Teatro sociale
Bergamo
via Bartolomeo Colleoni 6
035 210281 FAX 035 242095

Interazioni
dal 13/4/2000 al 1/5/2000
WEB
Segnalato da

Alberto Galmozzi



approfondimenti

Alberto Galmozzi



 
calendario eventi  :: 




13/4/2000

Interazioni

Teatro sociale, Bergamo


comunicato stampa

Segnisognipresenze - immagini digitali di Alberto Galmozzi.
Il 14 aprile 2000 alle ore 18 si inaugurerà a bergamo, con il patrocinio del comune di Bergamo - assessorato alla cultura, la mostra interazioni, che presenterà opere digitali di Alberto Galmozzi.
La mostra resterà aperta fino al 1 maggio e sarà ospitata nel prezioso e prestigioso spazio del teatro sociale.
Prima dell'inaugurazione, alle ore 16, è previsto un incontro con l'autore cui sono invitati, oltre a rappresentanti della stampa, anche tutti coloro che fossero interessati ad un confronto.
In mostra opere realizzate con elaboratore elettronico e stampate in grande formato (cm.260×87) con plotter a getto d'inchiostro.
Il "catalogo" della mostra verrà pubblicato il 14 aprile su internet secondo una formula sempre più consueta e già sperimentata anche dall'autore in una precedente esperienza espositiva.
Fino a quella data all'url www.albertogalmozzi.com sono visibili (e liberamente prelevabili per la pubblicazione) i testi dei comunicati stampa, il logo ed una delle immagini scelte per l'esposizione.
La mostra è resa possibile anche grazie alla preziosa collaborazione di alcune aziende che si sono rese disponibili a promuoverne e sostenerne la realizzazione.
Tra queste aziende segnaliamo la concessionaria Porsche Bonaldi, che ha programmato un incontro con l'autore riservato ai suoi clienti.
Questo incontro si svolgerà presso il teatro sociale, giovedì 20 aprile.

La mostra resterà aperta dal martedì al venerdì dalle 18 alle 22; il sabato e la domenica dalle 10 alle 22; lunedì la mostra resterà chiusa.

Scheda critica
Il fascino di questo spazio espositivo, quel teatro sociale che Leopoldo Pollack progettò agli inizi dell'800, trasporta magicamente il
visitatore nel passato. Non poteva essere altro il contesto in cui esporre queste interazioni, opere prodotte con mezzi e tecniche digitali.
È un abbinamento non nuovo per me, il loro autore, che in tutta la produzione ho sempre mantenuto aperto e sottolineato ogni aspetto dell'idea di continuità.
Spesso le operazioni espressive ed artistiche realizzate col ricorso a strumenti nuovi hanno insistito nella ricerca di modelli, linguaggi, soggetti e modalità che spezzassero ad ogni costo e completamente col passato.
Così, esaminando oggi la produzione artistica di autori che utilizzano mezzi digitali è assai frequente incontrare immagini iper-tecnotroniche, paesaggi spaziali, androidi ed ogni possibile citazione di un improbabile futuro.
Non è proprio questo, penso, che si vede e si prova di fronte a queste Interazioni.
Benché la struttura stessa di questi lavori dichiari ed evidenzi fino in fondo, anziché mimetizzarla, l'origine digitale, l'insieme delle
immagini colloca e rivendica i suoi riferimenti espressivi nella tradizione pittorica europea, cercando l'affermazione della propria identità lungo la scia della continuità e negandosi ad ogni tentazione di innovazione forzata.
Solo così è possibile a queste opere proporsi non principalmente in nome dello strumento e dei mezzi che le hanno generate ma, semplicemente, per quello che dicono o, meglio ancora, per quello che a ciascun osservatore concedono la più ampia libertà di vedervi e leggervi.
Quei segni bianchi, grezzi, dal tratto deciso ma insicuro spezzano o di volta in volta sottolineano, suggeriscono o isolano i confini di figure che la mente proietta fra gli spazi di colore che li ospitano.
Né più né meno di quanto le storie del nostro inconscio ospitano la proiezione figurata delle nostre ansie, delle paure, delle difficoltà, delle speranze...
Eccole dunque queste interazioni.
Interazioni fra l'autore e le opere, interazioni fra le opere e lo spazio, interazioni fra i segni e il colore, interazioni fra le opere e gli osservatori, interazioni fra l'autore e gli osservatori...

Scheda biografica
Alberto Galmozzi è nato nel 1947 a bergamo, dove vive e lavora come fotografo dal 1968.
Fra il '71 ed il '77 ha vissuto e lavorato a milano occupandosi prevalentemente di fotoreportage, pubblicando presso diversi editori e collaborando con numerose testate. Successivamente ha aperto a Bergamo uno studio ove si occupa principalmente di fotografia commerciale e pubblicitaria.
Dal 1984 ha iniziato anche ad interessarsi dell'utilizzo dell'elaboratore elettronico nella comunicazione visiva, sia con
applicazioni di impaginazione e di grafica che con altre di elaborazione elettronica delle immagini, di fotoritocco e di grafica pittorica, utilizzandole come strumenti per l'attività lavorativa e come occasioni di ricerca espressiva ed artistica.
Nel 1995 è stato incaricato di insegnare questi ultimi argomenti come assistente all'interno del corso di grafica presso l'accademia Carrara di belle arti di Bergamo, sotto la direzione di Mario Cresci.
Qui, dal 1996 al 1999, è stato poi incaricato come docente, tenendo un corso dedicato all'utilizzo degli strumenti informatici nella produzione artistica.

I lavori più importanti nel campo del reportage sono stati:
- bambini in ospedale (1970) pubblicato fra l'altro in "bambini in ospedale" da feltrinelli nel 1973 e da panorama, l'espresso, corriere del ticino; esposto in mostra a reggio emilia, bergamo, torino.
- solisti veneti (1975) reportage realizzato per la televisione della Svizzera italiana; utilizzando tecniche di multivisione ha costituito la scenografia della puntata su mozart della trasmissione "storia della Musica".
- bambini al nido (1978) inserti divulgativi a carattere prevalentemente fotografico per la rivista specializzata zerosei (gruppo editoriale Fabbri). La regione lombardia ne ha poi realizzato una mostra che fino ad ora è stata esposta fra l'altro a Milano, Verona, Firenze, Bergamo.
- Per interesse personale ha sempre affiancato al lavoro anche ricerche e sperimentazioni sulle tecniche ed il linguaggio che ha poi tradotto in iniziative editoriali o espositive.
- pinocchio secondo me (1980) raccolta di originali fotografici realizzata in occasione del centenario di collodi; esposto alla galleria Il diaframma di Brescia.
- alla luna (1982) raccolta di paesaggi "fantasy" ottenuti con tecniche di elaborazione fotografica; presentata presso la galleria il segno di Bergamo.
- omaggio a hermann rorschach (1983) raccolta di fotografie "fantasy".

Dal 1985 dedica il tempo della ricerca personale prevalentemente ad applicazioni creative di computergrafica, che hanno prodotto, tra l'altro - immaginazione - riflessioni digitali (1996) mostra personale svoltasi A bergamo - sala dei giuristi con esposizione di opere digitali in Grande formato. Il "catalogo" è pubblicato su internet e visitabile

Alberto Galmozzi / via coghetti, 178 / 24128 bergamo / italy
Tel. (+39)035.25.66.66 / cell. 0335.81.75.405 / fax (+39)035.26.49.24

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