Gruppo Koine'
Daniele Arosio
Enzo Biffi
Ermenegildo
Brambilla
Marco Gaviraghi Calloni
Laura Cazzaniga
Mariangelo Cazzaniga
Andrea Cereda
Dario Cogliati
Piero Macchini
Giacomo Nicola Manenti
Antonello Sala
Michele Salmi
Angela Madesani
Elogio dell'imperfezione. Gruppo Koine' ha realizzato un'installazione con 12 leggii sui quali sono collocati disegni, fotografie ed elaborati. La personale di Winfred Gaul, mette in evidenza la sua pittura piatta e inespressiva.
GRUPPO KOINE'
a cura di Angela Madesani
Invitati ad esporre il loro lavoro i 12 artisti (Daniele Arosio, Enzo Biffi, Ermenegildo
Brambilla, Marco Gaviraghi Calloni, Laura Cazzaniga, Mariangelo Cazzaniga,
Andrea Cereda, Dario Cogliati, Piero Macchini, Giacomo Nicola Manenti, Antonello
Sala, Michele Salmi) hanno deciso di utilizzare il museo in maniera
anticonvenzionale, come punto di partenza per una serie di rimandi all’esterno.
L'installazione che il Gruppo ha realizzato al secondo piano del museo è
caratterizzata da una serie di 12 grandi leggii della dimensione approssimativa di
cm 140 x 100 e dell’altezza di circa 1 metro dal suolo.
Su ciascun leggio sono
collocati disegni, foto, elaborati di diverse dimensioni e tecniche e tutto ciò che
ogni singolo artista ritiene utile per spiegare a chi guarda la propria ricerca.
Ogni leggio riporta informazioni sull’opera che i singoli artisti hanno specificamente
realizzato e che si trova altrove: foto, disegni, progetti. Una pianta aiuterà il
visitatore a raggiungere le diverse collocazioni delle opere. Alcune proiezioni
contribuiscono a chiarire il percorso intrapreso, in cui il museo deve essere un
centro propulsore di idee e di riflessioni. La loro è una chiara posizione nei
confronti della facile quanto scontata museificazione del nostro tempo.
Lo spettatore si trova così costretto a uscire dal museo, e ad andare a trovare le
singole opere immerse in un contesto altro.
Tema della mostra è l’elogio dell’imperfezione che crea dibattito, desiderio di
mutamento, di perfezionamento. Del resto all’interno del gruppo stesso non si
coglie un’omogenea coralità, quanto piuttosto una dissonante ed evidente
diversità. Scrive Madesani: «Se così fosse stato, probabilmente Koiné non
esisterebbe dal 1995, quando i primi componenti di Koinè si pongono come un
gruppo di resistenti di fronte alle istanze della società e del mondo dell’arte».
E la bellezza imperfetta è in grado di ingenerare riflessioni sorprendenti e
inaspettate.
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WINFRED GAUL: 1961-1972
a cura di Alberto Zanchetta
Winfred Gaul [Düsseldorf, 1928 - Kaiser-swerth, 2003] partecipò a tre edizioni dello storico Premio Lissone, nel '57, nel '59 e nel '61 con opere caratterizzate da una gestualità segnico-materica che seguiva l'evoluzione biologica dell'Informale e dell'Espressionismo astratto. Nel 1962 un suo "Segnale stradale" venne collocato alla periferia di Milano, lungo la strada che collegava la città meneghina a Monza; l'opera, facente parte del ciclo deiVerkehrszeichen und Signale, attestava la volontà da parte dell'artista di ridefinire l'estetica del contesto urbano.
La mostra dedicata a Winfred Gaul intende mettere a fuoco la ricerca pittorica che seguì l'esperienza del premio Lissone, quando cioè l'artista si affrancò dall'esperienza dell'Abstraction lyrique per rivolgersi a una pittura piatta e inespressiva che nell'arco di un decennio - dal 1961 al 1972 - diede vita ai Verkehrszeichen und Signale ("Segni & Segnali Stradali") ciclo pittorico che è unanimemente considerato come il più famoso e importante di Gaul. La serie dei Signalbilder appare oggi come un unicum nella sua parabola artistica, non solo per via della geometria adamantina dei soggetti ma perché è stata l'unica serie programmatica dell'artista.
Affascinato dai pannelli multicolori e dal repertorio iconografico della segnaletica stradale, Gaul iniziò i Verkehrszeichen und Signale per decontestualizzare e reinventare i codici del paesaggio urbano. Concepiti come "forma d'arte concreta in un contesto popolare", i segnali di Gaul creavano un parco visivo e oggettuale che destrutturava l'organizzazione sociale. All'epoca in cui vennero realizzati, l'artista viveva a Roma, contesto che influì non poco sulla sua ricerca pittorica: «Roma è l'unica città che, grande e antica da sempre, è ancora attiva. In ciò ritengo che consista la ragione per cui i segnali dei tempi moderni mi hanno colpito con una violenza assai più aggressiva che in qualsiasi altra metropoli».Pur rivolgendo la sua attenzione alla civiltà di massa, Gaul perseguiva obiettivi che si discostavano dai pittori pop dell'epoca. Con un atteggiamento diametralmente opposto, Gaul non si limitava a prelevare e a riprodurre i simboli della strada, li plagiava con il proprio stile, assecondando così una teoria assolutamente personale. Gaul era convinto che i segni astratti che connotavano il linguaggio della strada fossero sì riconoscibili per convenzione ma che il guidatore o i pedoni fossero diventati insensibili a quelle indicazioni, giacché le conoscevano a memoria ed erano quindi indotti a ignorarle o a darle per scontate. Gual reagiva quindi a quella presunta "comunicazione istantanea" trasformando i simboli e i divieti in una realtà del tutto nuova.
Dagli anni Sessanta in avanti Gaul dedicò tutta la sua vita a tematizzare l'idea della pittura come unica pratica possibile; sondando le tecniche e l'ampia gamma di materiali a disposizione, l'artista testava i limiti della pittura,le sue determinazioni e le sue declina-zioni. «L'oggetto della pittura è la pittura stessa» aveva detto, specificando che «oggetto è anche un argomento». Interessato a capire in che modo la pittura poteva rinnovarsi e continuare a emozionare il pittore, Gaul inseguiva le sue sollecitazioni direttamente all'interno del campo cromatico.
Incontentabile e incontenibile, l'artista affrontava l'insolubile "problema-pittura" sotto ogni aspetto, da ogni prospettiva o angolazione possibile. La mostra ordinata al Museo d'Arte Contemporanea di Lissone non è dunque una semplice retrospettiva bensì un focus che intende analizzare e celebrare il decennio che consacrò la ricerca di Winfred Gaul a livello internazionale.
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, Tel. +39 02 36755700, anna.defrancesco@clponline.it
Inaugurazione 28 giugno ore 18
Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC
viale Padania, 6 Lissone (MB)
mar, mer, ven 15-19, gio 15-23, sab e dom 10-12 e 15-19
Ingresso libero