ingresso libero

Segnalato da

Giulia Favaron



approfondimenti

Yao Jui-Chung
Yang Wen-I



 
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4/6/2014

Yao Jui-Chung

Istituto Provinciale per l'infanzia Santa Maria della Pieta', Venezia

The Space that Remains, Ruins. Fotografie in bianco e nero, intense e poetiche, che assieme ad un video mostrano cio' che resta delle strutture originali degli edifici residenziali cinesi presenti su di un'isola-prigione per dissidenti politici.


comunicato stampa

a cura di YANG Wen-I

L’architettura non riguarda solo la costruzione. Ci ascuna struttura fatta dall’uomo porta il germe della sua distruzione, il suo farsi rovina. Le rovine sono architetture “altre” che attendono nel divenire, destinate a diventare “Lo Spazio che Resta”. Il titolo della mostra è stato scelto facendo riferimento a “Il Tempo che Resta” di Giorgio Agamben, un commento alla “Lettera ai Romani” e alla posizione di San Paolo nel periodo critico di transizione del primo Cristianesimo. Come suggerisce Agamben, ci può essere qualcosa in quel tempo residuo, caricato di un’aspettativa messianica, che per contrappunto sia applicabile a ciò che rimane degli edifici nell’attuale società globale post capitalistica?

La Mostra The Space that Remains: Yao Jui-Chung’s ‘Ruins’ Series si sofferma sul concetto di vita dopo la morte di un edificio non secondo la posizione dei suoi costruttori, dei suoi destinatari o dei suoi operatori ma secondo l’azione di un lettore. A partire dagli anni Novanta Yao Jui-Chung (1969 - ) in modo appassionato e idiosincratico ha ricercato per tutto il suo paese d’origine edifici abbandonati, inutilizzati, scartati. Come risultato, ha riunito un archivio documentaristico di fotografie in bianco e nero di rovine Taiwanesi. Yao è un prolifico scrittore d’arte, critico, fotografo, pittore e video-artista e tratta gli oggetti delle sue esplorazioni fotografiche negando l’ordine sistematico, assumendo prospettive e angolature che sembrano casuali senza prestare attenzione alla loro completezza. Tutte le rovine sono riprese da un punto di vista personale che non è né giornalistico, né documentaristico e nemmeno voyeuristico. Paradossalmente è proprio da questa prospettiva casuale che noi sperimentiamo un senso di vicinanza rispetto a quelle strutture, diventando noi stessi lettori e riflettendo intersoggettivamente sulla sorte delle rovine, il loro passato e il loro futuro. Mentre “Il tempo che Resta” di Giorgio Agamben ha ispirato il titolo della mostra è tuttavia “Il Contratto Naturale” di Michel Serre a cui si deve una maggiore attenzione.

Sebbene siano circondate dalla natura, le rovine sono inequivocabilmente realizzate dalla mano dell’uomo e nonostante ciò sono uscite fuori dall’orbita dell’umana consapevolezza. Non sarebbe forse appropriato un ritrovato senso di responsabilità, un “contratto delle rovine”, così da occuparsi di queste testimonianze di una precedente attività umana? Uno dei temi generali della Biennale di Architettura di quest’anno è il concetto di riflessione storica ed è il guardare al passato, sebbene esso sia emotivo, quasi mistico, che da forma anche a questa mostra. Le trenta fotografi e in bianco e nero, intense e poetiche, raggruppate in serie ed un video, selezionati da un impressionante corpus di immagini, mostrano i residui di strutture aborigene, gli inconfondibili edifici residenziali cinesi della dinastia Han sulle Isole dei Pescatori, gli esempi stravaganti dello stile architettonico occidentale del XX secolo, le iconiche rovine industriali e la tetra architettura del dopoguerra sull’isola dove erano stati confinati i dissidenti politici.

La National Taiwan University of Arts è lieta di annunciare la sua seconda partecipazione alla Biennale di Venezia. Dopo il successo dello scorso anno di Rhapsody in Green , evento collaterale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte, NTUA è orgogliosa di prendere parte alla Biennale di Architettura di quest’anno presentando Yao Jui-Chung, uno degli artisti più impegnati e prolifici di Taiwan con la serie di fotografie “Ruins” create a partire dal 1991. Crediamo che questa breve mostra organizzata in sette gruppi che definiscono i temi maggiori della storia di Taiwan contribuirà ad una nuova consapevolezza su una questione che è in realtà globale ovvero come trattare con le strutture create dall’uomo che hanno cessato di essere usate dall’uomo.

Immagine Yao Jui Chung, Roaming Around the Ruins, 1991-2011

Ufficio stampa,
PDG Arte Communications
Giulia Favaron, +39.041.5264546

Inaugurazione 6 giugno alle 15.00

Istituto Santa Maria della Pieta',
Calle della Pieta', Castello 3701, Venezia.
10.00 – 20.00 Venerdì e Sabato fino al 30 Agosto. Ingresso libero.

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dal 4/6/2014 al 29/8/2014

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